Le specializzazioni dureranno di meno, l'esame di laurea varrà quello di Stato. Fazio: «Rimane il numero chiuso»
Le specializzazioni dureranno di meno, l'esame di laurea varrà quello di Stato. Fazio: «Rimane il numero chiuso»
MILANO - La riforma del percorso di studi di medicina consentirà ai giovani di entrare nel mondo del lavoro «prima dei trent'anni» e con un risparmio di tempo pari a «tre anni e mezzo». Nel corso di una conferenza stampa, al termine del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, il titolare della Salute, Ferruccio Fazio, definisce il provvedimento come «una delle innovazioni più grandi nel settore della sanità». Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, parla di «rafforzamento della qualità unita al risparmio di tempo degli studenti». L'obiettivo del provvedimento, spiegano, è «rafforzare la qualità della formazione specialistica post laurea, accrescere la partecipazione degli specializzandi all'attività professionale con esperienze sul campo, rendere più compatto il percorso complessivo, evitare tempi morti tra una fase e l'altra ed incentivare la partecipazione dei giovani medici al dottorato di ricerca».
TRE NOVITA' - Tre le novità della riforma: la scuola di specializzazione durerà un anno in meno. La durata dei corsi di specializzazione viene avvicinata a quella europea: le specialità chirurgiche passano da 6 a 5 anni, quelle mediche da 5 a 4 anni o 3 per alcune aree particolari. Poi il dottorato. Durante la specializzazione sarà consentito, nell'ultimo anno, di svolgere contemporaneamente il dottorato. In questo modo si dovrebbe consentire allo specializzando di accorciare ulteriormente il percorso di studi ed entrare nel mondo del lavoro più rapidamente, come accade all'estero e nei migliori sistemi formativi, come quelli anglosassoni. Laurea: l'intenzione dell'Italia è di confermare la durata di 6 anni del percorso di laurea, mentre il tirocinio valutativo di 3 mesi, che oggi si svolge dopo la laurea, verrà incorporato nella stessa. L'esame di laurea, quindi, inglobando anche l'esame di Stato, permetterebbe di conseguire una laurea abilitante. Questa scelta dovrà avvenire previo confronto in sede europea, in modo da garantire l'uniformità delle scelte.
RIMANE IL NUMERO CHIUSO - Per l'accesso alle facoltà di medicina resterà il numero chiuso. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, durante la presentazione delle novità contenute nella riforma del percorso di studi di Medicina. «Abbiamo una pletora di medici. Attualmente - ha spiegato il ministro - ne abbiamo 4 ogni 1.000 abitanti a fronte di una media Ocse di 3,3. Con le nuove regole la nostra media scenderà a 3,5 rimanendo dunque ancora superiore a quella Ocse. Il numero di medici che escono dalle facoltà a numero chiuso copre le necessità del Paese e non riteniamo - ha concluso Fazio - di aver bisogno di nuovi medici».