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La Stampa: “Presidi politicanti, fuori dagli istituti”

Ma Silvia Costa, che è il coordinatore degli assessori regionali all’Istruzione, ha replicato al ministro segnalando un dato tecnico: «Stupisce questa reazione del ministro - ha detto l’esponente del Pd - in quanto lei sa benissimo che esiste nel suo dicastero un dipartimento “Bilancio e Risorse Umane” ben al corrente della situazione delle scuole italiane

29/05/2009
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La Stampa

ROMA
«Se i presidi vogliono fare politica si presentino alle elezioni, ma non usino la scuola a questo scopo». Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ieri ha parlato a margine della presentazione dei nuovi istituti tecnici e professionali, ed è tornata con queste parole sulla polemica che l’aveva contrapposta, nei giorni scorsi, a un gruppo di dirigenti scolastici del Lazio. Questi presidi - una sessantina su un totale di 900, stando ai dati forniti dal ministro, «e quindi una minoranza» secondo la Gelmini - si erano duramente lamentati per i tagli ai fondi ordinari che non consentirebbero alle scuole neppure di fare fronte alle necessità più impellenti. Dietro questa critica, appoggiata da esponenti dell’opposizione e dai sindacati, la Gelmini aveva scorto una matrice politica se non apertamente elettorale.
E quindi, ieri, si è sfogata: «Confermo la presenza all’interno della scuola di dirigenti che fanno politica creando inutilmente allarmismi. Ho il massimo rispetto per chi svolge il suo ruolo con correttezza, ma trovo scandaloso utilizzare la scuola per fare politica. I dirigenti che vogliono fare politica si candidino e la facciano dentro le istituzioni politiche. Ci sono molti problemi di natura economica - ha ammesso il ministro - ma occorre senso di responsabilità da parte di tutti. Non è un caso che nelle scuole gestite da bravi dirigenti prima di spendere risorse per progetti magari buoni ma non indispensabili ci si pensi». E poi la stangata: «Non si può investire in progetti quando poi mancano i soldi per comprare cartucce e stampanti». Insomma - è questo il senso della sua intemerata - meno iniziative verbose e discutibili e più buona amministrazione.
Ma Silvia Costa, che è il coordinatore degli assessori regionali all’Istruzione, ha replicato al ministro segnalando un dato tecnico: «Stupisce questa reazione del ministro - ha detto l’esponente del Pd - in quanto lei sa benissimo che esiste nel suo dicastero un dipartimento “Bilancio e Risorse Umane” ben al corrente della situazione delle scuole italiane, e che ha recentemente inviato una circolare nella quale si invitano le scuole ad approvare i loro bilanci anche in assenza dei relativi finanziamenti statali». Dunque, che le scuole siano alla fame lo sa anche il ministero, secondo la Costa, tant’è - ricorda Pierfelice Zazzera dell’Idv - che «in molte parti d’Italia i genitori sono invitati a versare nelle casse delle scuole un contributo mensile non solo per i corsi d’inglese o i laboratori, ma per comprare la carta igienica». \


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