La voragine del sostegno in aula prof non specializzati
Aumentano infatti nelle classi gli insegnanti con contratti a tempo determinato. Il problema va avanti da anni e la mancanza di concorsi ad hoc si fa sentire, soprattutto nelle graduatorie di merito da cui è possibile assumere per portare in cattedra docenti di ruolo
ROMA È fondamentale la sua presenza al fianco degli studenti disabili e dell'intera classe, ma per il docente di sostegno ormai restano solo le supplenze. Aumentano infatti nelle classi gli insegnanti con contratti a tempo determinato. Il problema va avanti da anni e la mancanza di concorsi ad hoc si fa sentire, soprattutto nelle graduatorie di merito da cui è possibile assumere per portare in cattedra docenti di ruolo. E così anche quest'anno saranno decine di migliaia in classe i supplenti di sostegno. Che cosa significa? Vuol dire che lo studente con disabilità deve abituarsi ogni anno a una persona diversa.
I CAMBIAMENTIUn nuovo volto, una nuova voce e nuove abitudini: ogni anno si cambia. E non è certo il modo migliore per fare il sostegno. I ragazzi restano disorientati così come le famiglie e i docenti, dal canto loro, ogni volta devono ricostruire daccapo un rapporto che invece si basa molto sulla fiducia. Ripartire da zero, tutti, ogni anno. Non è semplice.
La carenza di docenti di ruolo va avanti da anni e questa cronicità ha fatto, dei posti in deroga, una prassi tristemente consolidata. Vuol dire che si va avanti con deroghe sui posti di organico autorizzati, quindi si tratta solo di supplenze. «Nella scuola italiana spiega Marcello Pacifico, segretario dell'Anief ci sono circa 100mila cattedre sul sostegno a cui si aggiungono oltre 70mila posti in deroga e, tra questi, più della metà verranno affidati a docenti che non sono neanche specializzati. Si tratta di posti annuali per i quali stiamo portando avanti una lunga battaglia in tribunale affinché possano essere posti in organico di diritto, anche con l'iniziativa Non un'ora di meno».
Quando vengono convocati i supplenti, a settembre, e le graduatorie degli specializzati sono finite si chiamano anche i docenti non formati sul sostegno. Insegnanti di lettere o di matematica, di musica o tecnologia disposti a prendere una cattedra probabilmente senza esserne pronti.
RUOLI INDEFINITISpesso questa situazione si ripete per anni e alla fine anche se la specializzazione sulla carta non c'è, l'insegnante è comunque preparato dall'esperienza. La sensazione però è che tutto sia poco definito, i numeri parlano chiaro: nella scuola italiana quasi la metà del sostegno è sospeso tra precarietà e mancanza di formazione specifica. Un problema che ora si fa sentire di più perché i ragazzi con disabilità torneranno in classe dopo un lungo periodo di sospensione della didattica in presenza e, per loro, sarebbe meglio ritrovare il professore che già conoscono. Ma non andrà così.
A lanciare l'allarme è il Misos, il movimento insegnanti di sostegno specializzati: «Dai primi dati diramati da alcuni uffici scolastici regionali spiega il presidente Ernesto Ciraci tre regioni come Sicilia, Toscana, Emilia Romagna totalizzano 22.500 posti in deroga, quindi è facile immaginare che a livello nazionale supereremo quota 70mila. Sono cattedre a supplenza, che rappresentano un mostro per la continuità didattica: occorre che il governo agisca nella trasformazione degli organici di fatto in diritto».
LO SCENARIOMa sul problema del sostegno esiste anche una questione meridionale con cui fare i conti.
«Lo scenario per il Sud Italia continua Ciraci - riguardante le cattedre in organico di diritto destinate a garantire la continuità didattica e la stabilizzazione per i tanti docenti specializzati sul sostegno, appare di estrema emergenza, disarmante». I numeri del Misos non lasciano tanti dubbi: in Sicilia i posti a ruolo di sostegno per le graduatorie di merito sono 14 alla scuola dell'infanzia, 39 alle elementari, 115 alle scuole medie e 37 alle superiori. Numeri bassissimi anche in Campania dove andranno alla scuola dell'infanzia appena 50 posti di ruolo, 128 alla primaria e 78 alle superiori. I problema quindi riguarda la formazione, servono corsi di specializzazione per aumentare il numero delle persone che poi potranno accedere alla cattedra. Su questo, il ministero dell'istruzione è al lavoro ma i risultati si vedranno nei prossimi anni e soprattutto sarà necessario attendere il concorso specifico: «Attraverso un accordo tra la ministra Azzolina e il ministro Manfredi - spiegano da viale Trastevere - sono stati incrementati i posti delle specializzazioni sul sostegno, nella convinzione che solo formando più docenti si potrà aumentare il numero degli specializzati in cattedra».
Intanto è stato assicurato anche nelle linee guida relative all'organizzazione della Didattica digitale integrata che per gli alunni con disabilità della scuola superiore, nel caso in cui la scuola punti su una didattica mista, verrà privilegiata la frequenza scolastica in presenza e che ogni decisione dovrà essere presa d'intesa con le famiglie. A breve dovrebbero arrivare anche le linee guida per il nuovo Pei, il Piano educativo individualizzato, messo a punto anche insieme alle Federazioni che rappresentano gli alunni con disabilità.
L.Loi.
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