La STampa: La Gelmini vara la riforma dei sei licei
Protestano opposizione e sindacati
Arrivano “Musica” e “Scienze umane”
Via libera dal Consiglio dei Ministri alla riforma delle scuole superiori in tutt’Italia tranne che a Bolzano e provincia dove hanno preferito rinviare di un anno per avere il tempo di preparare la scuola ai cambiamenti.
E’ una piccola rivoluzione, infatti, e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ieri era accanto al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini a illustrare le novità. «Un riordino «necessario», lo definisce, perché il nostro sistema scolastico «non è in linea con i paesi avanzati» e l’attuale assetto non consente «agli studenti di accedere al mondo del lavoro». Per il ministro si tratta di una riforma «epocale» che «elimina la frammentazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni della scuola italiana. Per i licei si supera la legge Gentile del 1923, per i tecnici la riforma era attesa da 80 anni».
Il ministero promette di cancellare i 396 indirizzi sperimentali e 51 progetti assistiti dal Miur. Dal prossimo anno scolastico ci saranno solo 6 licei: il classico, lo scientifico, il linguistico; l’artistico con 6 nuovi indirizzi; e poi il liceo musicale e coreutico e quello delle scienze umane.
Gli istituti tecnici sono suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Dal prossimo anno ci saranno 2 settori e 11 indirizzi: il settore economico e il settore tecnologico. Gli istituti professionali hanno cinque settori di istruzione e 27 indirizzi. La riforma riduce a 2 i settori e a 6 gli indirizzi.
Fin qui le scelte chiare. Sul resto regna la massima confusione in attesa dei regolamenti che non si sa quando verranno approvati. Nei tecnici e nei professionali la riforma andrà in vigore solo dal primo anno, ma a quanto pare non nelle classi successive che però si vedranno ridotto l’orario settimanale di lezioni da settembre. Il calo di ore non dovrebbe toccare invece le classi dell’ultimo anno che dovranno sostenere l’esame. Professori e studenti sono più che disorientati, basta dare un’occhiata a siti come Skuola.net per rendersene conto.
Confusione o no, il ministro dell’Istruzione difende e chiede l’aiuto dei sindacati per applicare la riforma. Lo chiede «in particolare a quelli moderati per proseguire con la collaborazione». Ma l’opposizione non sembra voler collaborare. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani sostiene che invece che di una riforma si tratta di «un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall’Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese».
Pronta la risposta del ministro Gelmini: «Bersani e la sinistra non vogliono modernizzare la scuola, sono contrari a qualsiasi riforma per questo Paese». Ma al riordino è contrario anche il leader dell’Udc Pierferdinando Casini che avverte: «non si possono fare le nozze coi fichi secchi. Una riforma seria ha bisogno di risorse».
Decisamente contrari i sindacati. Per Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc- Cigl: «Il governo conferma la linea nemica contro i giovani e il loro futuro» e aumenta la confusione: «Resta ferma la riduzione oraria indiscriminata nelle classi successive alle prime, ma solo per i tecnici e i professionali. Per Massimo Di Menna della Uil si tratta di una riforma «in ritardo di 30 anni» .
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