La Stampa: Gelmini, per la scuola finanziamenti privati
E a Barletta le imprese sponsorizzano banchi e sedie
FIRMA]FLAVIA AMABILE
ROMA
Banchi sponsorizzati dai privati, e privati che ripareranno le scuole del Sud, i professori non si vedranno toccare gli scatti di anzianità, si sta studiando un corpo di ispettori per verificare la qualità dell’apprendimento nelle scuole e il sovraffollamento nelle classi è un fenomeno che riguarda una minoranza di casi. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini riferiva ieri in Senato sull’avvio dell’anno scolastico e sono stati molti i temi dibattuti. Innanzitutto la questione sicurezza. L’edilizia scolastica, soprattutto al Sud, ha bisogno di fondi. E i finanziamenti possono arrivare «anche dai privati», ha avvertito il ministro, rivelando di un’iniziativa presa di concerto con il ministro Fitto. «Stiamo studiando il modo di recuperare risorse anche da enti privati. Perché non esiste una buona scuola se non c’è sicurezza».
In Puglia i privati potranno già quest’anno sponsorizzare banchi e sedie se lo vorranno. La provincia di Barletta, Andria e Trani, nata da poco, ha dato via libera alla pubblicità nelle scuole per diminuire l’impegno finanziario a carico dell’ente. Al costo di 69,80 euro (Iva esclusa) ha messo a disposizione di sponsor le suppellettili delle sue scuole. In cambio del denaro le aziende potranno pubblicizzare la propria attività su una placca sistemata sugli arredi. L’assessore provinciale all’Istruzione, Pompeo Camero, che ha avuto l’idea di cercare fondi privati per le 53 scuole secondarie della provincia, ha spiegato che di fronte alle richieste arrivate da parte dei dirigenti scolastici gli sponsor sono apparsi la scelta «più opportuna» perché i dati sulle iscrizioni alle prime classi avevano mandato in tilt la programmazione. «Così, ci siamo dovuti inventare qualcosa e attraverso il pubblico incanto siamo arrivati a definire il costo di banchi e sedie». In questa fase la provincia si rivolge alle aziende, ha precisato. Mentre le associazioni di studenti si sono divise sull’iniziativa, le aziende hanno risposto subito. «Un bando per l’acquisto di banchi è una cosa nuova, comunque è positivo che gli enti pubblici comincino a coinvolgere gli imprenditori in queste attività», ha affermato l’imprenditore barese della pasta Francesco Divella.
Rientrato l’allarme sugli scatti di anzianità. «Gli scatti automatici fino al 2012 del personale scolastico - ha detto il ministro - non verranno toccati», confermando in tal modo l’impegno assunto in estate con i sindacati dal responsabile del Mef, Giulio Tremonti, per superare il blocco previsto dalla finanziaria 2010. «La scuola - ha ricordato Gelmini - sarà l’unico settore del pubblico impiego a non subire il blocco triennale di aumenti automatici previsto invece per tutto il pubblico impiego. Ciò è stato possibile grazie al reinvestimento del 30% di risparmi derivanti dai tagli al personale».
Uno dei punti su cui insiste da sempre il ministro è la qualità dell’insegnamento. E il ministero dell’Istruzione ha intenzione di «rafforzare poteri e struttura dell’Invalsi», ha annunciato la Gelmini. Ma soprattutto è allo studio anche l’ipotesi di «affiancare un corpo di ispettori per verificare l’andamento dell’apprendimento e della qualità nelle scuole prese a campione. L’Indire - ha aggiunto il ministro - deve diventare agenzia di formazione degli insegnanti. Questo nuovo sistema, insieme ad un diverso sistema di incentivi per gli insegnanti è destinato a cambiare la scuola italiana mettendola in linea con l’Europa».
I tagli e la modifica del tetto massimo di studenti per classe hanno creato una situazione di disagio in molte scuole d’Italia. Il ministro ieri però ha replicato, respingendo le accuse. «Ho controllato - ha detto il responsabile del Miur - quante sono effettivamente le classi sovraffollate: ebbene, quelle superiori a 30 alunni sono appena lo 0,4%. Mentre sono molte di più, il 2,4%, le classi con meno di 12 alunni». Il ministro si è quindi lamentato perché le classi poco numerose «non sono mai menzionate dai mass-media».