FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3795109
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » La Stampa-I flic francesi sgombrano le scuole col manganello

La Stampa-I flic francesi sgombrano le scuole col manganello

IL MINISTRO FILLON DECIDE DI STRONCARE LE PROTESTE I flic francesi sgombrano le scuole col manganello La polizia irrompe nei cinquecento licei occupati in tutto il Paese Genitori e insegnan...

09/04/2005
Decrease text size Increase text size
La Stampa

IL MINISTRO FILLON DECIDE DI STRONCARE LE PROTESTE

I flic francesi sgombrano le scuole col manganello

La polizia irrompe nei cinquecento licei occupati in tutto il Paese
Genitori e insegnanti accusano gli agenti di brutalità. Gli studenti
contestano da mesi la riforma dell'istruzione e la nuova maturità

Domenico Quirico
corrispondente da PARIGI
Adesso lo chiamano il metodo Fillon, dal nome del ministro dell'Istruzione. Solo che non è una teoria pedagogica. Sono le vecchie, borboniche randellate: quelle che i poliziotti hanno distribuito con dovizia sulle teste, certo ostinate, degli studenti impegnati nell'ennesima insurrezione contro la riforma scolastica e nella occupazione di cinquecento licei in tutta la Francia. A Lille, Bésancon, Nantes, Créteil, Montepellier, Parigi una litania di sequenze egualmente brutali: ragazze trascinate via per i piedi, giovani distesi a terra colpiti a calci, genitori solidali e malmenati, catene umane spezzate con i manganelli, feriti, giovani sotto choc. E pensare che il signor ministro ci teneva, fino a due mesi fa, a sembrare uno zio zuccheroso: dialogare convincere erano i verbi che infiorettavano tutti i suoi interventi, il mini sessantotto sedizioso era per lui un equivoco.
Poi di colpo si è invelenito. Da qualche giorno sembra un altro uomo. Dichiarazioni al cianuro, sparito il sorriso, ha il volto di uno che è impegnato in una guerra contro le forze del Male mai così vicine alla vittoria. Ha persino tirato fuori dall'armamentario accuse ai "comunisti" di aver strumentalizzato gli ingenui studenti per creare il caos: "Non consentirò che una infima minoranza blocchi il funzionamento del sistema educativo quando ormai mancano solo poche settimane alla data del baccalauréat di fine corsi. D'ora in avanti a ciascun tentativo di occupare una scuola seguirà immediatamente un intervento di sgombero". E basta. Ha il suo fianco il ministro dell'Interno, De Villepin, che ha contribuito al clima accusando "gruppuscoli violenti e aggressivi".
L'agitazione studentesca è iniziata come una festa adolescenziale: cortei slogan caricature canzoni tam tam con i coperchi delle pattumiere, il tutto per difendere la vecchia scuola del "bac" napoleonico dalle grinfie di Fillon. In un liceo parigino, il Claude Bernard, hanno appeso non la bandiera rossa ma il tricolore con la scritta liberté egalité fraternitè; triade che secondo i ragazzi sarebbe pugnalata alla schiena dalla riforma ministeriale che abolisce il "bac" a favore di un mal descritto controllo continuo e taglia classi insegnanti programmi in nome della razionalizzazione risparmiatrice. Il ministro invece ha già chiuso, burocraticamente, la pratica con l'approvazione da parte del parlamento: le legge è fatta che volete? Non si può più cambiare. Tornate a studiare e cercate di essere promossi. Per rendere meno amara la sconfitta ha annunciato che al posto delle classi e dei corsi tagliati arriveranno dei "tutor", laureati in attesa di cattedra che dovranno aiutare gli studenti in difficoltà o che studiano nelle scuole delle zone più povere. Gli studenti hanno replicato passando dai cortei alle occupazioni. E certamente il movimento si è radicalizzato, come sempre accade quando il successo appare più incerto e lontano.
Ora che ha fatto capolino la violenza si materializzano sospetti, spunta, pericolosissima, la dietrologia. Molti si chiedono, ad esempio, perchè durante l'altro grande corteo studentesco dell'8 marzo i poliziotti, così maneschi e decisi, non fecero nulla per fermare i "casseurs", i violenti, che si esercitarono con solerzia nel pestaggio e nel derubare i ragazzi che sfilavano. David Assouline, per esempio, senatore socialista, uno che di sedizioni se ne intende, visto che nel '68 era un portavoce del movimento studentesco: vuole una inchiesta ufficiale. "I picchiatori erano davvero dei sottoproletrari che ce l'avevano con i piccolo-borghesi come dice il governo? Le vittime non avevano mica scritto sulla testa da che quartiere venivano e i giovani dei quartieri popolari hanno anche loro dei telefonini da farsi rubare. E allora cosa è successo?". Se lo chiedono anche genitori e insegnanti: perchè la polizia non ha usato gli stessi metodi spicci e efficaci impiegati per sgomberare i licei contro quelli che picchiavano i liceali pacifici? Sotto accusa dunque De Villepin: era un idolo popolare quando inveiva, da ministro degli Esteri, contro l'imperialismo americano; con la divisa di primo flic di Francia sembra già decrepito.
Persino un giornale come "Le Monde", che certo non sta dalle parti ideologiche dei gauchistes più indisciplinati, lo ha seppellito sotto un parallelo stroncatorio: le donne turche che sfilavano per l'otto marzo sono state picchiate dalla polizia e la Francia, che difende sempre i diritti dell'uomo, giustamente ha protestato. Ma dopo le immagini dei ragazzi pestati può ancora dare lezioni agli altri?


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL