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Lavoro, la Cgil torna in piazza. Camusso: "Il governo se ne vada"

Ventimila persone al corteo romano contro la politica del governo nei confronti dei dipendenti pubblici. Il segretario generale: "Invece di affrontare il tema della crescita e della qualità di questo Paese l'esecutivo continua a far pagare al lavoro pubblico e ai lavoratori i costi della crisi"

09/10/2011
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la Repubblica

ROMA - E' finita a piazza del popolo a Roma la manifestazione nazionale organizzata dalla Cgil, con le categorie del pubblico impiego e dei lavoratori della conoscenza, per protestare contro la politica del governo nei confronti dei dipendenti pubblici. "Il governo si occupa di essere contro i lavoratori. "Il Paese non ne può più, non vuole avere tutto sulle sue spalle, sconta 3 anni di negazione della crisi" attacca il segretario della Cgil, Susanna Camusso. Che accusa l'esecutivo di portare avanti "una filosofia che invece di affrontare il tema della crescita e della qualità di questo Paese continua a far pagare al lavoro pubblico e ai lavoratori i costi della crisi". Sempre sul tema della crescita la Camusso, dice che la sua organizzazione sta preparando una grande manifestazione nazionale sul lavoro che "è la vera emergenza di questo Paese". Bollando il discusso articolo 8, che rende i licenziamenti più facili: "Va cancellato".

Al corteo, composto da 20mila manifestanti, hanno partecipato anche gli studenti che hanno scelto di "essere al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici del settore pubblico della Cgil, per ribadire che senza pubblico non c'è nessun futuro". In testa al serpentone i rappresentanti dell'Associazione nazionale partigiani italiani con la scritta 'Un paese senza memoria e' un paese senza futuro-25 aprile 1945', che contano numerosi aderenti anche tra i giovani.  Nelle prime file spiccava un cartellone con la siluette di una ragazza in bikini, al quale sono appesi indumenti di biancheria intima con lo slogan: "i mercati internazionali si rifiutano di ballare il bunga-bunga"

Tanti gli slogan che hanno animato la manifestazione, sulle magliette la scritta 'Sono Stato io-Il lavoro pubblico e la conoscenza per un paese civile'. I manifestanti arrivano da ogni parte d'Italia tra gli altri si riconoscono gli striscioni della Flc di Arezzo, di Trapani, della provincia di Caserta e molti altre regioni. Una lavoratrice porta indosso un cartello 'Berlusconi sono una 'gnocca (perché donna), sono una 'fannullona' perchè dipendente pubblico. Quando andate via per riappropriarmi della mia dignità?'.

Per alcuni momenti alla testa del corteo si è fermato anche il leader di Sel Nichi Vendola: "Credo che il mondo del pubblico impiego viva una fase di angoscia, venendo umiliato con un atteggiamento drammatico. È stato rotto il patto di fiducia tra cittadini e stato".

 


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