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La STampa: Fermate i cervelli in fuga

Dall’Enea a Yale e ritorno. Storia di una ricercatrice italiana ritrovatasi improvvisamente disoccupata e delusa. Ora torna negli Usa «a fare ricerca, non fax»

07/10/2009
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La Stampa

S ono una ricercatrice di 32 anni, assunta presso l’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile) con un assegno di ricerca rinnovabile di anno in anno. Dopo tre anni in cui ho fatto ricerca sulle alghe a fini energetici, sono stata invitata per un periodo presso l’Università americana di Yale, nel Connecticut.
Lì ho proseguito le ricerche iniziate all’Enea e, dopo quattro mesi, mi è stato offerto un contratto di due anni dell’importo di 2.800 dollari al mese (contro i 1.300 euro al mese del mio attuale contratto). Ciò malgrado ho scelto di tornare, anche perché, durante la mia assenza, le ricerche che avevo avviato avevano rallentato fin quasi a fermarsi.
A un mese dal mio rientro mi trovo disoccupata: l’Enea è stato commissariato e, nella confusione che ne è seguita, i rinnovi dei contratti di circa cento assegnisti non sono stati firmati. Ma quel che è più grave è che nessuno si è preoccupato di avvertirci: ce ne siamo accorti il 2 ottobre, quando i nostri badge hanno improvvisamente smesso di funzionare, impedendoci l’accesso ai centri Enea.
Della mia esperienza a Yale rimane un ricordo nostalgico, misto a stupore per la disorganizzazione della ricerca italiana: mentre negli Stati Uniti un ricercatore si occupa esclusivamente delle sue ricerche, in Italia si deve occupare anche di amministrazione, fax, ordini, ristrutturazione di laboratori e quant’altro. Il tutto per una paga inferiore e con una continuità sempre minacciata delle continue ristrutturazioni del sistema di ricerca.
Aspetterò qualche giorno, poi credo che ripartirò per gli Usa. Mi rimane una domanda: oltre a cercare di far rientrare i cervelli fuggiti all’estero, non sarebbe anche opportuno prevenirne la fuga, offrendogli in Italia condizioni di lavoro comparabili a quelle che trovano altrove?
Paola Ferrante
32 anni, ricercatrice, Roma


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