La Stampa-RIDIMENSIONATO IL PROGETTO MORATTI. NO DI TREMONTI E GIOVANARDI A UNA "RIFORMA PER VIA AMMINISTRATIVA"
RIDIMENSIONATO IL PROGETTO MORATTI. NO DI TREMONTI E GIOVANARDI A UNA "RIFORMA PER VIA AMMINISTRATIVA" Scuola, a settembre la "mini sperimentazione" Solo in pochi istituti l'anticipo delle elemen...
RIDIMENSIONATO IL PROGETTO MORATTI. NO DI TREMONTI E GIOVANARDI A UNA "RIFORMA PER VIA AMMINISTRATIVA"
Scuola, a settembre la "mini sperimentazione"
Solo in pochi istituti l'anticipo delle elementari
ROMA
La sperimentazione della riforma Moratti nella scuola elementare potrà partire fin dal prossimo settembre, ma sarà limitata ad un numero di scuole per ora imprecisato e comunque ridotto. I soldi per estenderla all'intera platea dei potenziali interessati (86 mila bambini che compiranno cinque anni e mezzo entro febbraio prossimo) non ci sono. Come non ci sono - al momento - dati certi sull'entità della sua applicazione. Proprio per questo il ministro Moratti e il sottosegretario Gianni Letta sono stati incaricati di studiare il da farsi, di conteggiare il quanto e il come e di cercare di rientrare nel budget che il Tesoro metterà a disposizione. Il Consiglio dei ministri è giunto a questo compromesso non senza contrasti profondi. La riunione è stata burrascosa. Il progetto del ministro Moratti di allargare la sperimentazione a tutte le scuole elementari che ne avessero fatto richiesta, è stato subito osteggiato dal ministro dell'Economia Tremonti che ha opposto la mancanza di risorse. Ma anche il ministro Giovanardi - a quanto si sa - ha manifestato tutte le sue riserve, non solo perché contrario ad una riforma introdotta surrettiziamente per vie amministrative, ma anche perché i centristi da sempre hanno guardato con scetticismo all'anticipo di sei mesi delle iscrizioni alle materne e alle elementari (uno dei punti qualificanti della riforma e quindi della sperimentazione). "La riforma scolastica non può partire senza il consenso del Parlamento, attraverso anticipazioni di parti importanti della stessa per via amministrativa - ha sintetizzato Giovanardi - il Consiglio dei ministri ha concordato su questo, autorizzando soltanto una sperimentazione degli effetti dell'anticipo dell'età scolare, limitata a poche unità individuate a campione". Se il ministro dei Rapporti con il Parlamento ha citato "poche unità", Berlusconi ha proposto una sperimentazione addirittura minimale: "Prendiamo tre scuole - ha detto - una al nord, una al centro e una al Sud e cominciamo da lì". Ma a quel punto ad insorgere è stata la Moratti medesima. Le acque si sono placate negli ultimi minuti del consiglio dei ministri, grazie ad una mediazione di Fini che ha pensato di affidare al duo Moratti-Letta una via di sperimentazione che prevedesse tre elementi: la volontaria adesione da parte delle scuole, l'equa distribuzione geografica, la adeguata copertura finanzniaria. Allora gli animi si sono rasserenati, l'atmosfera si è distesa, e Berlusconi è potuto uscire dalla sala del Consiglio, con un raggiante sorriso rivolto alla sottosegretaria Valentina Aprea, graziosamente omaggiata di una canzone: "Oh my funny Valentine". Ma la quiete è durata poco. Tant'è che il ministro Moratti, in serata ha chiesto nuovamente di incontrare il premier al quale ha espresso il suo rammarico, non solo per questo compromesso riduttivo ma, più in generale, per la freddezza che circonda il progetto di riforma, suffragato a parole ma mai sostenuto con risorse certe. Ancorché circoscritta, comunque, la sperimentazione a questo punto partirà ma secondo la senatrice diessina Maria Chiara Acciarini, che è una preside e conosce la materia da vicino, le difficoltà "tecniche, si badi bene, non politiche" non sono poche: "Intanto - spiega - il ministro deve attendere il parere del consiglio nazionale della pubblica istruzione, che non è vincolante ma va atteso. La documentazione gli è stata trasmessa il 31 luglio e il Consiglio ha tempo per dare una risposta fino al 14 settembre. A quel punto, un preside che intenda avvalersi della sperimentazione deve sentire i genitori, il collegio dei docenti e il Consiglio di istituto. Si tratta di un lavoro di consultazione che non richiede mai meno di una quindicina di giorni. Ammettiamo che tutto fili liscio. A quel punto il preside deve riaprire le iscrizioni per i bambini che compiranno cinque anni e mezzo entro febbraio, e prorogarle al 31 ottobre (d'altronde un po' di tempo bisogna darlo). I neoiscritti, dunque, andrebbero a scuola i primi di novembre, dopo aver perso un mese e mezzo di lezioni". Si tratta di una corsa contro il tempo "e poi le sperimentazioni si devono organizzare con calma - commenta ancora Acciarini -, nella scuola si decidono normalmente un anno per l'altro".
Raffaello Masci