La Stampa: Ora la montagna riavrà le sue classi
Bresso: “Il governo deve rispettarci”
Alessandro Mondo
Ho appena appreso la notizia. Oggi la valuteremo con attenzione, ma posso dire fin d’ora che si tratta di una sentenza di grande rilievo». Parola di Mercedes Bresso. La presidente della Regione Piemonte commenta la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato parzialmente illegittime le norme sui tagli alla scuola previste dal ministro Gelmini a partire dal 2009-2010. In Piemonte circa 400 scuole di piccole dimensioni, la gran parte concentrata nelle zone montane, sembravano condannate alla chiusura o all’accorpamento.
Soddifatta?
«Certo. Viene confermato in modo netto che il dimensionamento scolastico è una competenza delle Regioni. Non a caso il Piemonte, insieme ad altre sette Regioni aveva presentato ricorso proprio contro le parti del decreto che considerava lesive della programmazione dell’offerta formativa.
Che cosa cambia adesso?
«Viene sancita una chiara suddivisione dei ruoli: lo Stato può dettare i principi generali, ma il dimensionamento è di competenza regionale. Il che apre la strada a molti aspetti: in primis, il nostro ruolo decisionale per le scuole di montagna sotto un certo numero di allievi».
L’accorpamento degli istituti non è più obbligatorio?
«Fatti salvi i criteri generali, ci sarà la possibilità di ragionare tenendo in debito conto le diverse situazioni su un territorio così complesso. Esistono casi che giustificano un plesso scolastico con 900 allievi, in altri contesti il numero può scendere a 400 e andrà bene lo stesso».
Insomma: un colpo al centralismo statale?
«Non la metterei in questo modo. Diciamo che la Consulta ha riconosciuto la concorrenzialità della materia e ha definito a chi spetta l’organizzazione sul territorio. Cioè alle Regioni».