La stampa-Riforma mancata
da La Stampa Lunedì, 12 Agosto 2002 LA SPERIMENTAZIONE DEL PIANO MORATTI Riforma mancata di Chiara Saraceno DOPO aver bloccato la riforma della scuola approvata con legge dal parlamento, av...
da La Stampa
Lunedì, 12 Agosto 2002
LA SPERIMENTAZIONE DEL PIANO MORATTI
Riforma mancata
di Chiara Saraceno
DOPO aver bloccato la riforma della scuola approvata con legge dal parlamento, aver decretato che una nuova riforma era tra le priorità urgenti del governo, aver varato in consiglio dei Ministri una proposta di legge di riforma frutto di defatiganti mediazioni entro la maggioranza, aver trascurato di metterla all'ordine del giorno dei lavori parlamentari con l'urgenza che pure a voce le si riconosceva, al Ministro Moratti è stato dato il contentino della sperimentazione.
Sperimentare nel lessico politico italiano significa non già verificare se una determinata politica, un determinato modello organizzativo, funziona e di che strumenti - in termini di risorse umane e finanziarie, di capacità organizzative, di individuazione dei soggetti responsabili e così via - abbisogni per funzionare. Significa rimandare, potenzialmente all'infinito, la decisione su quella politica.
Quando e se poi si farà qualche cosa nel settore interessato dalla sperimentazione, i risultati della stessa (se ci si è preoccupati di raccoglierli) e persino la sua esistenza saranno di norma ignorati. Il caso più recente riguarda la sperimentazione del Reddito Minimo di Inserimento come sostegno di ultima istanza per chi si trova in povertà: dopo quattro anni di sperimentazione se ne è annunciata, tra le righe del Patto per l'Italia, l'archiviazione senza che ne sia stato spiegato bene perché, sulla base di quali elementi. Ma è la scuola il campo privilegiato di questi esercizi.
Il tempo pieno alle elementari fu sperimentato per oltre vent'anni (e in parte ancora resiste come "sperimentale"). Ma quando venne approvata la riforma della scuola elementare saltò fuori un modello di "tempo lungo" di cui non si era mai parlato e che tanto meno era stato sperimentato e valutato. Da diversi anni esistono esperienze "sperimentali" di collaborazione tra istituti tecnici e istituti professionali; ma né la riforma Berlinguer né quella auspicata da Moratti sembrano averne tratto alcuna indicazione, né in positivo né in negativo. Di licei e scuole in genere "sperimentali" è costellata l'Italia, ma al dunque queste esperienze contano meno della fantasia dell'esperto e del politico di turno.
Non vi è accumulazione e circolazione di conoscenze, salvo che per qualche iniziativa volontaristica; così come non vi è esercizio sistematico di valutazione. In compenso vi è sistematica distruzione della fiducia, quindi di capitale umano e sociale: non si capisce perché si debba investire interesse, energie intellettuali, tempo, in qualche cosa che si sa destinato all'abbandono e alla casualità, rischiando anche di generare aspettative, di fare promesse, che non si è affatto certi di poter mantenere.