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La Stampa-"Poche risorse per l'istruzione Bisogna investire nel futuro"

VICEPRESIDENTE CONFINDUSTRIA: INNESCHIAMO UN CIRCUITO VIRTUOSO intervista "Poche risorse per l'istruzione Bisogna investire nel futuro" Gianfelice Rocca: dobbiamo ridurre le distanze fra ...

21/10/2004
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La Stampa

VICEPRESIDENTE CONFINDUSTRIA: INNESCHIAMO UN CIRCUITO VIRTUOSO

intervista

"Poche risorse per l'istruzione Bisogna investire nel futuro"

Gianfelice Rocca: dobbiamo ridurre le distanze fra ricerca e imprese
Il primo passo sarebbe l'alternanza fra scuola e lavoro alle superiori

Roberto Ippolito

ROMA
Più attenzione all'istruzione. E' l'impegno delle imprese. Ed è anche la sollecitazione al governo Berlusconi al lavoro per definire il provvedimento collegato alla legge finanziaria. Da fine maggio, per la prima volta la Confindustria ha un vicepresidente con la delega per l'education: è Gianfelice Rocca, presidente del gruppo Techint attivo in tutto il mondo dalla siderurgia all'energia, dall'impiantistica ai servizi.
Dottor Rocca, come si sta concretizzando la novità del suo incarico?
"Un Paese che non riesce a destinare a istruzione e ricerca risorse crescenti si occupa solo di manutenzione e non pensa al proprio futuro. La Confindustria, con la presidenza di Luca di Montezemolo, sta lavorando affinché l'Italia guardi avanti. E in questi giorni lo fa con particolare concentrazione. Fra l'altro il 26 ottobre la Giornata nazionale Orientagiovani sarà un'ulteriore occasione per ribadire le nostre priorità, anche con la partecipazione di migliaia di studenti".
Qual è il punto di partenza della vostra strategia?
"C'è una debolezza del sistema economico italiano che può essere superata rilanciando l'istruzione, la ricerca e l'innovazione in linea con gli altri Paesi europei come hanno fatto Finlandia e Irlanda. L'Italia si trova ad agire in contesti maturi dove c'è poca ricerca tecnologica autonoma. Occorre perciò ristabilire delle condizioni per rilanciare la ricerca in Italia".
In che modo?
"E' essenziale una maggiore scientificità ambientale per poter crescere. Occorre creare dei meccanismi che avvicinino la ricerca all'impresa. Alcuni progetti concreti di Confindustria si muovono proprio in questa direzione. L'obiettivo è creare dei legami tra il mondo della ricerca e il mondo delle imprese, a partire dall'alternanza scuola lavoro dalle superiori fino ad arrivare ai dottorandi per l'impresa".
La Confindustria chiede quindi più sensibilità al mondo politico?
"La Confindustria chiede che questi temi diventino una priorità nell'agenda politica del Paese. In questo senso ha chiesto che nella Finanziaria la spesa per l'education superi il tetto del 2% come segnale chiaro di priorità politica per il Paese".
Con quali priorità?
"Capitale umano e innovazione. In Italia c'è innovazione di prodotto e di processo, ma occorrerebbe una maggiore capacità di generare innovazione da parte delle imprese sulla base di ricerca autonoma, che è un continuum tra ricerca pura e applicata. Come dice il premio Nobel Carlo Rubbia 'Non esiste la ricerca applicata, esiste solo l'applicazione della ricerca". Che è ciò a cui sono interessate le imprese".
Serve dunque un orientamento molto diverso?
"Sì, occorre investire in formazione, istruzione e ricerca. Si deve realizzare un incontro di "culture" tra le imprese, che per vivere e svilupparsi devono diventare fabbriche della conoscenza, e il sistema formativo, tradizionale fabbrica della conoscenza e della cittadinanza".
Come immagina questo incontro?
"Bisogna innescare un circuito virtuoso che coinvolga cultura scientifica, innovazione e crescita economica. Il problema è che il circuito che comprende le aziende (medie e piccole), il mondo della ricerca e le università è ancora poco veloce, mal lubrificato e scarsamente efficace. Questo deriva anche dal fatto che l'Italia ha meno incentivi che negli altri Paesi sviluppati nella ricerca privata. In questo contesto lo sforzo che vogliamo fare è stimolare i lati del triangolo per far sì che progressivamente siano essi stessi a trovare le ragioni della collaborazione".
Quali sono le idee della Confindustria per rendere più efficace il rapporto fra le imprese e il mondo dell'università?
"Le Università e le imprese hanno un ruolo rilevante per la formazione e in particolare per la formazione continua, in un mondo in cui le conoscenze si modificano con rapidità mai vista in precedenza. La laurea triennale può essere un elemento positivo ma solo se mantiene una decisa qualità. Inoltre occorre individuare percorsi dedicati per i giovani talenti che possono rappresentare l'eccellenza del Paese e premiando in questo modo anche il merito. Tutto ciò potrebbe essere ottenuto con una migliore governance dell'Università che inneschi un circuito virtuoso di emulazione fra i migliori, rafforzando una cultura della valutazione".


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