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La Stampa-Devolution, coinvolti quasi due milioni di dipendenti pubblici

COSA COMPORTERA' L'APPLICAZIONE DELLE NUOVE NORME Devolution, coinvolti quasi due milioni di dipendenti pubblici Se sanità, scuola e polizia locale passeranno alla competenza esclusiva del...

29/09/2004
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La Stampa

COSA COMPORTERA' L'APPLICAZIONE DELLE NUOVE NORME

Devolution, coinvolti quasi due milioni di dipendenti pubblici

Se sanità, scuola e polizia locale passeranno alla competenza
esclusiva delle Regioni, i dubbi riguardano personale e risorse
Niente "maturità locale", sì a parti di programmi in periferia

Gigi Padovani
Sono tre anni che si parla di "devolution", secondo la formula (mutuata dall'esperimento inglese da parte del governo laburista) che inventò la Lega prima del voto politico del 2001. Puntuale, arrivò alla fine della prima estate del governo Berlusconi il disegno di legge del ministro delle Riforme Umberto Bossi. I giornali titolarono: arriva la "maturità regionale", ci saranno venti diversi modelli sanitari, i governatori si forniranno di loro "rangers" anti-criminalità. Era la prima formula: attribuzione totale alle Regioni delle decisioni su sanità, scuola e polizia locale. In questi tre anni - e lo si vede dal testo dell'articolo 117 varato ieri dalla Camera - la riforma federalista della Costituzione si è molto stemperata. Prima di tutto, perché la devolution non è più un semplice articolo di legge che aggiunge competenze, ma si inquadra in un progetto più ampio. E poi perché i centristi (e anche il centrosinistra, che ha ottenuto ieri un significativo "punto e virgola") sono riusciti ad ammorbidire il progetto bossiano originario.
Qualcuno tra i presidenti di Regione e assessori riuniti a Roma per parlare del fondo sanitario - cioè l'ottanta per cento dei loro bilanci -, ieri commentava a caldo: "Ma tanto non cambierà nulla". Si vedrà. Allo Stato rimane il compito di tutelare l'interesse nazionale, negli argomenti oggetti di devolution, e cioè stabilire: 1) le "norme generali sulla tutela della salute; (il punto e virgola messo per evitare fraintendimenti) sicurezza e qualità alimentari"; 2) le "norme generali sull'istruzione; 3) "ordine pubblico e sicurezza".
In mancanza delle leggi attuative, oltre che del quadro generale della riforma, è dunque difficile fare previsioni su cosa cambierà per queste tre materie se la nuova Costituzione, dopo il doppio varo delle Camere e un referendum annunciato, dovesse entrare in vigore come è stata varata ieri. Ci aiutano tecnicamente gli assessori responsabili nella Conferenza delle Regioni, appartenenti ai due Poli. E il primo punto sul quale cade l'interrogativo di tutti riguarda i dipendenti e le risorse per far funzionare i servizi. Se nel "pianeta istruzione" ci sono circa 750 mila insegnanti con 250 mila amministrativi (oggi tutti statali), nella sanità i dipendenti sono circa 635 mila (già regionali, a carico di Asl e ospedali), mentre i vigili urbani sono circa 50-60 mila (comunali), cui si aggiungono i poliziotti provinciali. Chi si occuperà di quasi due milioni di dipendenti? Finora il trasferimento di personale dal centro alla periferia è stato lentissimo o inesistente, sia per quanto riguarda le vecchie leggi Bassanini sui servizi amministrativi, sia per la istruzione professionale, che già la riforma del Titolo V varata dal centrosinistra aveva decentrato. E poi ci sono i costi, ovviamente. Se uno studio Isae (teorico) sulla applicazione di tutto il federalismo stima in 61i miliardi aggiuntivi, il governo ha sempre smentito che si potesse fare un calcolo preciso. Ma vediamo caso per caso quel che può succedere.

SANITA'. Le Regioni avranno "competenza esclusiva su assistenza e organizzazione sanitaria". Non è ben chiaro al momento se l'assistenza sanitaria sia o no compresa dalla "tutela della salute" che invece resta allo Stato. L'assessore regionale alla Sanità (di Forza Italia) del Veneto, Fabio Gava, coordinatore della materia in Conferenza Regioni - che ieri con Domenico Siniscalco ha trattato le risorse in Finanziaria per il Fondo sanitario nazionale, ottenendo 88,2 miliardi contro una richiesta di 91,3 - è scettico: "In realtà, nel nostro settore non cambierà molto". Rimane un unico dubbio: se il ministro Sirchia stabilisce che il Servizio sanitario nazionale deve fornire le dentiere gratis a tutti, come faranno le Regioni a pagarle? Rispetto ai timori originari, circa il rischio di una differenza tra i vari sistemi sanitari tra Regioni ricche e Regioni povere (con conseguenti privatizzazioni) ora il timore sembra essere opposto: se il ministero stabilisce una assistenza migliore, senza risorse i governatori non ce la faranno.
SCUOLA. La competenza regionale è sulla "organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche". Dunque, niente "maturità regionale", ma nessuno sa se le scuole dovranno essere gestite direttamente (ora costruite con fondi statali e curate da Province e Comuni) e se gli insegnanti diventeranno regionali. Spiega Adriana Buffardi, assessore Ds in Campania all'istruzione e coordinatrice per le Regioni: "Personale ed edifici, con relativi fondi, sono il punto primo da capire. Quanto ai programmi, ci va bene una percentuale decisa a livello locale, ma dobbiamo capire fino a che punto si potrà arrivare. Il 15 per cento? O di più? E gli orari, chi li decide? Non sono dati neutri".

POLIZIA LOCALE. Si affida alle Regioni la competenze esclusiva su "polizia amministrativa regionale e locale". In molte realtà, le amministrazioni regionali hanno già regolato la materia con loro leggi e quasi ovunque - specie al Nord - ci sono auto dei vigili urbani uguali in tutta la Regione, divise omogenee, coordinamento con le altre polizie statali. Eccepisce l'assessore diessino emiliano Luciano Vanelli, che è coordinatore delle politiche istituzionali per la Conferenza oltre che docente di diritto pubblico: "Si dà per la prima volta il via libera alla polizia regionale. Ammettiamo che ci siano i soldi: si farà un nuovo corpo aggiuntivo? Un dato non politico, ma organizzativo, mentre il ministro Pisanu chiede coordinamento maggiore tra le forze destinate alla sicurezza".


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