La Stampa-Dall'infanzia al secondo ciclo Ecco l'istruzione che verrà
RIVOLUZIONE IN SETTE ARTICOLI Dall'infanzia al secondo ciclo Ecco l'istruzione che verrà Via la parola "obbligo", arriva il "diritto-dovere" alla formazione Novità nelle ex superiori con otto li...
RIVOLUZIONE IN SETTE ARTICOLI
Dall'infanzia al secondo ciclo Ecco l'istruzione che verrà
Via la parola "obbligo", arriva il "diritto-dovere" alla formazione Novità nelle ex superiori con otto licei e la formazione professionale
6/2/2003
ROMA IL disegno di legge di riforma della scuola consta di 7 articoli che tracciano l'impostazione generale dell'istruzione che verrà. Quanto ai dettagli, saranno tutti stabiliti, nei 24 mesi successivi all'approvazione definitiva, da "decreti legislativi" del ministro dell'Istruzione. La via della legge delega fu proposta dal ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia, durante gli stati generali della scuola nel dicembre 2001, per evitare l'"effetto Berlinguer", cioè il rischio che i tempi di approvazione fossero troppo lunghi per riuscire ad attuare la riforma nella sua interezza all'interno della legislatura. Dal testo della "delega", comunque si può evincere con chiarezza il modello di istruzione che il ministro Moratti e i suoi tecnici (primo tra tutti il pedagogista Giuseppe Bertagna) hanno in mente.
VITA FORMATIVA. La legge parla di "diritto-dovere" all'istruzione o alla formazione fino ai 18 anni. La parola "obbligo" è scomparsa. Nessuno comunque può interrompere la propria vita formativa prima della maggiore età.
INFANZIA. La scuola dell'infanzia (non più "materna" e meno che mai "asilo"), inizia a tre anni, ma vi si possono iscrivere anche i bambini di due anni e mezzo.
PRIMO CICLO/1. Il primo ciclo di istruzione consta di una scuola primaria e una secondaria. Alla primaria ci si iscrive a sei anni, con facoltà di anticipo a cinque anni e mezzo. L'informatica e una lingua straniera entrano da subito. Il corso di studi è articolato in due bienni più un anno conclusivo. La valutazione viene fatta alla fine di ogni biennio. La scuola primaria non si conclude più con un esame.
PRIMO CICLO/2. Anche la scuola secondaria è articolata in un biennio, con valutazione finale, più un anno orientativo con esame di Stato conclusivo. Questo percorso, che corrisponde alle attuali medie, prevede l'inserimento della seconda lingua straniera comunitaria. Si intensifica l'attività di orientamento alla scelta del secondo ciclo.
SECONDO CICLO. E' la parte più innovativa del percorso didattico. Prevede un duplice canale, quello dell'Istruzione articolato in otto "licei" (tecnologico, linguistico, musicale, artistico, classico, scientifico, economico, delle scienze umane), e quello della formazione professionale (di competenza regionale) che prevede tre livelli di qualifica. Attraverso dei "laboratori" integrativi sarà possibile passare da un canale all'altro. Durante questo ciclo lo studio delle lingue e dell'informatica saranno ulteriormente perfezionati. Sarà possibile, inoltre, accedere a diverse modalità di apprendimento, che prevedono oltre allo studio tradizionale, anche l'alternanza scuola-lavoro tramite stages presso aziende o istituzioni culturali e sociali (anche all'estero) o percorsi di "apprendistato". Sia gli stages che l'apprendistato avranno una valenza fortemente didattica e saranno seguiti sempre dagli insegnanti. Per quanto riguarda i licei, l'articolazione degli studi consta di due bienni più un quinto anno di orientamento e approfondimento, rivolto soprattutto a ciò che lo studente vorrà fare dopo. A conclusione è previsto un esame di Stato, che però non sarà come quello attuale. L'istituto di valutazione del servizio scolastico dovrà approntarne uno nuovo. Per quanto riguarda la formazione professionale, questa consentirà di ottenere dopo tre anni una prima qualifica spendibile sul mercato del lavoro e riconosciuta internazionalmente. Si potrà poi ottenere una seconda qualifica (con un quarto anno) che darà accesso alla formazione professionale superiore (quella nota oggi come "di secondo livello"), infine la frequenza di un ulteriore anno permetterà di accedere all'esame di stato e quindi alle università e alle accademie.
SOLDI. Entro 90 giorni dall'approvazione della riforma il governo predisporrà un piano pluriennale di investimenti, con particolare riguardo alla valorizzazione del personale della scuola. Resta comunque chiaro che le scuole manterranno la loro piena autonomia, come adesso.