Le tante sfide aperte della filiera privata
In dirittura d’arrivo la stagione dei rinnovi della scuola non statale. Dopo i contratti Aninsei e Agidae, si profila la chiusura anche con la Fism. A seguire mesi laboriosi, con i sindacati impegnati a monitorare l’applicazione dei ccnl sottoscritti.
di Giusto Scozzaro e Luigi Rossi, FLC CGIL Nazionale
A distanza di tre anni (2013) dalla presentazione delle piattaforme, il 2016 sarà l’anno della firma dei contratti dell’istruzione non statale per gli oltre 160mila addetti che lavorano nelle scuole laiche, cattoliche e religiose. Entro la fine dell’anno si profila la firma dell’ultimo contratto ancora formalmente aperto, ma definito nella sua ipotesi finale. Il contesto in cui si è agito non è stato favorevole, perché aggravato da una pesante crisi economica e sociale che continua a causare numerose crisi aziendali, su tutto il territorio nazionale, con licenziamenti collettivi e cessioni di ramo d’azienda che determinano effetti devastanti sull’occupazione, ma anche sulla diminuzione dei servizi alla persona nel territorio.
Fism. La sigla del ccnl 2016-2018 per il personale addetto ai servizi e alle scuole dell’infanzia non statali che aderiscono alla Federazione italiana scuole materne (Fism), avvenuta il 14 giugno, è giunta al termine di un lungo negoziato condizionato dalla mutata legislazione sul mercato del lavoro e da una campagna mediatica contro le organizzazioni sindacali dei lavoratori. Il testo siglato dalla Fism e da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal – che interessa circa 60mila addetti – sarà sottoposto al vaglio degli organismi delle singole organizzazioni datoriali e sindacali e, per quel che riguarda la Flc, anche alla consultazione degli addetti, con assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori nel mese di settembre.
Tutte le nostre strutture saranno impegnate per questa importante scadenza in un comparto dove le condizioni di contesto non sono favorevoli (ed è pertanto scarsamente sindacalizzato) per praticare i valori e raggiungere gli obiettivi contenuti nella Carta dei diritti universali del lavoro presentata dalla Cgil. La firma definitiva dei testi, in caso di esito favorevole nelle assemblee, è prevista entro il 15 ottobre.
L’esito finale della trattativa, che la delegazione Flc Cgil giudica positivo, non era scontato, mentre si discute al Miur la delega sullo 0-6, ai sensi della 107/2015, che può introdurre significative trasformazioni istituzionali nel sistema degli asili nido e della scuola dell’infanzia, con ricadute contrattuali inevitabili e al momento imprevedibili. L’ipotesi di rinnovo contrattuale prevede un aumento a regime sul sesto livello retributivo di 87 euro, con miglioramento economico sul tabellare del 6%. La parte economica prevede anche un importo una tantum di 120 euro a titolo risarcitorio per il periodo 2013-2015.
Di particolare rilievo è aver ottenuto una maggiore tutela, in vigenza del Jobs Act, in caso di licenziamenti illegittimi individuali, plurimi e collettivi. L’articolo contrattuale prevede la reintegra sul posto di lavoro, indipendentemente dal numero dei lavoratori, per chi è in servizio alla data della sottoscrizione del ccnl (ottobre 2016). Si tratta, quindi, di una maggiore tutela per gli assunti dopo l’entrata in vigore del Jobs Act e fino alla firma del ccnl. Anche sul versante della rappresentanza sindacale, viene mantenuta la Rsa per ogni organizzazione sindacale, anche al di sotto dei 15 dipendenti, mentre le parti si incontreranno entro 180 giorni dalla firma del ccnl per “definire l’accordo sulla costituzione della Rappresentanza sindacale unitaria”.
La firma sull’ipotesi di contratto con la Fism giunge dopo quella con Agidae del 7 luglio 2016 e ancora prima con Aninsei-Confindustria Federvarie il 26 gennaio 2016. È utile ricordare che le Organizzazioni sindacali, già nel 2013, in sede di presentazione delle piattaforme contrattuali avevano proposto alle controparti, che intervengono sugli stessi ordini di scuola e servizi educativi, di unificare i tavoli di trattativa per giungere a un unico contratto di comparto; una richiesta rimasta, purtroppo, inascoltata e che ha reso impraticabile qualunque ipotesi di percorso unitario della parte datoriale. Una scelta a nostro avviso sbagliata, nobilitata da ragioni ideologiche e identitarie del mondo cattolico.
Agidae. Il contratto firmato con Agidae, che rappresenta le scuole a gestione cattolica afferenti alle congregazioni religiose, riguarda circa 50mila addetti che operano negli asili nido, nella scuola paritaria dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado. L’aumento retributivo sul tabellare è di 110 euro, pari al 6,8%, nel triennio 2016-2018 per un docente di secondaria superiore inquadrato al quinto livello. Vengono mantenuti i superminimi maturati al 31 dicembre 2005 come elemento della retribuzione non riassorbibili.
Particolarmente dibattuto durante il negoziato è stato l’istituto della retribuzione progressiva di accesso, introdotta con verbale di accordo del 24 luglio 2013 a seguito della dichiarazione dello stato di crisi del settore da parte dell’associazione datoriale Agidae. Tale retribuzione di ingresso prevedeva un abbattimento salariale del 18% per i neo assunti. Nel nuovo testo contrattuale il salario d’ingresso sarà totalmente riassorbito a partire da settembre 2018 con il 100% della retribuzione spettante per gli assunti con la retribuzione progressiva di accesso. Un risultato qualificante ottenuto dalla Flc Cgil, per nulla scontato, dovendo superare le forti resistenze della controparte datoriale, che chiedeva il totale riassorbimento del salario d’ingresso in un tempo più lungo e precisamente entro il 2021, e le “morbidezze” di altre organizzazioni sindacali, che avevano già dichiarato di essere disponibili ad accettare la proposta di Agidae.
La parte normativa è stata aggiornata, tenuto conto delle novità legislative introdotte in materia di lavoro, per limitarne, quanto più possibile, gli effetti negativi sulle condizioni dei lavoratori. Alcuni esempi: • è stata stabilita la gerarchia dei livelli di contrattazione con gli istituti a essa demandati; la possibilità di eleggere le Rsu nelle scuole non statali a gestione cattolica; l’applicazione dei contratti a termine e la regolamentazione dei Co.co.co ai sensi del dlgs 81/2015; • è stato normato il lavoro intermittente, applicato solo in alcuni casi; • sono state estese le procedure del trasferimento d’azienda (legge 428/90) agli appalti, convenzioni e affidamenti di gestione.
Non solo. Le parti hanno firmato anche un accordo sull’assistenza sanitaria integrativa allegato al ccnl. Tale accordo prevede il versamento di 5 euro mensili per ogni lavoratore dipendente, a totale carico del datore di lavoro, in un fondo/cassa che le parti congiuntamente individueranno per la gestione del servizio. Tutta questa partita di welfare contrattuale sarà affrontata in un’apposita sequenza a settembre prossimo.
Aninsei. Ad aprire la stagione dei rinnovi è stata la firma con l’Associazione nazionale istituti non statali di educazione e di istruzione (Aninsei, associata a Confiundustria Federvarie) il 26 gennaio 2016 per il triennio 2015-2018, dopo l’intesa siglata il 22 luglio 2015. Il ccnl è destinato a circa 60mila lavoratrici e lavoratori che operano nel mondo dell’educazione, dell’istruzione e della formazione privata a gestione laica, che va dagli asili nido alla scuola privata paritaria e non paritaria, dai corsi extracurriculari alle scuole di lingua, dalle accademie e conservatori agli istituti parauniversitari e alle università private.
Nel nuovo testo contrattuale viene recepito il Testo Unico sulla rappresentanza sottoscritto da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil il 10 gennaio 2014; mentre ci sono i presupposti per giungere in tempi brevi all’elezione delle Rsu nelle scuole non statali a gestione laica e aderenti ad Aninsei. Per quanto riguarda la retribuzione, questa a regime prevede aumenti di 70 euro mensili a regime per un docente di sesto livello, pari a poco più del 5%. Ma è previsto anche un salario legato all’anzianità di servizio di circa 30 euro medie mensili e un importo una tantum di 65 euro per il periodo 2013-2014.
La parte normativa prevede: • il superamento delle percentuali di stabilizzazione fissate dal Testo Unico per l’apprendistato professionalizzante; • l’estensione delle clausole previste in occasione di trasferimento d’azienda o di un suo ramo, anche nei casi di appalto o cambio di gestore, convenzioni, concessioni e affidamento con gli enti pubblici; • l’uso dei rapporti di Co.co.co nei limiti previsti dalla legge di parità n.62/2000; • la regolamentazione dei Co.co.co nei casi previsti dall’articolo 2 del dlgs 81/2015.
Conclusa la stagione contrattuale della filiera privata della conoscenza, si apre la fase di gestione di istituti contrattuali che hanno adeguato e migliorato l’impianto contrattuale nell’epoca del Jobs Act. I prossimi saranno mesi laboriosi, con i sindacati impegnati a monitorare l’applicazione dei contratti rinnovati, gestire le crisi aziendali con i pochi strumenti di welfare pubblico disponibili, cercare nuove strade per “accorciare” le distanze con le lavoratrici e i lavoratori in comparti scarsamente sindacalizzati, dove il bisogno di tutela e di protezione è elevato, ma quasi sempre inespresso o anonimo.
La filiera privata della conoscenza è una realtà dove abbiamo impedito l’uso dei voucher, ma dove si trovano tante criticità sommerse sui mancati diritti con condizioni di sotto-tutela e sfruttamento; un vero e proprio laboratorio sindacale. Per la Flc Cgil è un grande impegno, che l’intero gruppo dirigente deve mettere tra le sue priorità sindacali. Occorrono politiche, risorse e investimenti per aumentare la rappresentanza e dare voce agli oltre 160mila addetti “in chiaro”. Senza questo pezzo significativo della conoscenza privata, la Flc sarebbe un processo incompiuto. Si tratta, quindi, di una sfida importante per la categoria, che deve essere affrontata con senso di responsabilità per dare “sostanza” anche alle firme raccolte sui referendum della Cgil e sulla proposta di legge di iniziativa popolare per la Carta dei diritti.