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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 26, APRILE 2004 Notizie e commenti sul mondo della scuola Indice Ancora una volta in piazza! Un fine anno& infuocato! Diritto ad adottare libri...

26/04/2004
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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS
N. 26, APRILE 2004

Notizie e commenti sul mondo della scuola

Indice

Ancora una volta in piazza!
Un fine anno& infuocato!
Diritto ad adottare libri di testo conformi al proprio piano di lavoro
Semplice dimenticanza?
Istituti tecnici: che fare!
Agenda

1. Ancora una volta in piazza

"Il Coordinamento nazionale in difesa del Tempo Pieno e prolungato, i Coordinamenti e Comitati cittadini di genitori e lavoratori/trici della scuola e dell'università di tante città, ritengono di fondamentale importanza, prima della fine di un anno scolastico caratterizzato da grandi lotte in difesa della scuola pubblica e contro le leggi di riforma della scuola e dell'università e i relativi decreti applicativi, di indire un'ulteriore grande manifestazione nazionale da tenere a Roma il 15 maggio 2004.

I coordinamenti ed i comitati invitano tutte le associazioni, forze politiche e sindacali che intendono battersi per la cancellazione delle leggi di riforma ad aderire e partecipare.

Questa mobilitazione dovrà riaffermare e rendere visibile tutta l'opposizione del mondo della formazione, dalla scuola dell'infanzia all'università, al progetto morattiano e fungere da punto di riferimento ed appoggio alla pratica di rifiuto capillare degli aspetti distruttivi della riforma che sta crescendo in questi giorni nella scuola e nell'università.

E' importante che dalle singole scuole e dalle università venga un chiaro messaggio: le riforme Moratti si possono ancora fermare!

I coordinamenti ed i comitati sono consapevoli che a questo punto è più che mai necessario un allargamento ulteriore dell'opposizione alle controriforme Moratti e che la difesa del tempo pieno, come modello di scuola e di società, pur restando un tassello fondamentale e centrale deve entrare a far parte di una piattaforma più generale che veda il coinvolgimento di tutti gli ordini di scuola e dei diversi livelli d'istruzione.

Con questo obiettivo i coordinamenti promuovono da subito la formazione di un "comitato organizzatore del 15 maggio" che veda la partecipazione attiva di tutte quelle associazioni ed organizzazioni che vorranno riempire di contenuti la piattaforma della giornata ed attivarsi concretamente per farla riuscire al meglio".

Questo il documento che "lancia" la prossima manifestazione di piazza. Già dalle prime adesioni pervenute, si sta profilando uno schieramento ancora più ampio di quello che il 17 gennaio scorso ha portato a Roma centomila persone, tutte insieme: genitori, insegnanti, studenti, comitati, associazioni, forze politiche e sindacati per dire no alle politiche scolastiche di questo governo.

2. Un fine anno& infuocato!

Chiusura d'anno scolastico infuocato per la "riforma Moratti", attaccata su più fronti.

Oltre alla manifestazione nazionale a Roma il 15 maggio (vedi sopra), il 16 maggio ecco la marcia di Barbiana per ricordare Don Lorenzo Milani e la sua scuola ma diventata in questi tre anni occasione per schierarsi contro questa riforma, il 21 lo sciopero del pubblico impiego (scuola compresa) per i rinnovi contrattuali.

Se i movimenti che si sono creati per la difesa della scuola pubblica, a difesa del tempo pieno e prolungato sono scesi in pazza più e più volte dando visibilità e vigore a genitori, studenti, associazioni, partiti, sindacati, sta emergendo un altro movimento, mediaticamente meno visibile ma altrettanto forte: è quello degli insegnanti che lavorano sul campo e che, come collegi docenti, sono chiamati all'assunzione di responsabilità, discutono, si confrontano, decidono. Sono così approvate (e si stanno approvando in questo scorcio di anno scolastico) tante e tante delibere che rifiutano la Legge 53/03, il decreto 59/04, la figura del docente tutor, che negano la propria disponibilità a operare secondo le direttive della riforma, che riaffermano il diritto ad adottare, in virtù dell'autonomia scolastica, propri modelli organizzativi&

"Brucia" anche il fronte degli organici. In questi giorni si sta alzando il velo sulle bugie delle promesse del Ministro Moratti e dello stesso Silvio Berlusconi che, al culmine della "questione tempo pieno", assicuravano che la loro riforma lo confermava e che sarebbero state accontentate tutte le richieste avanzate dalle famiglie. Gli spot pubblicitari che da qualche tempo ricorrono in televisione hanno enfatizzato questo orientamento. E le famiglie hanno chiesto, registrando così un sensibile aumento nelle richieste di tempo pieno! Peccato però che i tagli degli organici (2.200 posti alla scuola elementare e 591 alla scuola media: vedi Legambiente Scuola News n. 25) e il decreto 59/04 (che conferma per il prossimo anno scolastico il numero di posti complessivamente attivati a livello nazionale per le attività di tempo pieno e tempo prolungato nel corrente anno scolastico) comportino che nessuna richiesta ulteriore potrà essere soddisfatta, come confermano gli organici che le Direzioni Scolastiche Regionali stanno distribuendo alle scuole.

E sullo sfondo la spada di Damocle del ricorso al TAR dei sindacati confederali della scuola che hanno impugnato la circolare ministeriale 29/04 applicativa del decreto 59/04 di attuazione della riforma ritenendola illegittima, chiedendone perciò l'annullamento. I sindacati puntano il dito sull'eccesso di delega che il Ministro si è preso. In particolare l'indicazione dell'orario obbligatorio annuale (per la scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di 1° grado), l'introduzione della figura del tutor (che alle elementari diventa anche "docente prevalente") sono tutti aspetti non previsti dalla Legge delega 53/03. Ma non finisce qui. E' scesa in campo anche la regione Friuli Venezia Giulia che ha deciso di porre alla Corte Costituzionale quesiti inerenti l'incostituzionalità di diversi articoli del decreto 59/04.

3. Diritto ad adottare libri di testo conformi al proprio piano di lavoro

Appello delle associazioni professionali CIDI - FNISM - Legambiente Scuola e Formazione - MCE - Proteo Fare Sapere
La scelta del libro di testo o dei materiali alternativi è un elemento fondante della libertà di insegnamento e dell'autonomia delle scuole.

Le indicazioni transitorie sono state definite e proposte senza alcun dibattito aperto e pluralista e senza il coinvolgimento dei docenti. Ora si tenta di imporle attraverso lo strumento dei libri di testo prontamente adeguati ai contenuti delle indicazioni ancor prima dell'approvazione del decreto attuativo dalle case editrici. Tutto ciò svilisce la professionalità docente.

I docenti, in base alla libertà di insegnamento (art. 33 della Costituzione) e in base all'art. 117 del Titolo V della Costituzione e al DPR 275/99 sulla autonomia scolastica hanno diritto di confermare il libro di testo adottato e di esigere l'edizione effettivamente scelta. In caso contrario, cioè di fronte a testi modificati in funzione del decreto, si può applicare il diritto di recesso.

Inoltre è tuttora possibile optare per l'adozione di materiale alternativo al libro di testo in base all'art. 156, 2° comma del Testo Unico 297/94 (che rimanda alle procedure indicate nell'art. 277 "sperimentazione metodologico - didattica").

I contenuti del D.L.vo 59/04 e della C.M. 29/04 offrono una lettura arretrata della legge 53/03. L'anello che appare più debole e inaccettabile è proprio quello che a noi è più caro, vale a dire il progetto culturale e curricolare.
Nel metodo: 1) perché le indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati non sono il risultato di un dibattito trasparente all'interno di Commissioni pubbliche e pluraliste (fatto mai accaduto nella storia della scuola della Repubblica); 2) perché sono allegate, seppure in via transitoria, ad un decreto legislativo (fatto illegittimo in quanto contraddice la stessa legge 53 che all'art. 7 indica un iter procedurale diverso). Pertanto non hanno alcun fondamento giuridico.

Nel merito: perché l'assenza di un confronto pubblico e ampio ha reso i contenuti delle proposte pieni di incongruenze e di incredibili forzature ideologiche e pedagogistiche che cercano di nascondere la debolezza dell'impianto culturale. Tale debolezza rende le proposte delle indicazioni transitorie inadatte a sostenere il lavoro a cui le scuole sono chiamate dall'art. 8 del regolamento sull'autonomia, vale a dire la definizione del curricolo.
Si colga allora l'occasione per riprendere nelle scuole un serio lavoro sul curricolo 3-14 (16) e sulla progettualità educativa.

In attesa di indicazioni non-transitorie non ci si deve fermare alle sole indicazioni transitorie: c'è ancora molto da scavare nella miniera dei programmi del '79, dell'85, negli orientamenti del '91, nel documento di sintesi della commissione del "saggi" del 1997, nelle indicazioni curricolari del 2001, nella storia di ricerca delle stesse scuole.

Si sviluppino gli strumenti per sostenere la ricerca attorno alla cultura della scuola e del fare scuola, premessa per dare senso e forma anche alle altre scelte legate all' "uso" del tempo scuola e all'organizzazione del lavoro scolastico.

Di conseguenza chiediamo con forza una commissione pubblica, pluralista di alto profilo culturale, scientifico e professionale a cui affidare il compito della stesura delle indicazioni nazionali così come previsto dall'art. 8 del DPR 275/99.

Inoltre proponiamo per il 27, 28, 29 settembre a Roma un appuntamento in cui docenti, dirigenti, esponenti del mondo della ricerca, della cultura, delle scienze rinnoveranno la lettura critica dei contenuti delle indicazioni transitorie e, a supporto della commissione pubblica da noi chiesta, avanzeranno proposte utili a disegnare una scuola per la società della conoscenza.

4. Semplice dimenticanza?

Il 22 aprile scorso c'è stato il primo incontro del Forum delle Associazioni Professionali dei docenti e dirigenti scolastici istituto con Decreto Ministeriale del 10. 2. 2004, ma Legambiente Scuola e Formazione non c'era! Non siamo stati "ricompresi" tra le associazioni professionali costituenti il Forum, pur essendo tra le associazioni firmatarie della richiesta avanzata in tal senso al Ministro un anno fa e pur avendo titoli e diritti pari alle altre associazioni convocate. Perché? Vogliamo credere sia una semplice dimenticanza!

5. Istituti tecnici: che fare?

Doveva essere un incontro importante, chiarificatore quello tra Confindustria e il Ministro Moratti al Convegno "Capitale umano. Qualità, competitività. Quando la formazione anticipa lo sviluppo" organizzato a Vicenza lo scorso 20 aprile. Ma il Ministra ha dato forfait e così l'atteso confronto sul futuro degli istituti tecnici non c'è stato. Rimane, quindi, ancora senza risposta il quesito se gli istituti tecnici, assieme ai professionali, costituiranno la base di partenza per la costruzione del canale dell'istruzione e formazione professionale regionale oppure se avranno un ruolo nel sistema dell'istruzione statale.

Il sistema dell'istruzione a due canali, prefigurato dalla riforma, licei da una parte e formazione professionale dall'altra, non convince Confindustria che teme che ai giovani sia offerto un liceo tecnologico (o economico) generico, privo di indirizzi, dove il patrimonio di formazione tecnica è assente in alternativa secca a una formazione professionale regionale destinata ad accogliere una domanda dequalificata. Contro questa divaricazione Confindustria, appoggiata anche da rappresentanti della stessa maggioranza, punta a recuperare l'eccellenza degli istituti tecnici all'interno dell'istruzione statale (e i professionali? Confindustria non ne parla, sembrano lasciati al loro destino& regionale). Accanto ai licei "generalisti" che preparano all'Università ci potrebbero essere quelli "vocazionali" che raccolgono l'esperienza degli istituti tecnici e che aprono le porte del mondo del lavoro, inseriti all'interno di "poli tecnologici territoriali" comprendenti anche i corrispondenti percorsi della formazione professionale, educazione degli adulti, formazione superiore& in collegamento con Università e ricerca scientifica. Otto le aree di specializzazione individuate per il liceo tecnologico: elettronica, meccanica e automazione; energia e impianti; informatica e comunicazione; chimica e biologia; risorse agro-alimentari ed ambientali; tessile, moda, calzature ed accessori; edilizia e territorio; trasporti, intermodalità e logistica. Tre gli indirizzi per il liceo economico: amministrazione e controllo, comunicazione e marketing; gestione e servizi per il turismo.

Ora la proposta è stata fatta e si attende risposta. Il Ministro fa sapere che "né per quanto riguarda i licei, né per quanto riguarda l'istruzione e la formazione professionale, fino ad ora è stata presa alcuna decisione; infatti un apposito gruppo di lavoro di esperti (n.d.r. Chi? Perché sempre tanta segretezza sui componenti i gruppi di lavoro ministeriali?) sta elaborando specifiche proposte in vista della stesura del decreto attuativo della L. 53/03 relativo al secondo ciclo. Assicuro comunque che sarà ampiamente valorizzato il patrimonio degli istituti tecnici&".

Intanto l'appello per la valorizzazione degli istituti tecnici e professionali lanciato lo scorso autunno da Fuoriregistro, Edscuola, dalle associazioni professionali AIMC, CIDI, FNISM, Legambiente Scuola e Formazione, Proteo Fare Sapere ha raccolto finora 18.364 firme che saranno consegnate al Presidente della Repubblica . L'alta adesione del mondo della scuola conferma il dissenso e la contrarietà al progetto di regionalizzazione morattiano.

6. Agenda

3 maggio 2004

Proteo Fare Sapere e Cgil Scuola Calabria promuovono il convegno "Il paradosso italiano nella società della conoscenza: la legge Moratti Tempi, personalizzazione, professionalità". Pizzo Calabra (VV) ore 9.30 17.00. Segreteria organizzativa: Sindacato Regionale Scuola Calabria: tel. 0961.778431-77830, fax 0961.770323, e-mail calabria@cgilscuola.it, valstilo@tin.it

24 maggio 2004

Legambiente Campania, ARCI Comitato Campania organizzano il convegno "Istruzione, riforme, devolution: gli scenari possibili in Italia e in Europa. Per il rilancio dell'istruzione pubblica italiana: da riforma Moratti e devoluzione dei poteri, a un'Europa unita e solidale nell'educazione" Napoli, Teatro Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II (Piazza Dante 41), ore 9.30 19.30

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