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Legambiente scuola news

Indice 1. Il Consiglio dei Ministri approva! 2. E nel corteo tanti palloncini& 3. Una scuola precaria 4. Riecco le 251 scuole della sper...

24/01/2004
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Indice

1. Il Consiglio dei Ministri approva!

2. E nel corteo tanti palloncini&

3. Una scuola precaria

4. Riecco le 251 scuole della sperimentazione

5. 27 gennaio: io non rinuncio alla memoria

6. Agenda

1. Il Consiglio dei Ministri approva!

E così il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto attuativo di riforma della scuola del primo ciclo nonostante le proteste dell'opposizione e le perplessità della stessa maggioranza.

Il passaggio alle Camere non è stato facile. Dapprima le dimissioni dell'onorevole Angela Napoli (AN), relatrice di maggioranza del decreto in commissione Istruzione della Camera. La protesta, peraltro subito rientrata, era diretta contro l'emanazione della CM 2 sulle iscrizioni, per il prossimo anno scolastico, ad un modello di scuola allora non ancora approvato, esautorando così il Parlamento e le sue prerogative. Poi ci pensa l'UDC che presenta una serie di emendamenti per chiedere il mantenimento del team docente, del modello globale del tempo pieno, dell'orario della scuola media& emendamenti che, se approvati, smonterebbero l'essenza stessa del decreto. Ma il decreto, così come a suo tempo la L. 53/03. è blindato e gli emendamenti non passano. Ultimo ostacolo la bocciatura della Commissione Bilancio del Senato che rileva come alcuni capitoli di spesa non abbiano la copertura finanziaria. Invita quindi a riformulare il primo articolo laddove "assicura" la generalizzazione dell'offerta formativa e la possibilità di "frequenza della scuola per l'infanzia". Il secondo rilievo riguarda l'anticipo scolastico che deve essere modulato non solo per il triennio 2004-2006. La non modifica comporterebbe un aggravio di spesa e, come dice l'art. 7 della L. 53/03, occorre perciò che il provvedimento sia preceduto da un decreto legislativo che stanzi le occorrenti risorse finanziarie. Un modo elegante per dire che il MIUR non ha saputo "ben calcolare" le previsioni di spesa. Camera e Senato quindi licenziano il decreto con poche modifiche non sostanziali rispetto al testo originario, accogliendo solo le modifiche già introdotte dalla Conferenza Unificata Stato Regioni Enti Locali nel dicembre scorso, vincolanti per il parere favorevole allora espresso (vedi Legambiente Scuola News n. 22).

Viene confermato quanto è noto da tempo: anticipo nelle iscrizioni, piani di studio personalizzati, riduzione del tempo scuola obbligatorio (27 ore), insegnamenti opzionali e facoltativi, affidabili anche ad esperti esterni con contratti di prestazione d'opera, docente tutor, portfolio delle competenze, soppressione del tempo pieno e prolungato. Ora può aver luogo l'avvenimento mediatico di comunicazione al Paese che "parte la nuova scuola dell'infanzia e primaria". Il comunicato stampa recita che "è chiarito che il tempo pieno nella scuola primaria e prolungato nella scuola secondaria di primo grado è pari a quello attuale&", nella conferenza stampa si accusa la sinistra di dire un sacco di bugie& come Goebbels! Noi non siamo d'accordo, il MIUR gioca sull'equivoco. Il tempo pieno della Ministra è dato da tre segmenti disgiunti: tempo scuola obbligatorio (27 ore), mensa scolastica (10 ore), tempo scuola opzionale (3 ore). Il tempo pieno è ben altro: è un progetto unitario di didattica, portato avanti da un team docente, che ha tempi distesi di insegnamento- apprendimento, che stimola e favorisce l'innovazione didattica. Ma non è solo un equivoco, a monte ci sono due modelli di scuola, l'uno selettivo, l'altro solidale.

L'organico docente per mensa e tempo scuola opzionale è garantito solo per il prossimo anno scolastico: e poi? Si affacciano gli appalti ai privati. E gli insegnanti che così saranno soprannumerari? Ci penserà qualche finanziaria a "snellire" gli organici e, se "nessun docente di ruolo perderà il posto" come ha più volte dichiarato la Ministra Moratti, la scuola ha tanti docenti precari su cui le forbici di Tremonti possono operare (vedi 4. Una scuola precaria)!

A fermare il decreto non sono bastate le manifestazioni del 29 novembre, non quella che ha attraversato Roma il 17 gennaio scorso: un lungo corteo colorato, pieno di musica& con tanta voglia di esserci e di manifestare il proprio pensiero, centomila persone (Piazza del Popolo era gremita), tutti insieme genitori, insegnanti, studenti (grandi e piccoli), comitati, associazioni, forze politiche e sindacati, arrivati da ogni parte d'Italia per difendere la scuola pubblica e il tempo pieno, per dire no alle politiche scolastiche di questo governo. E' stata l'ennesima volta che la scuola italiana è scesa in piazza ma la Ministra Moratti fa finta di non sentire le voci di dissenso e le motivazioni che le accompagnano. La scuola si mobilita dal basso contro l'applicazione della L. 53/03 del suo primo decreto applicativo che riporta la scuola al passato quando il tempo pieno era chiamato doposcuola e l'istruzione era un privilegio di pochi. Non sono bastate le mille e mille mozioni contrarie di altrettanti Collegi Docenti, dei pacchi di Agende di "Una scuola per crescere" restituite al mittente come dono non gradito! E' stata scelta la linea dura, il decreto è quindi approvato e dal prossimo settembre i tre segmenti di scuola interessati cambieranno secondo un modello costruito senza cercare il consenso necessario su un tema così importante che riguarda il futuro del Paese.

Intanto, di fronte a questo quadro negativo, CGIL Scuola, CISL Scuola e UIL Scuola proclamano l'immediato stato di mobilitazione di tutto il personale della scuola

2. E nel corteo tanti palloncini&

Tanti palloncini colorati ognuno appeso ad un bambino& Erano veramente tanti i bambini che sabato 17 gennaio hanno sorretto striscioni, cantato slogan e marciato a fianco dei loro insegnanti e dei loro genitori, scesi in piazza a difendere il loro diritto ad avere una scuola di qualità e non un luogo dove essere parcheggiati in una sorta di doposcuola assistenziale. A chi grida allo scandalo per l'uso strumentale che sarebbe stato fatto di quei bambini vorremmo dire che essi sono bambini reali, protagonisti di una scuola vera che vedono in pericolo, scesi in campo a difendere un loro diritto: mantenere i compagni, i loro insegnanti, la qualità serena e distesa dell'apprendimento. I diritti non hanno età! Che dire invece di quei bambini che sono stati usati per propagandare, nello spot pubblicitario di "Una scuola per crescere" una scuola che non esiste?

3. Una scuola precaria

26.514 docenti con contratto a tempo determinato, 78.873 con incarico sino al termine delle lezioni, 69.479 unità del personale ATA di cui 50.812 collaboratori scolastici che hanno un incarico annuale. Questo il variegato mondo dei precari della scuola che ogni inizio di anno scolastico si contendono un incarico: una guerra tra poveri!

15.000 sono le immissioni in ruolo che il Ministro Tremonti ha concesso alla collega Moratti per il prossimo anno scolastico. Ma il decreto presidenziale del 19 novembre 2003 non è una regalia del governo, dà alla scuola quanto le è dovuto, anzi meno!

Infatti l'atto di programmazione delle assunzioni a tempo indeterminato adottato dal Ministro della Pubblica Istruzione in data 16. 11. 2000 con nota D//3374 prevedeva 40.000 assunzioni per l'anno scolastico 2000/01, 35.000 per l'anno scolastico 2001/02 (totale 65.000 assunzioni effettuate poi dalla Ministra Moratti all'inizio del suo incarico) e 21.000 assunzioni per l'anno 2002/03 (mai effettuate). Il decreto quindi di immissione in ruolo di 15.000 unità (tra personale docente, educativo e ATA ripartito dalla Ministra a seconda delle priorità) è di molto inferiore al fabbisogno della scuola e a quanto previsto dal piano programmatico del 2000. Le 15.000 nuove assunzioni non riusciranno a coprire neppure il turn over dei pensionamenti. Ma se con una mano Moratti dà, con l'altra Tremonti taglia! La finanziaria 2002 (L. 448/01) ha previsto nel triennio 2002/04 il taglio di 34.000 docenti (finora ne sono stati fatti 15.580) e la finanziaria 2003 (L. 289/02) nel triennio 2003/05 taglia il 2% del collaboratori scolastici (6.933 bidelli, 2.311 l'anno).

Non ci sono soldi per rendere meno precario il personale della scuola ma si provvede, con la L. 186/03, a saldo di una delle tante cambiali elettorali staccate da questo governo, a mettere in ruolo i docenti di religione cattolica!

4. Riecco le 251 scuole

Dopo l'oblio, le 251 scuole protagoniste lo scorso anno scolastico della sperimentazione della riforma, ritornano in campo. Di esse se ne era persa traccia e poco o nulla si era saputo degli esiti di quella sperimentazione. Ora quelle scuole, assieme ad altre 292 (totale 543), scelte entro fine gennaio con una percentuale di scuole paritarie non inferiore al 7% (tra le 251 scuole la percentuale di paritarie era del 28,57%), saranno oggetto di ricerca da parte degli IRRE. Dopo aver fatto compilare un questionario per individuare le scuole da monitorare, saranno messi in campo altri strumenti di rilevazione: un'intervista semistrutturata al Dirigente Scolastico, un questionario allo staff, una narrazione da parte dei protagonisti, due focus group. L'obiettivo è quello di "raccogliere le pratiche applicative della riforma& selezionare le buone pratiche tra quelle raccolte& disseminare i risultati di questa attività".

Il questionario inviato alle scuole fa riferimento "all'introduzione del portfolio, alla figura del docente tutor, ai laboratori organizzati per livello, compito, interesse, a una nuova organizzazione dell'istituzione scolastica e dell'utilizzo dei docenti", proprio quei punti "qualificanti" della riforma che la CM 62/03 aveva indicato alle scuole come applicazione dell'art. 1 del DM 61/03 e che il MIUR si è visto poi costretto a disconoscere con la CM 68 dell'8. 8. 03 "in quanto non rientranti negli obiettivi del progetto nazionale suddetto".

Che cosa cerca quindi l'IRRE? Quello che le scuole non potevano certo applicare! E comunque le buone pratiche non si costruiscono in tempi così ristretti. Il monitoraggio, come la sperimentazione dello scorso anno, ha tutta l'aria di essere "più di facciata che di sostanza".

5. 27 gennaio: io non rinuncio alla memoria

Riproponiano per il secondo anno l'appello e la proposta di effettuare un minuto di silenzio nelle classi alle ore 11.59 del 27 gennaio (ora di entrata delle truppe sovietiche ad Auschwitz) leggendo poi la poesia di Primo Levi "Se questo è un uomo". Assieme a noi sottoscrivono l'appello AIMC, CIDI, FNISM, MCE, Proteo Fare Sapere, UCIIM, Edscuola.it, Scuolaidea.it, ScuolaOggi.org. Hanno già dichiarato la loro adesione personalità importanti e migliaia di docenti, dirigenti scolastici oltre che le principali organizzazioni sindacali (sul sito www.scuolafuturo.it è possibile sottoscrivere l'appello).

Il Presidente della Repubblica ha concesso il suo alto patronato all'iniziativa del "Minuto di silenzio". Siamo onorati e profondamente grati al Presidente per questo gesto che conferma la sua attenta partecipazione alla vita della scuola italiana.

Lavoriamo perché questa iniziativa diventi una tradizione condivisa da tutta la scuola e insieme un'occasione significativa per la formazione dei giovani, nello studio e nella comprensione della storia, in riferimento ai valori della nostra Costituzione.

6. Agenda

27 gennaio 2004: Proteo Fare Sapere e CGIL Scuola organizzano il Convegno Nazionale "La Memoria, la Shoah, la Resistenza" con l'alto patronato del Presidente della Repubblica, martedì 27 gennaio ore 9.00 13.00 Campidoglio Sala Pietro da Cortona, Roma

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