Le pagelle anche per le scuole Un nuovo sistema di valutazione
Ispezioni con gli esperti e dossier autoprodotti dagli istituti
E ora anche alle scuole verranno date le pagelle. Lo stabilisce il «regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione», ieri in prima lettura al Consiglio dei ministri, che introdurrà di fatto esami e voti anche per docenti e dirigenti scolastici. Il nuovo sistema elaborato dal ministero dell'Istruzione si baserà su tre elementi: l'Invalsi, l'istituto che attualmente si occupa di rilevare gli apprendimenti degli studenti attraverso i famigerati test; l'Indire, che invece segue la formazione degli insegnanti; il nucleo di valutazione esterna. L'Invalsi avrà il ruolo chiave di tutto il sistema e definirà gli indicatori di efficienza a cui le scuole e i loro dirigenti dovranno rispondere, oltre a redigere un rapporto periodico sul sistema scolastico (in modo da consentire anche una comparazione su base internazionale). È come se anche il personale della scuola, e soprattutto i suoi responsabili, dovessero «fare bene i compiti» per poter poi ottenere «buoni voti», cioè risultati positivi, al momento dell'«interrogazione», ovvero dell'ispezione.
Il regolamento prova dunque a far cambiare mentalità ai responsabili scolastici, che dovranno abituarsi a fare «autovalutazione», elaborando periodicamente un rapporto in base alle indicazioni dell'Invalsi. E poi dovranno sottoporsi alle ispezioni: un dirigente tecnico (l'ispettore vero e proprio) e due esperti selezionati dall'Invalsi valuteranno come la scuola sta provando a raggiungere gli obiettivi dichiarati, prendendo in considerazione anche il «valore aggiunto» degli istituti, ovvero il grado di miglioramento conseguito dagli studenti fra l'ingresso e l'uscita. Se un ragazzo entra con un basso punteggio Invalsi, e ne esce con uno alto, significa che la scuola funziona bene. Il «voto» dato dal nucleo di valutazione sarà importante per spronare la scuola a migliorare i punti deboli della gestione, ma influirà anche sul premio di produzione dato ai dirigenti scolastici. Perché il dirigente della scuola che esibisce una performance deludente, non avrà il suo bonus economico.
Importante anche il ruolo dell'Indire, che dovrà sostenere i «processi di innovazione» delle scuole, favorendo l'uso delle nuove tecnologie in ambito didattico. Quanto costerà tutta questa rivoluzione? Niente, visto che il ministero dell'Istruzione ha introdotto diverse clausole per specificare che la valutazione si fa «nell'ambito delle risorse disponibili». Ma prima dell'introduzione ufficiale, manca qualche passaggio formale: il regolamento dovrà passare dal Consiglio di Stato, dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione, alla Camera e al Senato e infine tornerà a palazzo Chigi per l'approvazione definitiva. Intanto potrebbe succedere di tutto. Confindustria e Unione presidi approvano, ma i sindacati sono divisi. «Pur con aspetti da approfondire e precisare meglio, l'impianto del regolamento che ci è stato presentato ci sembra apprezzabile», osserva il segretario della Cisl scuola Francesco Scrima. Sulla stessa linea la Uil, mentre la Cgil è pronta a dare battaglia: «Un regolamento troppo schiacciato sull'Invalsi, che lascia poco spazio all'autovalutazione — commenta il segretario Cgil Scuola Mimmo Pantaleo —. Ben venga la valutazione delle scuole, ma crediamo sia necessario aprire un confronto ampio, non subire una decisione unilaterale».