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La STampa-Scuola, oggi vertice tra il sindacato e il ministero per fissare i criteri sulle 15 mila nuove assunzioni

AUMENTA IL CAOS NELLE GRADUATORIE DEGLI INSEGNANTI PRECARI Scuola, oggi vertice tra il sindacato e il ministero per fissare i criteri sulle 15 mila nuove assunzioni Raffaello Masci ROMA...

05/07/2004
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La Stampa

AUMENTA IL CAOS NELLE GRADUATORIE DEGLI INSEGNANTI PRECARI

Scuola, oggi vertice tra il sindacato e il ministero
per fissare i criteri sulle 15 mila nuove assunzioni

Raffaello Masci
ROMA
Sono almeno duecentomila gli insegnanti che temono sovvertimenti della loro carriera scolastica per effetto delle nuove graduatorie. La questione, che è all'attenzione dei sindacati fin dal 4 giugno scorso - quando il decreto sul riordino è diventato legge - sta diventando ogni giorno più allarmante, man mano che si avvicina la data del 31 luglio, entro la quale dovrebbero essere assegnate le cattedre per l'anno venturo.
Oggi le organizzazioni sindacali sono convocate al Ministero per discutere dei critreri con cui ripartire le 15 mila assunzioni che il Tesoro ha autorizzato, ma anche su questi posti potrebbero esserci sorprese, dato che tutto dipende dalle graduatorie.
Il 4 giugno scorso è finalmente diventato legge (n.143/2004) il decreto con cui il ministro Moratti aveva riordinato le graduatorie, mettendo finalmente pace tra precari "storici" e "sissini" (i neo specializzati delle apposite scuole per insegnanti). Incautamente però, la medesima legge accoglieva alcuni emendamenti (quattro per l'esattezza) che recavano ulteriori fattori di disturbo. Uno, in particolare, reintroduceva nei criteri di allestimento delle graduatorie, un parametro presente in una vecchia legge (n.90 del '57). Si trattava di dare un punteggio doppio - stabiliva l'emendamento - a tutti gli insegnanti che avessero prestato servizio in una scuola disagiata, e cioè di montagna (altitudine superiore ai 600 metri), di una piccola isola o di una struttura carceraria "... ai sensi della legge 90 del '57" eccetera, eccetera.
E lì sono cominciati i problemi. Alcune e-mail arrivate sul sito della Uil-scuola sono in questo senso emblematiche.
"L'Elba è una piccola isola - scrive una insegnante - è comune montano ed è sede di istituto penitenziario. Il punteggio che fa, si triplica?" "Un insegnante che vive a Ischia (piccola isola) - dice un altro messaggio - e insegna a Napoli non raddoppia il punteggio. Il suo collega e vicino di casa che lavora ad Ischia ha il punteggio raddoppiato". "Vivo a Roma ma ho la possibilità di una sede a Pescasseroli (comune di montagna) che faccio - è il quesito di un altro docente - lascio (con punteggio normale) o raddoppio ma con trasferimento?" Curiosa la provocazione da un insegnante delle Marche: "Il paese è situato a 590 metri di altezza ma la scuola si trova al terzo piano. In questo caso, visto che lavoro al di sopra dei 600 metri, il mio punteggio può essere raddoppiato?".
A complicare il tutto, poi, c'è la definizione di "zona di montagna". La citata legge del '57 (assunta come criterio) rimanda infatti alla definizione di una precedente norma del '52 (n. 991) con la quale si stabilisce che il dato altimetrico va incrociato con altri parametri di reddito agrario, per cui alcuni posti pur essendo di montagna non vanno considerati "disagiati" e altri, più collinari sì. Insomma un dedalo per azzeccagarbugli, che ha aperto subito la possibilità a migliaia di ricorsi.
I sindacati hanno chiesto un taglio netto al ministero: un decreto d'urgenza che sopprima l'emendamento contestato o - al più - non gli dia valore retroattivo. E poi, considerato il sovvertimento che la cosa ha portato nelle graduatorie (aggiornate con grande sforzo al 21 giugno), che il termine del 31 luglio per le nomine venga spostato di almeno una quindicina di giorni, pena il caos più totale a settembre. Il 14 luglio, in un incontro già fissato, il ministero dovrebbe dare risposta a queste istanze, ma già da oggi si capirà l'aria che tira.


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