La Stampa-Si è chiusa la prima fase
Berlusconi: pieno appoggio alla riforma della Moratti Gli Stati generali si chiudono con interventi di Marzano, Maroni, La Loggia: il governo ritiene di avere "un sostanziale consenso", procederà ...
Berlusconi: pieno appoggio alla riforma della Moratti
Gli Stati generali si chiudono con interventi di Marzano, Maroni, La Loggia: il governo ritiene di avere "un sostanziale consenso", procederà con disegno di legge o con una delega Il ministro dell'Istruzione: "Si è chiusa la prima fase di un progetto che è partito dal basso"
ROMA Sentiti tutti i soggetti della scuola (119 tra sindacati, associazioni di genitori e di studenti), i dirigenti, gli enti locali, i singoli cittadini via internet e tramite un sondaggio commissionato all'Istat e - soprattutto - svolti gli Stati generali che si sono chiusi ieri a Roma, il governo ritiene di avere "un sostanziale consenso" per iniziare l'iter legislativo della nuova riforma della scuola. Quindi si va avanti, molto probabilmente con un disegno di legge che approderà in Parlamento ma, se mai fosse necessario anche con l'iter "blindato" di una delega. E comunque, quale che sia il percorso, il governo è pienamente determinato a tirare dritto. Letizia Moratti, quindi, può contare in primis sull'appoggio del presidente del Consiglio - ieri ribadito con forza - e quindi su quello dei suoi colleghi, ieri rappresentati dai ministri Antonio Marzano, Roberto Maroni ed Enrico La Loggia (quest'ultimo sostenitore dell'ipotesi di una delega). Di questo consenso però, il ministro Moratti non intende avvalersi per andare a prove di forza, preferendo la via morbida del dialogo e della mediazione. Poi si vedrà. "Si è chiusa - ha detto il ministro dell'Istruzione nell'intervento conclusivo dell'assemblea, interrotto da alcune contestazioni - la prima fase del progetto di riforma della scuola: raccogliere in tutto il paese le esigenze, le problematiche, i suggerimenti, le proposte per rinnovare la scuola e portarla ai livelli adeguati al ruolo che il nostro paese è chiamato a svolgere sulla scena internazionale". E tutto questo si è fatto - ha spiegato ancora - con il massimo coinvolgimento della base: "Le grandi riforme scolastiche che si sono succedute nella storia sono state concepite in gran parte dall'alto - ha ricordato -. C'era un progetto ideale, concepito dai responsabili della politica scolastica con una idea di scuola già definita. Noi abbiamo scelto un metodo diverso: questa è una riforma che è partita dal basso, quindi realmente democratica, non di una democrazia virtuale ma reale". Adesso? "Ora dobbiamo mettere a sistema tutti i suggerimenti a noi giunti - ha detto il ministro -. Ma prima di arrivare a una vera e propria proposta, vogliamo tenere ancora aperto il confronto. Tutti coloro che intendono portare ulteriori contributi, dopo quelli proposti in questi mesi, sono invitati a farlo. Nelle prossime settimane, dopo aver raccolto gli ultimi suggerimenti e messo quindi a punto un progetto strutturato, affronteremo i necessari passaggi istituzionali". Dialogo, ascolto, confronto, dunque, ma anche determinazione: "Il progetto di riforma è chiaro - ha detto Maroni - e non bisogna avere paura quando si hanno le idee chiare. Se ci si mette nella prospettiva di dover accontentare tutti, alla fine si farà solo una "riformetta"". Invece il paese ha bisogno di una scuola seria che dia una preparazione eccellente - ha ricordato Antonio Marzano - "perché il benessere non dipende solo dalla disponibilità di capitale finanziario o materie prime, ma dal capitale umano e dalla conoscenza. Il capitale umano può essere garantito a tutti, questa è democrazia economica", e non quella della scuola di un tempo "quando si è tentato di trasformare le classe in sezioni di partito". Ciò detto, la via maestra suggerita dalla Moratti per questa riforma, dovrebbe essere quella di un disegno di legge. Ma non si può escludere, il ricorso alla "delega" ventilato dal ministro La Loggia: "Letizia Moratti, con molto coraggio e determinazione - ha affermato La Loggia - ha detto che non avrebbe fatto ricorso a deleghe. Tuttavia la materia è talmente complessa e difficile che laddove fosse necessario, dovremmo rivedere questa posizione ed eventualmente ricorrere alla delega". Tutto chiaro e deciso, dunque, sennonché a guastare la festa sono intervenuti gli studenti, e non solo interrompendo la relazione ministeriale con delle proteste, ma esponendo una riserva di merito. "Noi contestiamo - ha detto Claudio Simonini, presidente della consulta provinciale di Massa Carrara - il fatto che la componente studentesca non sia stata affatto ascoltata come il ministro vorrebbe far credere. I due presidenti di Consulta che hanno parlato agli Stati generali, quello di Roma e quello di Milano, non hanno ricevuto deleghe da nessuno, e sono stati scelti dal ministero. E anche le associazioni studentesche non sono organi democraticamente eletti, ma solo rappresentativi di diversi orientamenti. Il ministro si è scelto gli interlocutori (anche se poi l'hanno contestata) e si è messa così l'anima in pace. Ma noi, sia chiaro a tutti, in questi Stati generali, non siamo esistiti".
Raffaello Masci