La Stampa-Un vertice per cambiare la scuola
"Un vertice per cambiare la scuola" Moratti: pronti al dialogo con sindacati e studenti ROMA La scuola è una priorità nazionale avvertita da tutti, indipendentemente dalle appartenenze polit...
"Un vertice per cambiare la scuola"
Moratti: pronti al dialogo con sindacati e studenti
ROMA La scuola è una priorità nazionale avvertita da tutti, indipendentemente dalle appartenenze politiche, e per questo richiede un impegno "bipartisan", così come accade per i grandi fatti di politica estera: Silvio Berlusconi dirà questo, il 20 dicembre, in chiusura degli Stati generali della scuola. La notizia viene da fonti del ministero dell'Istruzione. Il governo, dunque, non solo si appresta ad ascoltare il mondo della scuola, ma cercando il dialogo con gli studenti, le famiglie, i sindacati, vuole mettere le basi per un coinvolgimento di tutto il Paese e - dunque - anche della sua rappresentanza politica, opposizione compresa. O almeno questi sono gli intendimenti alla vigilia dell'evento. Ieri si sono cominciate a definire le posizioni dei vari attori di questa grande assemblea, così come le paure della città che la ospiterà, Foligno. Ci saranno settemila scuole collegate via etere con l'auditorium di San Domenico, ma ce ne saranno altrettante occupate per protesta. Ci saranno tutti i sindacati ma anche una grande manifestazione di "controcanto" della Cgil a Perugia. Ci saranno mille invitati ma anche 2.500 poliziotti. Ci sarà la città blindata ma anche ventimila "no global". Ci sarà Maurizio Costanzo a spettacolarizzare l'evento ma anche 50 mila studenti a sfilare fuori le mura. Quanto al merito degli Stati generali, il ministro Moratti - parlando alla conferenza nazionale sull'Istruzione, organizzata dalla Cisl - ha ribadito che al centro della riforma ci saranno gli studenti e le famiglie: "Noi - ha detto - possiamo essere i promotori della riforma ma non pensiamo di imporre cambiamenti dall'alto, bensì di cogliere le esigenze del mondo della scuola per poi trasformarle in una riforma. Il nostro impegno è recuperare la qualità della scuola, partendo dalla valorizzazione di chi vi opera" perché "la qualità della scuola passa attraverso la qualità del corpo docente". Ovviamente per tutto questo servono soldi, e quindi il ministro ha ricordato il "piano pluriennale con stanziamenti significativi, pari a 15-19 mila miliardi dal 2003 al 2007 e con uno stanziamento di 1.500-2.000 miliardi già nel 2003". Quanto alla "bozza Bertagna", il ministro ha confermato che si tratta di una base di discussione, che ha avuto un grande apprezzamento, stando alla rilevazione dell'Istat realizzata attraverso 8 mila questionari: il 56,6 delle famiglie e il 56,8% degli studenti chiedono meno materie e più coinvolgimento nell'organizzazione didattica, che la secondaria a quattro anni più un anno di cogestione con l'università è piaciuta al 55% dei docenti, e che il voto in condotta (tanto contestato) è invece piaciuto al 97% dei genitori, al 94% dei professori, ma anche all'89% degli allievi. Ma gli animi non sono tutti così ben disposti. Intanto c'è la manifestazione della Cgil - si diceva - che è sì uno dei 54 sindacati della scuola, ma anche quello che ha ottenuto la maggiore rappresentanza nelle recenti elezioni delle rappresentanze sindacali (Rsu).Poi ci sono gli studenti. Molte delle scuole occupate scenderanno in piazza già oggi in varie città italiane, tra cui Roma. Alle associazione degli studenti, della bozza Bertagna piace pochissimo, stando ai loro portavoce. Inoltre, sugli esami di Stato - che si terranno già dal prossimo luglio come una sorta di "prova interna" con il solo presidente esterno - gli studenti dell'Uds hanno inviato una lettera al ministro per dire che "il valore del diploma che si ottiene dopo le superiori dipende dalla serietà dell'esame a cui si viene sottoposti" e che quindi di "quell'ennesimo scrutino" si può fare a meno. Anche Giorgio Allulli, uno dei maggiori esperti di valutazione del sistema scolastico, ha espresso pesanti riserve sul nuovo esame che passerà col carro della Finanziaria: "L'eliminazione delle commissioni esterne - ha detto - rende l'esame di Stato una prova del tutto autoreferenziale ed elimina l'unico momento serio di verifica del lavoro degli studenti e degli insegnanti. Non c'è dubbio che si tratta di un regalo fatto alle scuole meno serie".
Raffaello Masci