La Stampa: Scuole senza soldi. La tentazione del “sei” politico
Allarme dei presidi: non faremo i corsi Il ministero: atteggiamento pretestuoso
«Molti licei rischiano il collasso economico: addio ore integrative»
FLAVIA AMABILE
«Il contributo di 50 milioni
è già stato stanziato, presto
arriveranno i fondi»
ROMA
Non ci sono soldi, dunque niente corsi di recupero nelle scuole. E che cosa accadrà agli studenti meno bravi? Il sei politico a tutti, oppure tutti bocciati?
A lanciare l’allarme sono i dirigenti di un liceo scientifico statale di Roma, il Keplero. Il responsabile del Keplero, Antonio Panaccione, ha preso carta e penna e ha indirizzato al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, una lettera aperta che punta i riflettori sulla «drammatica realtà di scuole senza soldi per sopravvivere» e sull’impossibilità di fare corsi integrativi.
«A giugno prossimo - scrive il dirigente scolastico - saremo obbligati ad applicare, completamente disarmati, le nuove disposizioni del governo in merito alla valutazione finale e all’ammissione delle classi quinte agli esami di Stato 2009-10. Di fronte al tradizionale alto numero di alunni che non avranno raggiunto la sufficienza in ogni materia, i Consigli di classe avranno solamente due possibilità, entrambe assurde: bocciare molti allievi o regalare tanti 6 politici».
L’iceberg
Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, avverte che «l’allarme lanciato dal preside del liceo romano Keplero non può e non deve restare inascoltato. È evidente che questo episodio è solamente la punta di un iceberg».
Infatti anche al liceo scientifico Mamiani di Roma hanno lo stesso problema e sono costretti ad affidarsi al contributo volontario delle famiglie per garantire agli studenti la possibilità di recuperare.
«Quest’anno - spiega il preside del Mamiani, Cosimo Guarino - faremo i corsi di recupero solo grazie a una nostra oculata gestione delle risorse: per i docenti interni utilizzeremo il fondo d’istituto, per quelli esterni il contributo volontario delle famiglie. Quasi tutti i genitori ci versano con grande responsabilità un contributo volontario di 100 euro annui, ma la situazione non è più sostenibile. Il ministero è insolvente».
Bancarotta
Le scuole italiane «sono alla bancarotta e i nodi vengono finalmente al pettine», sottolinea la responsabile Scuola del Pd, Francesca Puglisi. Il vice presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Mario Rusconi, avverte: «Siamo a corto di denaro, è vero, ma non si prendano iniziative che ricadano negativamente su famiglie e studenti».
Ma il ministero della Pubblica istruzione ridimensiona l’allarme. «Il contributo di circa 50 milioni di euro per le scuole indirizzato ai corsi di recupero è stato stanziato e a breve sarà a disposizione degli istituti come ogni anno. L’atteggiamento pretestuoso di qualche dirigente scolastico - afferma il ministero in una nota - è del tutto ingiustificato ed è finalizzato forse a ottenere solo una maggiore visibilità personale».
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