Brunetta dice: è l’Europa che ci impone di uniformare le età di pensionamento dei due sessi. A nome della Cgil, Susanna Camusso che cosa risponde?
«Questo tema non si può afferrare dalla coda - dice il segretario confederale -. Il principio dell’uguaglianza deve tener conto che ci sono delle differenze fra i sessi: nell’accesso al mercato del lavoro, nelle retribuzioni (che per le donne sono inferiori del 15%) e nella distribuzione dei carichi familiari».
Ma se prima si affrontassero questi problemi, lei alla fine sarebbe d’accordo che, in linea di principio, le donne vivendo 7 anni di più non possono andare in pensione 5 anni prima?
«Se certi ministri rivoluzionari anziché saltare su con le sentenze europee si impegnassero a superare le discriminazioni che ci sono sul lavoro, poi potremmo discutere di tutto. Per esempio credo che ci sarebbero donne disposte a lavorare anche dopo i 60 anni, su base volontaria».
Però ci sono Paesi europei nei quali l’età del pensionamento è obbligatoriamente uguale per le donne e per gli uomini, e per tutti l’età è più alta che in Italia.
«I Paesi del Nord Europa che hanno un’età di pensione uguale per i due sessi hanno sistemi di Welfare completamente differenti, che permettono un maggiore accesso delle donne al lavoro, e fra l’altro sono anche i Paesi nei quali la propensione alla maternità è più alta. In Italia invece si prendono provvedimenti contro le donne come il taglio del tempo pieno a scuola e la limitazione dei permessi previsti dalla legge 104 per assistere gli handicappati». \
Questo sito utilizza dei cookie che ci aiutano ad offrirti un servizio migliore.
Puoi prendere visione dell'informativa estesa sull'uso dei cookie
o negare il consenso cliccando su "Maggiori informazioni".
Proseguendo la navigazione o cliccando su "Accetto" acconsenti all'uso dei cookie.
Rimani sempre aggiornato, Diventa Fan di FLC CGIL su Facebook!