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«Le sostituzioni non spariranno E senza le coperture non si può fare nulla»

I presidi di tutta Italia sono i primi a dover fare i conti con l’intricato sistema delle supplenze.

28/08/2014
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La Stampa

I presidi di tutta Italia sono i primi a dover fare i conti con l’intricato sistema delle supplenze. Trovare i sostituti non è facile e comunque rappresenta spesso un passo indietro sul piano dell’offerta formativa. Per questo Ezio Delfino, presidente dell’Associazione dei dirigenti di scuole statali e paritarie (Disal), guarda con favore alla riforma in cantiere. «A patto - avverte - che alle parole seguano i fatti e il governo trovi le risorse necessarie ».

Professor Delfino, non si fida del premier Renzi e del mini- stroGiannini? «Non è questione di fiducia, ma di prudenza. Aspettiamo di vedere i fatti prima di sbilanciarci ».

Ma, dovesse essere conferma-ta, l’assunzione di 100mila precari sarebbe un fatto posi- tivo? «Assolutamente. Noi presidi siamo a corto di personale e avere più docenti a disposizione non potrebbe che aumentare la qualità delle scuole italiane».

E cosa pensa della novità degli organici funzionali? «Che non sono una novità. Esistono già da qualche anno, anche se non sono mai stati attuati. E la nostra associazione ne sostiene da sempre la grande utilità»

. In teoria, quindi, la riforma Renzi dovrebbe migliorare la situazione... «Le supplenze sono un’emergenza per le scuole, ne faremmo volentieri a meno. Ma è impensabile che possano scomparire del tutto. Vogliamo vedere cosa c’è nel «pacchetto» del governo, attualmente restano tante incognite sul progetto».

Quali per esempio? «Decidere quanto grandi saranno questi nuovi contingenti, per quali incarichi potranno essere utilizzati. Non tutti i docenti possono insegnare tutte le materie, il provvedimento va studiato bene. E poi spero che il governo si ricordi anche di noi presidi...»

A cosa si riferisce? «Ci sono centinaia di istituti in tutta Italia senza dirigente, affidate a presidi supplenti che gestiscono contemporaneamente due scuole. Una situazione gravissima: ieri il Ministero ne ha assunti 620, ne mancano altrettanti».

Cosa si aspetta allora per ve- nerdì? «Credo che alla fine il governo si limiterà ad annunciare quattro- cinque linee guida, che poi andranno concretizzate con risorse e decreti. I prossimi mesi saranno ancora più decisivi di questi giorni. In ogni caso ci vorrà del tempo per cambiare: sicuramente un anno, forse di più. Inutile attendersi qualcosa prima». [L.


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