La Stampa-Scuola, stop alla Moratti da An, Lega e centristi
Scuola, stop alla Moratti da An, Lega e centristi A Palazzo Chigi slitta la firma del ddl ROMA Il progetto di riforma della scuola voluto dal ministro Letizia Moratti, per ora segna il...
Scuola, stop alla Moratti da An, Lega e centristi
A Palazzo Chigi slitta la firma del ddl
ROMA
Il progetto di riforma della scuola voluto dal ministro Letizia Moratti, per ora segna il passo. Infatti il ddl stilato con la collaborazione di tutti i responsabili scuola dei partiti di maggioranza, si è arenato proprio là dove contava di avere - con il suo varo definitivo - anche la ribalta più prestigiosa: al consiglio dei ministri. La signora Moratti e lo stesso presidente del Consiglio hanno illustrato ieri pomeriggio il documento ai loro colleghi, con dovizia di mezzi - grafici, tabelle, diapositive - sciorinati su uno schermo luminoso. Berlusconi ha definito la proposta Moratti "ottima" e ha fatto i complimenti pubblici alla sua ministra. Ma qualcosa deve poi essere successo, infatti, dopo l'illustrazione durata 55 minuti, c'è stata una discussione infinita, durata altre tre ore e mezza, ma che non ha portato ad alcun risultato. Tant'è che alle 20,30 (dopo quattro ore e mezza complessive di riunione) il portavoce della Moratti ha comunicato ai cronisti che la discussione sul ddl, era stata aggiornata al successivo consiglio. Tra i cronisti che stazionavano da ore in sala stampa, hanno cominciato a serpeggiare voci di contrasti all'interno della compagine governativa. Ci sarebbe stata una opposizione sia da parte di An che del Biancofiore, e i motivi del contendere sarebbero (occorre il condizionale in quanto si tratta di voci ufficiose) almeno due, forse tre: il primo sarebbe il trasferimento dell'istruzione professionale alle Regioni che - associato all'ipotesi di alternanza scuola-lavoro - intaserebbe gli assessorati, specie di alcune regioni "più indietro"; il secondo sarebbe l'inizio della scuola dell'obbligo prima dei sei anni, che di fatto penalizzerebbe molte "materne" specie quelle cattoliche; e il terzo sarebbe il sistema di "valutazione del servizio scolastico" che metterebbe in riga la scuola ogni due anni, e questo sarebbe troppo per i tempi pachidermici dell'istituzione scolastica.
Ripetiamo: si tratta di "umori" raccolti in sala stampa. Il ministero dell'Istruzione, peraltro, si è affrettato a smentire tutto questo e a ribadire la stima e l'apprezzamento di Berlusconi al ministro Moratti. La smentita di viale Trastevere riguardava l'esistenza stessa di attriti tra le varie anime della maggioranza "tant'è - ha detto il portavoce della Moratti - che la bozza di disegno di legge è stata vergata e rivista per ben 12 ore da tutti i responsabili scuola dei partiti del centrodestra". Insomma la Moratti non demorde, ascolta le critiche ma è anche decisa a tirare dritto, al punto che si parla di votare una "delega al governo" che metta la riforma della scuola su una corsia più rapida. Quanto al merito, il testo presentato ieri dalla Moratti, consta di otto complessi articoli di legge, per un totale di nove cartelle di testo. L'impianto resta quello della bozza Bertagna, con alcune modifiche dettate dall'immensa, defatigante e minuziosa consultazione che dal luglio scorso si è protratta fino al pomeriggio di ieri: si ricorderà che il testo-base era stato sottoposto a 119 associazioni, poi ad un sondaggio Istat su 8 mila soggetti, infine agli Stati generali della scuola il 19 e 20 dicembre (con 1300 invitati), infine - nei giorni scorsi - il ministro aveva riascoltato 15 associazioni e 250 tra tecnici ed esperti. Insomma: tutti. Tra i punti principali del ddl, il mantenimento di elementari e medie e il ripristino dei 5 anni per i licei; l'anticipo dell'ingresso a scuola dei bambini a 5 anni; l'introduzione della seconda lingua straniera, che sarà scelta tra quelle dell'Unione europea, fin dalle medie; il mantenimento dei due canali di istruzione, con la formazione professionale affiancata al percorso della scuola secondaria superiore. L'accesso all'università possibile anche con la formazione professionale, frequentando un anno aggiuntivo realizzato d'intesa con gli atenei. Il ddl prevede anche periodi di stage presso le imprese per gli studenti. Mentre per i docenti fissa una laurea specialistica per tutti gli ordini di scuola e la laurea specialistica. Il sistema educativo e di istruzione, stabilisce il ddl, si articola nella scuola dell'infanzia, in un primo ciclo che comprende elementari e medie, rispettivamente di cinque e tre anni, e in un secondo ciclo che comprende il sistema dell'istruzione e della formazione professionale.
"La scuola voluta dalla maggioranza - ha commentato Massimo D'Alema - è sconcertante, perché costringe i ragazzi in età troppo giovane a decidere sul loro futuro mentre tutti i giovani hanno diritto alla stessa formazione di base".
Raffaello Masci