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Legambiente scuola news: Appello Per la scuola, l’istruzione, la democrazia

Al Presidente del Consiglio dei Ministri on.le Romano Prodi

20/11/2006
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Legambiente scuola news

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

on.le Romano Prodi

Appello Per la scuola, l’istruzione, la democrazia

Sta crescendo una nuova emarginazione, quella che relega in ruoli subalterni quanti non possiedano il repertorio di simboli necessario per formulare e comprendere messaggi, operare con grandezze, osservare e indagare la natura. La scuola, che nel corso della storia unitaria ha contribuito in modo determinante a creare le condizioni per l’unità culturale del paese, si trova oggi in difficoltà a contrastare i fenomeni emergenti. La sottrazione di simboli al profilo culturale della popolazione non è, infatti, da attribuire ad un’attenuazione della capacità del sistema dell’istruzione di far fronte al suo compito, ma ad una erosione sistematica dello spazio d’intervento della scuola e alla sua sostituzione con fonti di disseminazione della conoscenza il cui intento non è la crescita intellettuale e civile dei cittadini, ma la loro capacità di accogliere messaggi che incrementino la propensione al conformismo e al consumo.

Se si confronta la quantità di risorse investite dai sistemi di comunicazione con quelle poste a disposizione della scuola, appare evidente che le prime sono in continua e rapida crescita, mentre il sistema dell’istruzione non riesce a conservare la quota della ricchezza nazionale, peraltro mai adeguata alle esigenze effettive, che era riuscita a raggiungere nei decenni successivi alla riforma della scuola media del 1962. I nostri ragazzi sono sommersi da messaggi superficiali, subiscono la fascinazione del modo in cui essi sono formulati, tendono a riprodurre modelli poveri di pensiero ma densi di implicazioni valoriali gradite a chi esercita il controllo della comunicazione sociale. Il compito educativo diventa di anno in anno più difficile. Gli insegnanti debbono contrastare con mezzi impari il radicamento di una cultura della subordinazione che presenta suggestioni molto più forti di quella che dovrebbe assicurare a ciascuno autonomia di pensiero e capacità autonoma d’azione.

Siamo in una situazione di rischio per la democrazia. Una cultura diffusa povera di simboli limita le capacità d’interpretazione, riduce gli elementi di identità, lascia esposti a condizionamenti autoritari. Al primato della ragione si oppone la proposta di un senso comune tanto denso di melasse affettive quanto chiuso alle esigenze di chi è meno favorito. Lo stesso sviluppo scientifico e tecnologico non è più di stimolo al prodursi di un pensiero critico, ma è sommerso da evocazioni irrazionali. Le emozioni che potrebbero spingere a nuove conquiste di libertà sono sostituite da un medievismo intriso di magia.

Occorre impegnarsi per la ricostruzione di un quadro culturale che sia insieme ripresa di una grande tradizione e apertura alle nuove esigenze di sviluppo della società contemporanea. La scuola deve uscire dagli atteggiamenti difensivi ai quali è stata costretta in anni recenti per riprendere il suo ruolo di progresso.

Per cominciare, è necessario accrescere l’offerta educativa, rendendo effettiva da subito l’istruzione fino ai sedici anni di età, con piena titolarità della scuola, nella prospettiva di un ampliamento ulteriore fino ai diciotto anni.

Ci si deve impegnare per un progetto che veda la scuola protagonista della vita culturale e sociale in tutta la parte protetta della vita. E si deve dar senso alla nuova proposta d’istruzione non limitandola a quanto sembri utile nella contingenza, ma qualificandola nella prospettiva di un percorso di vita che si protrae nel tempo. Dobbiamo fornire ai nostri ragazzi la possibilità di interpretare i cambiamenti nei quali saranno immersi, senza cedere per poche lenticchie la loro autonomia di giudizio.

E’ una responsabilità del Parlamento porre le condizioni perchè l’eguaglianza tra i cittadini non sia solo una buona intenzione: elevare subito , dentro la scuola, l’obbligo a 16 anni è un modo per contrastare la nuova emarginazione. Stabilire la nuova soglia per l’istruzione obbligatoria nella legge finanziaria può essere il segnale di una ripresa della capacità di elaborare una politica proiettata verso il futuro.

Primi firmatari

Benedetto Vertecchi, don Luigi Ciotti, Clotilde Pontecorvo, Tullio De Mauro, Guglielmo Epifani, Stefano Rodotà, Giorgio Parisi, Margherita Hack, Marcello Cini, Luciano Gallino, Carlo Bernardini, Paolo Leon, Elena Gagliasso, Alberto Magnaghi, Marcello Buiatti, Carla Fracci, Dario Fo, Franca Rame, Sandro Curzi, Giunio Luzzatto, Francesca Comencini, Ricki Tognazzi, Bruno Losito, Anna Maria Ajello, Franco Frabboni, Franca Pinto Minerva,Mario Monicelli, Nicoletta Lanciano, Flavia Zucco, Saul Meghnagi, Simona Izzo, Citto Maselli, Beppe Menegatti, Daniele Vicari, Wilma Labate, Alessandra Ginzburg, Marco Dallari, Paola Falteri, Luca Zevi, Vincenzo Padiglione, Giorgio Arlorio, Pancho Pardi, Pamela Villoresi, Pasquale Scimeca, Walter Fornasa, Boris Zobel, Giuseppe Bagni, Telmo Pievani, Giuliano Ligabue, Michela Mayer, Matteo Fusilli, Paolo Beni, Roberto Della Seta, Angela Nava, Fabrizio Dacrema, Sofia Toselli, Antonio Limonciello, Gigliola Corduas, Enrico Panini, Vittorio Cogliati Dezza, Angela Binetti, Diana Cesarin, Omer Bonezzi, Antonia Sani, Antonio Cucinella, Mauro Casola, Francesca Chiavacci, Raffaele Mantegazza, Mussi Bollini, Antonio Erbetta, Massimo Canovacci, Roberto Farne'


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