FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3785933
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » La Stampa-In Italia 144 mila bambini sfruttati

La Stampa-In Italia 144 mila bambini sfruttati

NUOVO RAPPORTO DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL LAVORO In Italia 144 mila bambini sfruttati In tutto il mondo i minori e costretti a lavorare sono 245 milioni per lo più concentrati in Asi...

13/06/2004
Decrease text size Increase text size
La Stampa

NUOVO RAPPORTO DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL LAVORO

In Italia 144 mila bambini sfruttati

In tutto il mondo i minori e costretti a lavorare sono 245 milioni
per lo più concentrati in Asia del Sud, Cina, India e nei Paesi arabi

Raffaello Masci
ROMA
Bambini in età da scuola materna costretti al lavoro domestico per 18 ore al giorno, 7 giorni su 7. Bambini comprati e venduti ad uso dei pedofili se non per l'espianto di organi. Folle enormi di ragazzi destinati al lavoro dei campi.
Sono 245 milioni nel mondo i minori cui vengono negate l'infanzia, la scuola, la prospettiva di una crescita normale, di questi 186 milioni hanno meno di 10 anni. Il problema riguarda in massima parte i paesi in via di sviluppo specie dell'Asia del Sud, ma molto anche le aree ad economia emergente come la Cina e l'India, per non dire dei paesi arabi in cui lo sfruttamento del lavoro minorile domestico è dilagante.
E' l'Organizzazione mondiale del lavoro (Ilo) a denunciare la situazione nel corso di un convegno voluto dal governo italiano a Villa Aldobrandini, nel cuore di Roma.
Ma se i numeri parlano soprattutto di un fenomeno diffuso nei paesi poveri, colpisce il fatto che pure i "ricchi" non scherzano e che 2,5 milioni di minori sono sfruttati anche nell'area Ocse, e di questi 144 mila in Italia.
Cosa fanno i bambini? Lavori agricoli nel 70% dei casi, lavori domestici nell'8%, attività industriali o artigianali per un ulteriore 8%, servizi alla famiglia o alle persone per il 7%. In ogni caso, per 170 milioni di bambini si tratta di attività pericolose che li espone a rischi anche elevati.
8 milioni e mezzo poi, sono i bambini schiavi. C'è una schiavitù penosa e c'è una schiavitù orrenda: la prima è quella denunciata dall'Unicef e che si riferisce a minori utilizzati per il lavoro domestico "in età in cui avrebbero dovuto frequentare la scuola materna". "Si tratta soprattutto di bambine - ha detto il direttore generale dell'Unicef Carol Bellamy - private del diritto all'istruzione e al gioco, spesso del loro diritto alla salute e alla nutrizione. Il loro benessere dipende totalmente dai voleri del loro datore di lavoro".
Quanto alla schiavitù "orrenda", che riguarda almeno 1,2 milioni di bambini, è quella generata da debiti della famiglia e che approda, frequentemente, alla prostituzione, alla pornografia alla tratta di esseri umani per le azioni più riprovevoli, fino all'espianto di organi. Il fenomeno è particolarmente allarmante - fa sapere l'Ilo - in India, Bangladesh, Indonesia, ma anche Kenia, Brasile, Haiti.
Dalla piaga dello sfruttamento del lavoro minorile non è esente neppure il nostro Paese, come ha segnalato ieri lo stesso ministro Maroni, presente al convegno di Villa Aldobrandini con un messaggio: "Sono 140 mila - ha detto - i minori che in Italia sono impegnati in attività lavorativa, di cui 31 mila 500 a rischio di sfruttamento", ed è curioso che il fenomeno prosperi soprattutto dove maggiore è la ricchezza: il 19,4% infatti riguarda il triveneto, il 14,1% il nord-ovest, il 13,9% il Sud, il 12,3% le isole e il 9,6% il Centro. Da noi non sono numerosi i casi limite come quelli dell'Asia meridionale, e il lavoro minorile è - per lo più - una estensione impropria dell'impiego della famiglia in attività autonome, ma il fatto resta. E così i nostri ragazzi sfruttati fanno i camerieri, i commessi, gli operai nei laboratori tessili delle false griffe, gli agricoltori, i pastori ma vanno anche - per il 6% - a mendicare sulle strade. Secondo l'Ipsema, l'ente previdenziale dei marittimi, il fenomeno si sta diffondendo negli ultimi anni anche sui pescherecci.
La risposta che l'Italia intende dare a questa realtà - ha spiegato la sottosegretaria al Lavoro Maria Grazia Sestini - è quella di riavviare il "tavolo" con le parti sociali e con le organizzazioni non governative, già stabilito da un accordo del '98. La nuova riforma della scuola che estende l'obbligo formativo ai 18 anni dovrebbe, inoltre, aiutare a circoscrivere ulteriormente il fenomeno.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL