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La Stampa. Napolitano: Il rigore è indispensabile, la ricerca una priorità

Ciò che ieri ha più colpito Giorgio Napolitano è stato constatare che in uno dei punti d’eccellenza del sistema universitario il fronte della protesta è molto compatto: ci sono studenti e docenti, assistenti e presidi

19/10/2010
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PAOLO PASSARINI
Inviato a Pisa

Ciò che ieri ha più colpito Giorgio Napolitano è stato constatare che in uno dei punti d'eccellenza del sistema universitario il fronte della protesta è molto compatto: ci sono studenti e docenti, assistenti e presidi. Una protesta ancora civile, certo, ma accesa e, come essa stessa si definisce, «indisponibile». «Vogliamo un presidente indisponibile», invocava uno striscione rivolto a Napolitano, che ha confessato di «condividere la forte preoccupazione per le difficili condizioni del sistema universitario che nessuno può fingere di ignorare». Dall'inizio del suo mandato il presidente ha manifestato forte interesse per l'università e della ricerca, sia dialogando con gli studenti della Bocconi o della Sapienza, sia attraverso numerosi interventi in altre sedi, a cominciare da Padova. In tutte le occasioni ha sostenuto che i tagli imposti dalla crisi sono ineludibili, aggiungendo sempre, che occorre salvare le «priorità».

Ieri il direttore uscente della Scuola Normale Superiore, Salvatore Settis, gli ha posto una domanda: «La crisi colpisce nella stessa maniera gli altri paesi, ma Francia e Germania continuano a investire su università e ricerca. Come mai?». Napolitano non ha potuto fare altro che ribadire che «il ruolo strategico della ricerca e della formazione non può essere a lungo negato e contraddetto, si imporrà al di là di ogni temporanea miopia». Temporanea miopia è un'espressione dura, anche perché il presidente ha subito dopo mostrato di credere che si tratti di un disturbo alla vista simulato. «Sento di dover riaffermare il rilievo prioritario che va attribuito, non solo a parole, ma nei fatti, alla ricerca e all'alta formazione e dunque all'università. Non si pò fingere di ignorare» le difficoltà. Secondo Napolitano, infine, la Normale di Pisa, (è stata fondata da Napoleone duecento anni fa, ha laureato tre premi Nobel e due presidenti della Repubblica, Gronchi e Ciampi), ha inquadrato nel modo giusto anche le celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Perché, ha spiegato il presidente con una critica alla Lega severa come quella espressa recentemente in Campidoglio, ha saputo «liberare, come è necessario, le considerazione del nostro processo unitario da ricorrenti provincialismi in chiave revisionista».


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