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La Stampa-Piemnonte-Ricerca, via alla nuova legge

INNOVAZIONE. BRESSO: "IMPEGNI RISPETTATI, LE RISORSE CRESCERANNO". CRITICHE DA FORZA ITALIA, SODDISFATTI UNIVERSITA' E POLI Ricerca, via alla nuova legge La Regione stanzia 270 milioni di e...

27/07/2005
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La Stampa

INNOVAZIONE. BRESSO: "IMPEGNI RISPETTATI, LE RISORSE CRESCERANNO". CRITICHE DA FORZA ITALIA, SODDISFATTI UNIVERSITA' E POLI

Ricerca, via alla nuova legge

La Regione stanzia 270 milioni di euro in 3 anni: occorre fare sistema

Giovanna Favro
La Regione punta sulla ricerca scientifica per far recuperare al Piemonte la competitività perduta. Lo fa con un provvedimento di legge che stanzia 40 milioni nel 2005, 80 nel 2006 e 150 nel 2007. L'obiettivo è arrivare al 3% del Pil entro fine legislatura, e di movimentare tre miliardi fra investimenti pubblici e privati.
Si tratta della prima legge regionale sulla ricerca, il cui testo, licenziato dalla giunta, sarà approvato in aula in autunno. Il provvedimento, molto atteso dagli atenei, è foriero di una nuova filosofia negli investimenti e del raddoppio delle cifre stanziate sinora: "Oggi - spiega la presidente Mercedes Bresso - le risorse destinate alla ricerca nella nostra regione non superano l'1,6% del Pil: dobbiamo fare il massimo sforzo non solo per aumentare i fondi, allineandoci all'Europa, ma anche per un sistema di concertazione tra enti pubblici, atenei, fondazioni e imprese".
L'impegno è di evitare di "sbriciolare" le risorse tra mille rivoli, puntando a filoni strategici, a partire dalla mobilità, l'aerospaziale, biotech, Ict ed energia, e mirando a progetti che coinvolgano più attori, dagli scienziati alle imprese. "E' indispensabile - ha aggiunto Bresso - intervenire per rimettere in carreggiata il sistema produttivo, agendo sui fattori chiave della competitività. Abbiamo mantenuto l'impegno di presentare la legge nei primi tre mesi di legislatura".
Si punterà su tre filoni. "Innanzitutto - ha detto l'assessore regionale Andrea Bairati - la ricerca "pre-competitiva": non quella di base, che dovrebbe essere finanziata dallo Stato, né quella applicata, che è compito delle aziende spesare". Secondo, "il trasferimento tecnologico, con il sostegno alla brevettazione e un ruolo di cerniera con le imprese, anche favorendo gli investimenti di "business angels"". Terzo, "L'alta formazione, spesando borse di ricerca e investendo sul capitale umano per attrarre scienziati dall'estero e trattenere i migliori tra gli italiani". Tre saranno anche i livelli di "governance": "Il primo raduna gli stati generali del settore, dalle università alle aziende e le fondazioni bancarie, che siederanno ad un unico tavolo definendo le linee strategiche. Un comitato esecutivo dialogherà con la giunta, e un comitato di valutazione con esperti non piemontesi verificherà i progetti sia prima che dopo l'erogazione dei fondi".
La legislatura precedente era arrivata a un passo dall'approvazione della legge: "Abbiamo utilizzato quel lavoro - ha detto Bresso - apportando alcune modifiche, a cominciare dall' incremento delle risorse". Se gli azzurri Enzo Ghigo e Gilberto Pichetto hanno sottolineato ieri che "Bresso stanzia 40 milioni, quando nel 2004 ne abbiamo destinati oltre 100", Bairati fa notare che "Il loro disegno di legge prevedeva 7 milioni l'anno: i soldi di cui parlano erano sparpagliati su diversi capitoli, che nulla vieta di prevedere ancora. Confrontando i testi, le cifre parlano da sole".
Grande soddisfazione è stata espressa dagli atenei. Per il rettore dell'Università Ezio Pelizzetti, "E' fondamentale far confluire in una sola legge capitoli sinora dispersi tra gli assessorati. Significa fare ordine e costruire sinergie. E' poi una buona idea far partecipare allo stesso tavolo imprese, atenei e fondazioni, cosa che consentirà strategie condivise, evitando duplicazioni". Per il pro-rettore del Politecnico Marco Mezzalama, "Finalmente le regioni si rendono conto che la ricerca è il più forte traino della competitività del territorio. Auspico che la legge si raccordi con i piani nazionali, e che si riducano al minimo i passaggi burocratici favorendo l'efficienza".


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