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La Stampa web: In classe a lezione di severità

Parte subito la linea dura nelle aule dopo il boom di bullismo e violenze

04/09/2007
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La Stampa

FLAVIA AMABILE

ROMA
Quello appena terminato è stato l’anno orribile della scuola italiana e il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni non ha difficoltà ad ammetterlo.
Tra bullismo, sesso e goliardate, consumate in classe e postate su Internet in tempo quasi reale, la già incrinata credibilità dell’istruzione ha raggiunto i livelli più bassi della sua storia. Il ministro nei mesi scorsi è corso ai ripari come ha potuto, adottando alcune misure correttive e fra una settimana si prepara a dare il via a un anno scolastico all’insegna della severità, in cui «chi rispetta le regole viene premiato, chi non le rispetta viene punito», come ripete da settimane.

PROBLEMI
Nelle intenzioni del numero uno della Pubblica Istruzione sarà l’anno della svolta. Ma non tutti sembrano crederci. Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi: «Le intenzioni vanno nella direzione della severità nel tentativo di raggiungere una maggiore qualità. Le misure in realtà sono ancora da definire e quindi preferisco non esprimermi. Purtroppo ho paura che non bastino gli strumenti restrittivi e sia necessario prevedere anche risorse economiche, se si vuole che la scuola funzioni di nuovo». Anche più scettico Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil: «Che significa maggiore severità? Non è di uno spot che abbiamo bisogno. Esistono numerosi problemi che i ministri precedenti hanno preferito non vedere. Questo ministro se ne occupa, è un’ottima cosa, ma servono risorse, organici, attenzione, cure e non parole, per permettere alla scuola di risolvere i suoi problemi».

LICENZIAMENTO
I prossimi mesi diranno se il ministro Fioroni riuscirà a vincere la sua sfida. Le armi con cui si presenta alla sua battaglia sono le misure approvate negli ultimi mesi. La prima è una circolare dello scorso dicembre per punire i docenti troppo assenti o in qualche modo scorretti, disonesti o illeciti.
Il licenziamento o la destituzione vengono resi più semplici: non sono più di competenza del ministro, ma del direttore generale regionale. Se vengono commessi reati gravi, come quelli sessuali, e il giudice preveda l’interdizione del docente da qualsiasi tipo di scuola, il docente cessa di lavorare senza che vi sia bisogno di altri provvedimenti da parte dell’amministrazione scolastica. Anche al dirigente che ritarda nell’adozione dei provvedimenti disciplinari si ricorda che può venire colpito da un provvedimento di responsabilità amministrativo-contabile. In questo caso non si tratta di una novità, ma di avvertimento lanciato ai dirigenti nel caso in cui volessero coprire gli insegnanti.

BULLISMO
A febbraio, dopo che decine di filmati hanno invaso la Rete, diffondendo le bravate degli studenti in classe e persino scene di sesso con i docenti, il ministro dà il via a una campagna nazionale contro il bullismo. Viene creato un sito Internet e si apre un osservatorio permanente in ogni Regione.
Ma si prevedono soprattutto sanzioni specifiche: una sospensione di 15 giorni al massimo a meno che siano stati commessi reati o vi sia pericolo per l’incolumità delle persone. In questo caso si fa ricorsi a quelli che il ministero definisce «rimedi estremi» e la durata dell’allontanamento dipenderà dalla gravità del reato o dall’eventuale presenza di un pericolo.

CELLULARI
Un mese dopo è il momento della lotta contro i cellulari: si ribadisce il divieto di utilizzarlo in classe sia per studenti che per docenti. Non si riesce però a impedire che i telefonini entrino in classe. Ci si limita ad avvertire che i protagonisti delle bravate, filmate e inviate in Rete, o di episodi di bullismo o di particolare rilevanza penale, possono anche essere puniti con la non-ammissione allo scrutinio finale o all’esame di maturità.

DEBITI
A maggio il ministro si occupa dei debiti formativi, visto che uno studente su due ha un debito da saldare. Con un decreto si stabilisce che non verrà ammesso all’esame 2008-2009 chi non avrà saldato tutti i debiti degli anni precedenti. «Basta con sconti e condoni per il sei rosso».
In realtà Fioroni pensa di tornare agli esami di riparazione. Lo lascia intuire quest’estate. C’è chi spinge poi per il ritorno del sette in condotta. E se gli studenti continueranno a commettere le loro bravate, può essere che inizi a pensarci qualcuno ai piani alti del ministero della Pubblica Istruzione.


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