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La Stampa-Sì, ho dato le soluzioni ai ragazzi"

"Sì, ho dato le soluzioni ai ragazzi" Raffaello Masci Una docente di Cagliari: nessun foglietto, ho parlato con loro ROMA PER protesta contro un esame "autoreferenziale e inutile...

22/06/2004
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La Stampa

"Sì, ho dato le soluzioni ai ragazzi"

Raffaello Masci

Una docente di Cagliari: nessun foglietto, ho parlato con loro

ROMA
PER protesta contro un esame "autoreferenziale e inutile", in cui a giudicare gli allievi sono gli stessi insegnanti che li hanno interrogati per anni, molti docenti avrebbero - secondo la denuncia di Alleanza studentesca - fornito le prove d'esame in anticipo. A conferma di ciò, 20 "terze prove", una per Regione, sono state esibite già domenica sera. Abbiamo intervistato uno degli insegnanti.
Lei, professoressa, ha dato agli allievi in anticipo i quesiti della terza prova?
"Confermo".
Dove insegna e cosa?
Insegno lettere in un istituto tecnico della Sardegna.
Non so se ciò che ha fatto sia reato, ma è certo una scorrettezza. Ne è consapevole?
Sono consapevole di aver agito correttamente secondo la mia coscienza professionale.
Si spieghi.
"Io ho 27 allievi. Anzi noi, insegnanti del V Istituto tecnico, abbiamo 27 allievi. Costituiamo il Consiglio di classe. Conosciamo questi ragazzi da tre anni. Non solo sappiamo chi studia e chi no, chi va bene in Matematica e chi in Italiano, ma sappiamo molte cose anche del loro privato".
Dove vuole arrivare?
"Noi come Consiglio di classe abbiamo già un giudizio chiaro sui nostri allievi, maturato in anni di valutazione. In tre anni ho scrutinato ciascuno di loro almeno sei volte, dopo decine di interrogazioni. Non è stata una semplice registrazione degli eventi, ma un giudizio che poi si è tramutato in promozione o bocciatura. Questi 27 ragazzi, poi, sono la selezioni di un numero ben più alto di iniziali iscritti alla prima. Chi abbiamo ammesso all'esame era, a nostro avviso, già almeno sufficiente".
Cos'è allora per lei l'esame di Stato?
"Così com'è è una sterile liturgia: io interrogo oggi lo studente Rossi e verifico la sua preparazione. Una settimana dopo la scuola mi chiede di spogliarmi di questa mia esperienza di valutazione, indossare le vesti del commissario d'esame, dimenticarmi di tutto e ripetere l'operazione. Sono sempre io a valutare Rossi o no? Vogliamo prenderci in giro?"
Materialmente come ha trasmesso la terza prova?
"Non ci sono stati foglietti volanti, se è questo che vuole sapere, ma una conversazione con i ragazzi, in cui insieme ad altri colleghi ho spiegato gli argomenti della terza prova".
Con buona pace di chi si fida degli esami.
"Allora con buona pace mia. Io credo negli esami. Ma questa è solo una manfrina, buona solo a far risparmiare un po' di soldi al ministero".
Ma la scuola le chiede un giudizio "di garanzia"?
"Allora non deve chiederlo a me che sono l'insegnante degli esaminati. Vuole una sorta di controprova? Un giudizio "terzo"? Benissimo. L'Istituzione scolastica ne ha pieno diritto, ma deve rivolgersi ad un soggetto diverso e non trasformare noi insegnanti in commissari".


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