La STampa-Lettere

La campagna tramite stampa e tv del ministro Moratti sulla riforma della scuola ha indotto diversi operatori ad atteggiamenti remissivi e parte dell'utenza a recepire passivamente sofismi, tautologie e pleonasmi.
Dirigenti scolastici e insegnanti hanno dovuto sviscerare concretamente l'impianto che il ministro intende definire e, già dai primi approcci, sulla professionalità e sulla qualità del servizio, hanno constatato lo scarto tra la rappresentazione della riforma e il suo reale impatto. L'effetto placebo pare finito: la febbre è alta e non basterà scuotere il termometro per farla scendere. I sindacati della scuola hanno introdotto ricorso al Tar del Lazio per denunciare illegittimità costituzionali e stravolgimenti contrattuali che, in sintesi, sono: violazione dell'articolo 76 della Costituzione in quanto il governo non si sarebbe attenuto a quanto indicato nei principi indicati dalla legge 53/2003 avendo disciplinato materie non compulsate dalla legge delega; violazione dell'articolo 177 della Costituzione in quanto il decreto 59 avrebbe disciplinato aspetti dell'organizzazione didattica riservati agli organi collegiali e alla contrattazione d'istituto.
Gli stravolgimenti, invece, sono a carico della violazione verso l'articolo 40 del t.u. 165/2001 ovvero inerenti al rapporto di lavoro e alle relazioni sindacali; c'è, dunque la violazione dell'articolo 43 del contratto e riguardante le modifiche del rapporto di lavoro, nonché la violazione del contratto per quanto concerne la mobilità del personale docente. Cautela impone che, prima di procedere, si attenda l'esito dell'istanza.
GIUSEPPE MIOLO

Segretario Cisl scuola