La Stampa-I sindacati: tutto questo si tradurrà in meno cultura e più discriminazioni
I sindacati: tutto questo si tradurrà in meno cultura e più discriminazioni Cicchitto (Fi): non ho mai visto una riforma che abbia il consenso di tutti Giacomo Galeazzi ROMA Giro di vite su...
I sindacati: tutto questo si tradurrà in meno cultura e più discriminazioni
Cicchitto (Fi): non ho mai visto una riforma che abbia il consenso di tutti
Giacomo Galeazzi
ROMA
Giro di vite sulla scuola che dovrà limare l'organico. Nuove nubi sul ministero dell'Istruzione a seguito dell'annuncio dei tagli che serviranno a finanziare la riduzione delle tasse. Per tutta la giornata si sono succedute voci di dimissioni di Letizia Moratti, che ha chiesto chiarimenti prima del Consiglio dei ministri. La maggioranza, però, fa quadrato attorno al dicastero di viale Trastevere e nella riunione a Palazzo Chigi il premier Silvio Berlusconi ha fornito rassicurazioni al ministro che a fine giornata è riuscito a salvare i fondi per l'università. Tutto il comparto resta sfugge al blocco del turn-over che verrà imposto alla pubblica amministrazione, ma la tensione comunque resta alta. "Il bilancio dell'istruzione è aumentato in tre anni di 4 miliardi e 582 milioni: siamo passati da 35 a 40 miliardi - affermava ieri Letizia Moratti - il congelamento per 14 mila docenti sarebbe in controtendenza con la politica del governo sulla scuola, che in questa Finanziaria ha già avuto oltre il 20% d'incremento sul bilancio. Non avrebbe senso dare incrementi da un lato e dall'altro togliere risorse". Ma le critiche continuano ad arrivare sia dal fronte sindacale che politico. "Ventimila persone che non lavoreranno più dal prossimo anno sono un problema sociale serio: la Finanziaria rende nullo l'impegno del ministro Moratti", afferma Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola.
Nel mirino è la nuova manovra di bilancio che prevederebbe tagli complessivi alla scuola pari a 500 milioni di euro per il triennio 2005-07. Il leader della Cgil Enrico Panini denuncia una "dichiarazione di guerra" contro la scuola pubblica e la cultura nel paese: "La ricetta del governo è meno tasse e più incultura, più disagio nei giovani, maggiori discriminazioni". Secondo Maria Chiara Acciarini, capogruppo Ds nella commissione Istruzione di palazzo Madama, Letizia Moratti "dice di aver ottenuto fondi in più per la sua riforma quando finora ha avuto il 2% degli 8 miliardi di euro che aveva richiesto".
Scuola e università "hanno bisogno delle risorse promesse", precisa Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo e responsabile scuola per Forza Italia. "Il ministro Moratti ha innovato profondamente il sistema educativo italiano e quest'opera va completata - spiega Mauro - la riforma della scuola e l'investimento in capitale umano, università e ricerca sono la garanzia più grande per il futuro".
I "prof", però, sono sul piede di guerra. "Ancora una volta la scuola viene calpestata: con la Finanziaria per il 2005 l'esecutivo effettua massicci tagli al personale e alle risorse economiche, in contrasto con gli obiettivi europei condivisi da tutti gli stati membri- lamenta il sindacato autonomo Gilda-insegnanti che conferma lo sciopero dei docenti del 15 dicembre e annuncia ulteriori forme di protesta e di mobilitazione contro la riforma Moratti, per il nuovo contratto di lavoro e rinnova la richiesta di dimissioni del ministro dell'Istruzione. "Con le sue scelte - puntualizza il sindacato - il governo interviene negativamente su due fronti: quello della qualità (possibile solo in presenza di un corpo insegnanti stabile all'interno della scuola) e quello della valorizzazione professionale". Secondo il Gilda, con il previsto allargamento della scuola della legge Biagi (contratti part-time, contratti interinali, contratti di inserimento) e la riforma dello stato giuridico in cantiere, il precariato verrà di fatto ampliato, quindi centomila precari sono senza futuro.
"Il ministro Moratti dichiara che i tagli alla scuola non sono accettabili e gli interventi di Siniscalco prevedono, invece tagli su tagli che penalizzano e frantumano l'istruzione dei nostri giovani", incalza Andrea Colasio (Margherita), responsabile Commissione Cultura alla Camera. "Scuola e università sono due settori cruciali che debbono ricevere un trattamento particolare - ribatte Giuseppe Valditara, capo dell'ufficio istruzione di Alleanza nazionale - mi auguro che alla fine la scuola non sia interessata da tagli e l'università dal blocco delle assunzioni. Per garantire l'ordinata crescita del sistema è indispensabile reperire ulteriori risorse".
Intanto acque agitate anche negli atenei. Ieri una lettera è stata inviata da 700 "professori non strutturati" a Silvio Berlusconi e al ministro Moratti per impedire che la Finanziaria contenga, come già avvenuto per gli anni 2003 e 2004, una norma che dispone il blocco delle assunzioni dei professori universitari non strutturati anche per l'anno 2005. "Quando si lavora sul taglio della spesa è inevitabile che si creino dei malumori - osserva Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia - non ho mai visto una riforma che abbia il consenso di tutti".
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