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La Stampa-In classe fino a 18 anni, e dai 15 stage in azienda

IL CONSIGLIO DEI MINISTRI VARA DUE DECRETI PER APPLICARE LA RIFORMA DELLA MORATTI In classe fino a 18 anni, e dai 15 stage in azienda Un'anagrafe degli studenti consentirà di monitorare c...

25/03/2005
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La Stampa

IL CONSIGLIO DEI MINISTRI VARA DUE DECRETI PER APPLICARE LA RIFORMA DELLA MORATTI

In classe fino a 18 anni, e dai 15 stage in azienda

Un'anagrafe degli studenti consentirà di monitorare chi evaderà l'obbligo

ROMA
Scuola per tutti fino a 18 anni. Stage di alternanza scuola-lavoro per i ragazzi tra i 15 e i 18 anni. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri varando in via definitiva due decreti legislativi in applicazione della legge delega di riforma della scuola. La materia è controversa ed è stata molto criticata da sindacati e opposizioni.

SCUOLA FINO A 18 ANNI. Non esiste più il concetto di "obbligo". Il ministro Moratti preferisce la formula "diritto-dovere" all'istruzione che viene portato dai 9 anni attuali (così si è espresso il ministro, anche se la legge sull'obbligo a 9 anni, voluta da Berlinguer, è stata abrogata nel 2003) a 12. Il decreto stabilisce infatti che si debba restare "in formazione" fino al 18° anno di età o comunque fino al raggiungimento di una qualifica professionale. La formazione può essere sostituita anche dall'apprendistato.
"Per il conseguimento di questo obiettivo sono investiti 16 milioni all'anno - ha detto il ministro Moratti - tratti dallo stanziamento della Finanziaria 2004, per l'esenzione dalle tasse e per l'incremento delle spese di funzionamento". Saranno poi utilizzati 25 milioni della Finanziaria 2005 per sostenere le spese di innalzamento dell'obbligo già da quest'anno. "Da settembre - ha spiegato il ministro - verranno inseriti nel sistema scolastico e formativo 30 mila ragazzi all'anno. Vengono aumentate da 34 a 45 milioni, con un incremento di 11 milioni, le risorse destinate al completamento dei corsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, e all'attivazione del quarto anno".
Un'anagrafe degli studenti consentirà di monitorare chi evaderà l'obbligo e costituirà uno strumento per contrastare la dispersione scolastica.

ALTERNANZA COL LAVORO. Un altro decreto sancisce che gli studenti tra i 15 e i 18 anni possono svolgere periodi di formazione all'interno di aziende, enti locali, associazioni di volontariato, enti pubblici. Due-tre settimane in un posto di lavoro ma sotto lo stretto controllo della scuola. Questi stage formativi vengono concordati dalle scuole nella loro autonomia insieme con associazioni imprenditoriali o singoli enti.
"Le scuole - ha detto la Moratti - hanno già avuto l'opportunità di sperimentare, nell'ultimo anno scolastico, l'alternanza scuola-lavoro secondo il modello previsto dal decreto legislativo. Con i 10 milioni stanziati dal Miur nel 2004, 418 istituti secondari superiori, compresi 53 licei classici, scientifici e artistici, hanno realizzato progetti sperimentali, seguiti da 20.431 ragazzi di 15-17 anni, che hanno valutato positivamente questa esperienza. Il raddoppio dello stanziamento per il 2005 consentirà di offrire questa opportunità a oltre 40 mila ragazzi e ragazze".

COMMENTI. Il decreto sull'"alternanza" piace molto a Confindustria. Il responsabile per l'Education, Gianfelice Rocca, la considera "un'esperienza molto importante per avvicinare i giovani all'impresa e accrescere la competitività del nostro Paese". Incondizionato anche il plauso di Simone Baldelli, leader dei giovani di Forza Italia. Molto critici invece sindacati e opposizioni. Che cosa non piace? Intanto l'apprendistato, inserito tra le modalità di assolvimento dell'obbligo scolastico (Enrico Panini, Cgil). Poi la formazione professionale, anch'essa parte dell'"obbligo" senza che se ne siano definiti i requisiti minimi (Massimo Di Menna, Uil). L'alternanza scuola-lavoro che rischia di produrre disorientamento (Francesco Scrima, Cisl). Ma i Ds, tramite Alba Sasso e Andrea Ranieri, esprimono preoccupazione per la possibilità che gli studenti in fabbrica possano diventare manodopera senza tutele. E per Albertina Soliani della Margherita è preoccupante la deriva dell'istruzione verso una sorta di lavoro anticipato.\


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