La Stampa-Lettere al giornale
Lettera principale di O.d.B. 7/5/2003 GENTILE O.d.B., da qualche giorno sono affetta da una lieve sensazione di nausea che m'assale quando accendo la televisione e vedo scorrere le immagini del ...
Lettera principale di O.d.B.
7/5/2003
GENTILE O.d.B., da qualche giorno sono affetta da una lieve sensazione di nausea che m'assale quando accendo la televisione e vedo scorrere le immagini del nuovo spot della riforma della scuola Moratti. Una musica soft accompagna immagini dalle tonalità delicate, di sorridenti genitori, felici docenti e gioiosi alunni mentre una voce fuori campo rassicura lo spettatore sul coinvolgimento attivo delle varie componenti nell'ideazione della riforma. Ebbene, io gioiosa non sono per nulla e come me non gioiscono tutti i docenti ai quali sta scadendo un contratto che ancora non è stato rinnovato. Godo ancora meno quando penso a quanti soldi occorrono per queste campagne pubblicitarie o per stampare gli opuscoli rallegra-famiglie mentre noi dobbiamo elemosinare per un po' di fotocopie. Nonostante la voce fuori campo lo dia per certo, io non credo che gli insegnanti della scuola dell'infanzia ed elementare siano stati interpellati sull'anticipo dell'età scolarizzabile. Se ciò fosse accaduto il ministro avrebbe saputo che noi siamo profondamente contrari al fatto che nelle classi vengano a trovarsi bambini con un gap di maturazione enorme e che facciano il loro ingresso alla scuola dell'infanzia quando non hanno raggiunto l'autonomia necessaria. Gli esperti del ministero conoscono sicuramente la psicologia dell'età evolutiva e quindi sanno quali siano i tempi di attenzione di un bambino di cinque anni e attraverso quali modalità e tappe si sviluppi il pensiero astratto, tuttavia, se consultati, noi glielo avremmo ricordato come avremmo ricordato loro che l'informatica o la lingua straniera nella prima elementare sono richieste pesanti per non dire assurde, anche se effettuate in forma di gioco, e che ogni attività che si svolge a scuola, per non restare fine a se stessa, deve avere un rinforzo in sede domestica. Quando giocheranno ancora questi bambini, già così costretti in un numero imprecisato di attività sportivo-danzantorie? Conosce il ministro la situazione in cui operiamo veramente, quella del mondo reale? Lo sa il ministro che nelle classi aumentano in modo esponenziale i casi con problemi di apprendimento, di difficoltà relazionali, di disturbi del comportamento? Le sa queste cose quando decide di ridurre drasticamente il numero degli insegnanti di sostegno?
Flavia Franco, Torino GENTILE corrispondente, francamente non capisco affatto perché, con quale utilità e vantaggio, si dovrebbero mandare a scuola bambini così piccoli, ma quando sono in ballo i complessi problemi della scuola, da profano non mi azzardo a dare giudizi. Sono però contento che lei possa comunicarci la sua opinione. [FIRMA]Oreste del Buono