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La Stampa-Salvate gli istituti tecnici

ALLARME DI SINDACATI, PARTITI E CONFINDUSTRIA. OGGI VERTICE DALLA MORATTI "Salvate gli istituti tecnici" Con la riforma della scuola rischiano di sparire Raffaello Masci ROMA Son...

15/04/2004
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La Stampa

ALLARME DI SINDACATI, PARTITI E CONFINDUSTRIA. OGGI VERTICE DALLA MORATTI

"Salvate gli istituti tecnici"

Con la riforma della scuola rischiano di sparire

Raffaello Masci
ROMA
Sono considerati, fin dagli anni Ottanta, il fiore all'occhiello della scuola superiore e incontrano il favore costante di quattro ragazzi su dieci. Eppure gli Istituti tecnici rischiano di scomparire dalla scuola, "per assimilazione": potrebbero infatti essere assorbiti dalla rete dei licei o dal sistema regionale della formazione professionale.
Nessuno vuole uccidere gli Itis,in primis il Ministero dell'Istruzione, ma l'applicazione tramite decreti della riforma, potrebbe comportare questo rischio, a cui si sta cercando di trovare soluzione. "L'istruzione tecnica - dice Claudia Donati, responsabile del settore processi formativi del Censis - è il segmento migliore della scuola italiana, quello che ha conosciuto una sperimentazione assistita su più vasta scala, e che fino a qualche anno fa ha dato le maggiori chance occupazionali ai suoi allievi". Quindi bisogna stare attenti ai cambiamenti che, ancorché in buona fede, possano essere percepiti come un declassamento.
"Agli Itis - spiega il professor Alessandro Figà Talamanca, ordinario di analisi matematica alla Sapienza di Roma, e uno dei maggiori sostenitori dell'istruzione tecnica - sarebbe lasciata la scelta di passare alle regioni, come istituti professionali quadriennali senza accesso all'università, oppure di trasformarsi in "licei tecnologici". In quest'ultimo caso, la mia paura è che i licei tecnologici possano essere essenzialmente dei licei tout court, senza una caratterizzazione professionale ben definita. Mentre gli istituti professionali non riusciranno a reclutare i migliori studenti, perché non danno accesso agli studi universitari".
A questo si aggiunge un rischio segnalato dai sindacati: di fronte all'ipotesi di passare sotto le Regioni, molti docenti degli Itis stanno chiedendo il trasferimento ad altri ordini di scuola, depauperando così gli istituti di consolidate professionalità. Da qui l'iniziativa - non coordinata ma concomitante - di sindacati (Cigl e Snals), forze sociali (Confindustria), partiti di maggioranza (An) e di opposizione (Ds). "La soluzione - spiega Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An - potrebbe essere la costituzione di un duplice canale nel sistema dei licei (la riforma ne prevede 8, ndr): da un lato quelli generalisti orientati alla preparazione preuniversitaria, dall'altro quelli "vocazionali" mirati a percorsi professionalizzanti, che potrebbero ereditare l'esperienza degli istituti tecnici".
"Attenzione, però - nota Claudia Donati -: gli Itis preparano figure specialistiche: il loro "out- put" è quello proprio di un corso di formazione professionale. Se lo Stato rivendicasse questo segmento dell'istruzione, entrerebbe in conflitto con le Regioni, fin dal '77 titolari della formazione professionale". Oggi il ministro Letizia Moratti riunirà i suoi consiglieri per dirimere la questione dopo aver ascoltato esperti e tecnici. Il 20 aprile a Vicenza, a un convegno di Confindustria su questo tema, parlerà, e allora (forse) conosceremo la soluzione.


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