La STampa: Il prof-postino per conquistare una cattedra
Roma, domanda al concorso da presentare a mano Gli esperti: “È un modo per pilotare il risultato”
Il bando lo sottolinea anche in grassetto: i professori universitari che hanno i titoli per partecipare al concorso «possono presentare domanda esclusivamente a mano al Preside della Facoltà di Economia». Università di Roma Tre, dicembre 2009. Si cercano due docenti per i corsi di diritto tributario e di economia politica: cattedra di primo piano, facoltà di prestigio. Ci si aspetterebbe una discreta quantità di domande.
L’ostacolo
Certo, c’è quel piccolo dettaglio di doverle consegnare a mano. Frena un po’ gli entusiasmi. Ve l’immaginate un docente milanese che prende il treno superveloce o quello palermitano imbarcarsi su un aereo, o i prof all’estero affrontare un viaggio per consegnare a mano al preside di Economia le loro domande? Difatti il numero dei partecipanti alla fine non sarà molto alto.
La «denuncia» in Rete
Tutto procede senza intoppi finché Roberto Perotti, docente di Economia alla Bocconi e autore di libri di denuncia della malauniversità italiana, si accorge della formula prevista dal bando di Roma Tre e scrive un breve post sul sito La Voce. Così la notizia inizia a circolare e genera sarcasmo: gli addetti al settore sono abituati a presentare domande in università di mezzo globo senza staccarsi dal computer.
C’è chi ipotizza l’irregolarità di un concorso con una simile condizione, chi invoca la libera circolazione delle persone e anche delle professioni nell’Ue, chi ricorda che le amministrazioni devono accettare per legge le domande che arrivino da caselle di posta elettronica certificate e con firma digitale. E chi, semplicemente, giudica inaccettabile la formula. O immagina un errore formale, che abbia fatto scomparire qualche parola. In fondo è un periodo difficile per le università costrette a ridurre personale e sovraccaricare chi resta. Alla Sapienza, ad esempio, l’ultima serie di posti da ricercatore apparsa in Gazzetta Ufficiale la scorsa settimana ha la firma di Guarini, che non è rettore da oltre un anno.
Regole a confronto
D’altra parte non si trovano esempi più o meno comparabili. Esaminando i bandi presenti in rete, la consegna a mano viene inserita negli articoli ma abbinata eventualmente alla consegna della raccomandata. Roberto Perotti lo dice senza giri di parole in un commento di due giorni fa sul Sole 24 Ore: «Lo scopo era chiarissimo: sincerarsi che facessero domanda meno persone possibili per non compromettere l’esito del concorso già noto con largo anticipo». Due giorni fa è arrivato anche l’esito: vincitrice della cattedra di diritto tributario è Valeria Termini, direttrice della Scuola superiore della pubblica amministrazione. «Da anni non svolge attività di ricerca e ha un curriculum accademico limitato», denuncia Perotti, mentre gli altri candidati erano «di assoluto valore internazionale con pubblicazioni sulle migliori riviste scientifiche del mondo». La cattedra di economia è stata assegnata a Giuseppe Marini. Secondo Perotti «l’unico candidato senza un curriculum aggiornato disponibile su Internet».
Le reazioni
Perplessi molti rettori. Ezio Pellizzetti dell’Università di Torino è «sorpreso». «Da noi il bando viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e poi si provvede all’accettazione delle domande. Ma si può utilizzare anche una raccomandata, con pubblicazioni e documenti richiesti». E per email come avviene nelle università di mezzo mondo? «Si può fare, inserendo i link alle pubblicazioni da allegare ma in questa materia si seguono soprattutto procedure consolidate. Penso che alcuni regolamenti siano da modificare».
Fulvio Esposito, rettore dell’Università di Camerino, invece: «Ho avuto qualche difficoltà a far passare metodi al passo con i tempi ma ormai da noi il reclutamento avviene attraverso l’invio di dossier telematici. C’è un team di revisori anonimi che li valuta e che stila la graduatoria finale. Abbiamo eliminato anche il colloquio. E’ impensabile pensare che un candidato svedese o australiano si sposti per una prova». |