Lettera dei pediatri di famiglia: «La chiusura prolungata delle scuole fa male alla salute dei bambini»
«Il livello di istruzione è una causa determinante della salute mentre la prolungata assenza da scuola accentua le lacune formative, specialmente nei bambini più svantaggiati»
di Società Italiana delle Cure Primarie della Lombardia-SICuPP Lombardia
Come Società Scientifica di Pediatri di Famiglia, desideriamo condividere alcune riflessioni sul diritto all’istruzione che si collega al nostro ruolo professionale, che comprende il sostegno dell’infanzia e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui problemi del bambino. Sappiamo bene che la scuola non è solo un luogo di apprendimento di nozioni, ma è anche (e forse soprattutto) uno spazio in cui bambini e ragazzi interagiscono, imparano a socializzare e hanno l’opportunità di confrontarsi al fine di favorirne la crescita intellettuale e morale e la maturazione di una coscienza civile. Una didattica a distanza, se può garantire l’apprendimento di nozioni, non sembra in grado di soddisfare tutte queste altre esigenze importanti nello sviluppo del bambino. Dopo l’esperienza del primo lockdown in Italia e in numerosi Paesi europei, a fronte di innegabili benefici «sanitari» si sono purtroppo evidenziate una serie di problematiche sociali, pedagogiche, culturali e psicologiche, tanto da poter affermare che la chiusura prolungata della scuola è un’esperienza dannosa.
Ricordiamo che anche il livello di istruzione è un determinante della salute e la prolungata assenza da scuola accentua le lacune formative, specialmente nei bambini più svantaggiati per ragioni sociali o anche di patologia cronica. Mentre entriamo nel secondo anno della pandemia, riteniamo quindi che sia indispensabile mettersi subito al lavoro, nelle singole realtà, per scongiurare il prolungamento di questa situazione, per elaborare strategie che garantiscano una riapertura sicura delle scuole, cercando soluzioni efficaci ad esempio nell’utilizzo dei trasporti, nel tracciamento della diffusione del virus in ambito scolastico ed extrascolastico, nel promuovere la vaccinazione al personale scolastico nell’attesa che possa essere disponibile, in tempi brevi, anche per l’età pediatrica. «I bambini non possono permettersi un altro anno di chiusura delle scuole. Solo così potremo proteggere questa generazione dal diventare una generazione perduta», come afferma Henrietta Fore, direttore generale dell’UNICEF.
Una particolare attenzione, infine, agli adolescenti che più di tutti stanno soffrendo le limitazioni scolastiche e sociali legate alla pandemia che li costringe in uno spazio confinato. Proprio ai nostri adolescenti vogliamo lanciare un messaggio di responsabilità e speranza, che vorremmo fosse condiviso da tutti gli adulti e rilanciato da tutti canali di comunicazione. Questa pandemia ha reso tutti vulnerabili, ha limitato la libertà personale di tutti, ci costringe a fare grandi sacrifici per poter continuare, il più presto possibile, a progettare la vita che desideriamo. Dobbiamo, con responsabilità, vivere questi mesi in cui ci viene chiesto un ulteriore sforzo nell’attesa che la campagna vaccinale raggiunga gli obiettivi. Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile, per i nostri ragazzi, accettarlo! Sappiamo, però, che gli adolescenti hanno le energie per affrontare questo momento così complicato della nostra storia, ma soprattutto per guardare e costruire il futuro che ameranno di più, proprio perché hanno temuto di non poterlo realizzare e si sono sacrificati per ottenerlo. E noi adulti dobbiamo essere al loro fianco.