La Stampa-Sindacati in allarme: dove sono i fondi per la scuola?
NUOVE CRITICHE AL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA Sindacati in allarme: dove sono i fondi per la scuola? "A rischio riforma e rinnovo del contratto". Chiesto un incontro alla Moratti ...
NUOVE CRITICHE AL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
Sindacati in allarme: dove sono i fondi per la scuola?
"A rischio riforma e rinnovo del contratto". Chiesto un incontro alla Moratti
ROMA IL problema della scuola è un problema di cassa. O almeno così lo hanno percepito i sindacati che - perplessi di fronte al testo del Dpef - hanno chiesto di incontrare la Moratti e capire come va a finire questa storia, tanto più che c'è una riforma in itinere che non potrà esser a costo zero e - per quel che riguarda il personale - c'è anche un contratto aperto che si vorrebbe chiudere. A pagina 72 del Documento di programmazione economica e finanziaria, si parla infatti di investimenti nella scuola, si specificano cinque obiettivi e si prospetta un "investimento pluriennale", ma con una precisazione ritenuta "inquietante" dai sindacati e che così recita: "da verificare nella sua compatibilità con i conti pubblici". Insomma, gli investimenti si faranno se ci sarà con che farli. La cosa sembrerebbe addirittura ovvia se da un anno a questa parte sia il ministro Moratti che lo stesso presidente del Consiglio non avessero impegnato la parola del governo sul fatto che stanzieranno per la scuola una cifra tra i 7 e i 9 miliardi di euro da qui alla fine della legislatura. L'ultima assicurazione in questo senso è stata fornita dal ministro Moratti ai rappresentanti sindacali lo scorso 9 maggio. "La scuola ha bisogno di risorse certe" chiedeva ieri il coro congiunto dei maggiori sindacati della scuola (Cgil, Uil, Snals). E' chiaro che prima della definizione della finanziaria queste certezze - almeno numeriche - non potranno essere esplicitate, ma i sindacati sono spaventati perché l'andamento di spesa dell'anno in corso, verificato dal Consiglio dei ministri a fine giugno, ha rilevato uno sforamento di oltre un miliardo nel bilancio dell'istruzione (dovuto, per la verità, soprattutto alla spesa aggiuntiva e difficilmente prevedibile per supplenti e insegnanti di sostegno) e poi perché a contratto aperto questi dati non consentono di proiettare le speranze tanto lontano. "Si promettono futuri investimenti, solo se i conti lo consentiranno - ha commentato Enrico Panini, leader della Cgil scuola - ma intanto non viene mantenuto l'impegno annunciato con enfasi e ripetutamente dal governo circa un piano di investimenti che, a partire dal 2003, avrebbe dovuto mettere in campo 19 mila miliardi di vecchie lire per la scuola. Le poche certezze che ci sono nel Dpef sono tutte molto negative. Non c'è alcun impegno a far avere con questo contratto salari europei agli insegnanti. Mancano le risorse necessarie per coprire l'inflazione programmata". "Nel Dpef c'è un elemento positivo - commenta invece il segretario della Uil scuola Massimo Di Menna - ed è dato dall'impegno del governo ad investire con un piano pluriennale. Poi ce n'è anche uno negativo e sta nel subordinare questo investimento alle compatibilità di cassa. La scuola in realtà ha bisogno di certezze e anche di razionalizzazione del personale. Ci sono, per esempio, 82 mila sedi vacanti che attendono coperture con immissioni in ruolo. A queste carenze si preferisce invece rimediare con precari e supplenti che lievitare la spesa. Facciamo dunque un tavolo e chiariamo organici e risorse". Anche lo Snals è preoccupato per la nebulosità del governo sugli investimenti, come lo è, ha detto il segretario Fedele Ricciato "per il mancato avvio di 21 mila assunzioni di docenti e personale "ata" e per la mancata emanazione del concorso per dirigenti scolastici". La percezione dei sindacati, quindi, è che non si riesca a governare la dinamica del personale e che questo, immancabilmente, si ripercuota sui bilanci del ministero, lasciando sempre nel limbo la possibilità di recuperare risorse da reinvestire nella scuola. Come promesso mille volte dal ministro. Entro luglio i sindacati attendono di essere convocati per parlare del contratto. In quella sede si dovrebbe anche fare il punto sul piano pluriennale di investimenti.