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La Stampa-L'Università in piazza contro Moratti

GIORNATA DI SCIOPERO, OCCUPATE AULE E UFFICI DEL RETTORATO. SECONDO LA CGIL IN 5 MILA HANNO SFILATO L'Università in piazza contro Moratti In corteo cattedratici, precari, ricercatori e s...

03/03/2005
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La Stampa

GIORNATA DI SCIOPERO, OCCUPATE AULE E UFFICI DEL RETTORATO. SECONDO LA CGIL IN 5 MILA HANNO SFILATO

L'Università in piazza contro Moratti

In corteo cattedratici, precari, ricercatori e studenti

Giovanna Favro
Striscioni retti da volti noti dell'accademia, ricercatori con il carrello della spesa e il codice a barre sulla maglietta "perché l'università è in vendita", precari con le parrucche colorate "perché ne abbiamo fin sopra i capelli", lettori con cartelli in tutte le lingue per spiegare la loro rabbia, studenti con i fumogeni e le bandiere del "Che" a danzare al ritmo degli altoparlanti. Dopo le lezioni per strada e i docenti-lavavetri a novembre, ha assunto la massima forma possibile la protesta degli universitari contro il Ddl Moratti in discussione alla Camera: ieri il grido degli atenei è diventato sciopero, cortei, occupazioni. I ricercatori e i cattedratici dell'Università e del Politecnico (ma erano presenti anche alcuni dell'ateneo Avogadro) sono scesi in piazza con i precari, i lettori, gli studenti, le Rsu. Altissima l'adesione allo sciopero (proclamato a livello nazionale), con quasi tutte le aule deserte. Circa 500 giovani si sono poi riuniti in assemblea a Palazzo Nuovo, che da ieri sera è occupato.
Erano in 1500 secondo la questura, 5 mila secondo Flc-Cgil e l'"assemblea no-Moratti": volti noti come Alberto Conte, Carlo Olmo, l'ordinario di fisica teorica Stefano Sciuto, il presidente della laurea in farmacia Luigi Cattel, il più volte senatore del Politecnico Donato Firrao, il geografo Franco Adamo e decine di loro colleghi si sono dati appuntamento in piazza Arbarello con il Coordinamento dei ricercatori - c'erano ad esempio Martina Tarantola, Alessandra Algostino, Annamaria Deagostino -, i precari della ricerca, i lettori (che insegnano le lingue straniere, ma non hanno contratti da docenti) e gli studenti: c'erano tutte le sigle degli universitari, da quelle dei professori ai molti collettivi studenteschi, tra cui autonomi, Universitari in lotta, Mafalda e Rebeldìa, la Sinistra Unito e Polito, Sinistrattiva, i collettivi di Scienze. Circa 400 gli studenti delle superiori, con rappresentanze ad esempio del D'Azeglio, Gioberti, Giolitti, Colombatto, Avogadro, Boselli, Giulio, Volta.
Il corteo s'è snodato lungo via Cernaia e via Pietro Micca, con un lancio di uova colorate davanti alla sede del Miur. Di qui ha raggiunto piazza Castello, dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto, cui ha ribadito la richiesta di ritiro del Ddl. I motivi? "Il ministro aveva promesso modifiche che non sono arrivate". Contestavano la soppressione del ruolo dei ricercatori, o della distinzione tra docenti a tempo pieno e a tempo parziale: "Hanno deciso di far diventare i ricercatori docenti, allungando i tempi di precariato e senza dar soldi per assumerli - spiegano i professori -. In più, è tornato il tempo pieno, ma con un obbligo di lavorare solo 350 ore l'anno. Una presa in giro. Un modo per spingerci a intendere gli atenei come una sine cura. Si premia non chi fa ricerca, ma chi si fa gli affari propri". "Il precariato diventa infinito: chi vorrebbe dedicarsi alla scienza dovrà migrare all'estero" dice la studentessa Valentina Barrera. "Ai giovani non possiamo consigliare altro", conferma la docente Laura Sacerdote. I ricercatori precari spiegano che già oggi, a 10 o 15 anni dalla laurea, non c'è un contratto definitivo: tra Corrado Bertani, Viviana Patti, Giorgio Monestarolo, Mario Bertelli, è un ripetere che "Dobbiamo elemosinare assegni di ricerca, cambiando continuamente ateneo".
Al corteo la Fgci aveva invitato anche il papà di Giuliana Sgrena, che ha inviato un testo (letto durante la manifestazione) per ribadire la richiesta di liberazione. La sfilata continua pacifica lungo via Po, dove si lascia dietro più d'una scritta con gli spray. Qualche minuto di tensione tra la polizia e chi voleva attaccare volantini sulle vetrine dell'Info-point, mentre una delegazione di precari sale dal rettore Ezio Pelizzetti. A questo punto parte del corteo si scioglie, parte arriva a Palazzo Nuovo. I collettivi guidano un'assemblea. Interviene anche il segretario piemontese Flc-Cgil, Alberto Artioli. "Protestiamo in prima persona, se qualcosa non ci piace, senza delegare ad altri di rappresentarci" esortano al microfono gli "Universitari in lotta" e la ricercatrice Alessandra Algostino. La decisione è presa: "Stanotte si dorme qui!" Nel pomeriggio gli studenti seguono il seminario di Angelo D'Orsi organizzato dal Cua, mentre arrivano i sacchi a pelo, e una cucina per preparare la cena. Pasta, patate, frittata e musica. "Resteremo qui fino a martedì, quando il Ddl arriverà al voto".


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