La Stampa: Primi scrutini di fine periodo, fioccano i votacci in condotta
Studenti alle prese con la valutazione sul "comportamento". In un istituto di Como i docenti sbagliano l'assegnazione dei voti, in un liceo di Padova il 10% degli alunni si trova il 6. Insorgono le associazioni: «Un abuso, così si modificano le medie in modo del tutto discrezionale. Non ce n'è bisogno»
TORINO
Il voto in condotta è da sempre un cruccio per gli studenti italiani ma, dopo l'introduzione della riforma sul sistema scolastico, è diventanto un vero incubo. A partire da quest'anno infatti la votazione concorrerà a stabilire la media finale e, nel caso in cui dovesse scendere fino a 5, portebbere alla bocciatura. Gli scrutini appena conclusi sono stati il primo test per studenti e professori che ora valutano gli effetti del loro operato. Trattandosi di una formula nuova non sono mancati errori, lamentele e proteste.
Como, errori nell'assegnazione dei voti
Seguendo le linee ispiratrici del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini all'istituto professionale Magistri Cumacini di Como negli scrutini di fine quadrimestre sono stati assegnati una decina di 5 in condotta. Salvo scoprire, a scrutini ultimati, che i parametri presi in esame non erano più in linea con l'ultima versione della normativa, datata 16 gennaio e notificata ai presidi il giorno successivo. Così, una decina di studenti dell'istituto comasco si troveranno in pagella l'insufficienza in comportamento. Ora non vi saranno conseguenze pratiche, dal momento che - salvo ricorsi formali di qualche genitore - gli scrutini non saranno rifatti e la situazione degli insufficienti sarà rimediata negli scrutini finali. Resta comunque una situazione di confusione: «La nostra intenzione era quella di dare le insufficienze quale segnale a ragazzi che sono stati sospesi e che non hanno dato segni di pentimento» ha spiegato il vicepreside Saverio Fresca. Sospensioni di 3 e 5 giorni, però, mentre il nuovo limite fissato dalla Gelmini per il 5 in condotta è di almeno 15 giorni di sospensione. «Lo abbiamo spiegato alle famiglie interessate con una lettera. Ora siamo rimasti spiazzati, ma riteniamo comunque che un cinque in condotta possa essere un'arma efficace per combattere il bullismo».
Padova, il 10% degli studenti ha 6 in condotta
In cento a scuola con sei in condotta. Il liceo scientifico Einstein di Piove di Sacco (Padova) è forse l'istituto con il peggior rendimento del 2009: il 10% degli studenti (100 su circa un migliaio) ha infatti un comportamento giudicato dagli insegnanti non congruo. E che dire a quel ragazzo che si è visto infliggere addirittura un cinque? A portare a questo voto, spauracchio degli studenti fino a qualche anno fa oggi reintrodotto dal ministro della Pubblica istruzione Maria Grazia Gelmini, comportamenti scorretti, ritardi ingiustificati e scarso rendimento in altre materie. Sulla vicenda prendono posizione anche i ragazzi della Rete degli studenti del Veneto, chiedendo l'annullamento del sei, un «vero e proprio abuso». Per Luca Trescato, rappresentante della Rete, «la legge è stata calpestata». «Ci chiediamo - aggiunge - perchè l'alta competenza e formazione di docenti e preside non abbia bloccato un provvedimento illegale come questo. Eppure sanno che la legge sul voto in condotta non poteva essere applicata fino all'emanazione della circolare attuativa, che è avvenuta solo venerdì scorso». Inoltre, «il rendimento scolastico e il comportamento sono due campi diversi e come tali vanno trattati».
La rabbia degli studenti: "Come se non bastassero i favoritismi..."
Non sembrano soddisfatti gli studenti per il ritorno del voto di condotta: secondo Luca De Zolt , portavoce della Rete degli studenti, malgrado le modifiche adottate dal ministero, che hanno ammorbiditO il provvedimenti, il decreto ministeriale mette nelle mani dei docenti la possibilità di «utilizzare il voto in condotta per far variare le medie scolastiche in maniera del tutto discrezionale». «Come se non fossimo già abbastanza soffocati dai favoritismi - continua il rappresentante dell'associazione studentesca - la Gelmini concede ai docenti di usare la scala da 6 a 10 per il voto in condotta, che può portare all'insù o all'ingiù le medie a prescindere dai risultati scolastici». |