La Stampa-lettere:diciamo no alla riforma
Diciamo no alla riforma del ministro Moratti Si delineano con maggiore precisione le linee generali della controriforma della scuola voluta dal ministro della Pubblica istruzione Moratti. Le tre pagi...
Diciamo no alla riforma
del ministro Moratti Si delineano con maggiore precisione le linee generali della controriforma della scuola voluta dal ministro della Pubblica istruzione Moratti. Le tre paginette scarse, articolate in nove punti, spedite dal presidente del gruppo ristretto di lavoro sulla riforma dei cicli scolastici, alle associazioni delle famiglie, ai sindacati della scuola, alla conferenza dei rettori e alle riviste specializzate, con richiesta di una risposta scritta via fax o e-mail su tutti o alcuni dei punti non è, infatti, neppure disponibile sul sito Internet del Ministero dell'istruzione. Le informazioni disponibili sono però sufficienti per esprimere fondate preoccupazioni sul futuro della scuola italiana. Non siamo di fronte solamente ad uno stop per la riforma Berlinguer, ma ad una vera e propria reazione che ci porta agli anni `50. Il nodo centrale è l'istruzione del "doppio canale": da una parte i giovani che hanno difficoltà a scuola (non importa se per ragioni sociali, familiari, culturali pregresse) da avviare precocemente al lavoro, dall'altra coloro che vivono in famiglie di estrazione socio-culturale medio-alta destinati a continuare gli studi nei licei. Viene cancellata la riforma Berlinguer, mantenendo separate elementari e medie inferiori, la scelta dei percorsi di studio viene anticipata all'inizio della seconda media (a 12 anni!) e resa più netta e irreversibile. Da una parte i licei, dall'altra un percorso a gradini di tipo professionale. Abolita la "navetta" dei crediti formativi e forse anche il diritto formale di passare da un percorso di studi all'altro. L'innalzamento di un anno dell'obbligo scolastico viene aggirato, consentendo a chi non "voglia" proseguire gli studi di utilizzare come "bonus" un anno della scuola materna. L'intento è chiaro: ai figli delle "classi dirigenti" la possibilità di cogliere con senso critico il senso e il significato del sapere, per poi proseguire all'università. Gli altri a lavorare il prima possibile. C'è da sperare che nei prossimi giorni proprio dagli studenti nel loro insieme e dagli insegnanti, anche biellesi, salga una voce di protesta capace di fermare la controriforma Moratti. Andrea Stroscio, segretario cittadino dei Ds, Biella