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La Stampa-Berlusconi: faremo presto la riforma della scuola

MORATTI E LETTA PRECISANO: SPERIMENTAZIONE IN DUECENTO ISTITUTI Berlusconi: faremo presto la riforma della scuola "E' una delle nostre priorità, troveremo anche le risorse" ROMA La...

07/08/2002
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La Stampa

MORATTI E LETTA PRECISANO: SPERIMENTAZIONE IN DUECENTO ISTITUTI
Berlusconi: faremo presto la riforma della scuola
"E' una delle nostre priorità, troveremo anche le risorse"

ROMA

La riforma della scuola si farà e i soldi per la bisogna saranno trovati. Per intanto partirà subito la sperimentazione, sia pur in forma limitata. Parola di Berlusconi, diramata attraverso una dichiarazione di palazzo Chigi. Il governo ieri ha voluto inviare un segnale forte in materia di istruzione, dopo il diverbio acceso che c'era in proposito stato nell'ultimo Consiglio dei ministri (venerdì scorso) e che aveva sortito uno stop alla sperimentazione (certamente) e all'intera riforma (forse). O almeno questo si era capito. Tant'è che il ministro Moratti, nella serata stessa di venerdì, era andata a parlare con Berlusconi per farsi un'idea di che aria tirasse sul suo dicastero e sulla legge delega in discussione al Senato.
La risposta a questo interrogativo è tutta nella dichiarazione di ieri del presidente del Consiglio, che ha rassicurato sulla determinazione del governo nel perseguire la riforma con tutti gli oneri del caso. Il comunicato di palazzo Chigi, peraltro, è stato diffuso proprio mentre al ministero dell'Istruzione stava per concludersi la riunione tra Letizia Moratti e Gianni Letta per mettere a punto gli estremi del piano di sperimentazione da varare a settembre. Il comunicato che poi il ministero avrebbe diffuso, si inseriva - a quel punto - in una cornice politica in cui la scuola tornava ad essere centrale per l'esecutivo. "La riforma della scuola è una della priorità politiche del governo, condivisa e sostenuta da tutta la coalizione - ha dichiarato Silvio Berlusconi - Il progetto di riforma è quello predisposto dal ministro Moratti, approvato a suo tempo dal consiglio dei ministri e attualmente all'esame del Parlamento. Sono convinto - ha aggiunto il presidente del Consiglio - che, subito dopo la pausa estiva, il Senato, senza limitare la discussione che auspico ampia e approfondita, provvederà rapidamente all'approvazione della legge di riforma. Sarà possibile così affrontare successivamente il dibattito alla Camera e avviare finalmente in tutte le scuole italiane l'applicazione della riforma, alla quale non mancheranno risorse adeguate". Quanto alla sperimentazione, Moratti e Letta hanno posto l'accento più sulle innovazioni pedagogiche che non sull'anticipo dell'età scolare. Si tratterà di una esperienza di livello nazionale - hanno spiegato - ma limitata nella sua estensione, ad "uno o due circoli didattici per ogni provincia", il che vuol dire circa duecento scuole in tutta Italia. "Il progetto - ha spiegato poi una nota ministeriale - si caratterizza per importanti innovazioni di tipo pedagogico-didattico attraverso l'attivazione di piani di studio personalizzati, la predisposizione di una "cartella" di competenze di ciascun bambino, l'insegnamento della lingua inglese e dell'alfabetizzazione informatica e forme di più accurato raccordo fra asili-nodo, la scuola dell'infanzia e la scuola elementare, nonché l'anticipazione dell'età scolare, ove possibile
". Si badi bene a quest'ultima espressione: "ove possibile". La cosa non è di poco conto: le riserve espresse nell'ultimo consiglio dei ministri, infatti, riguardavano proprio il fatto che non c'erano risorse sufficienti per fare fronte ai costi dell'anticipo. Ora, con la sapiente formula "ove possibile", si mettono a riparo di spese impreviste sia i comuni, che avrebbero dovuto approntare aule aggiuntive, sia il Tesoro che ha altre gatte da pelare. Per il leader dell'Ulivo Francesco Rutelli, tutta questa operazione si riduce "ad un mucchio di chiacchiere. L'anno scolastico sta per iniziare e nessuno degli impegni presi dal Governo sarà realizzato. Le famiglie italiane sono disorientate: non sanno ancora se un bambino di 5 anni e mezzo potrà o no essere iscritto alla prima elementare; la riforma del Ministero è bloccata; i compiti delle nuove strutture, dopo la modifica della Costituzione, sono impantanati. Non avremo inglese, nè Internet, come promesso; si stanno tagliando in molte parti di Italia insegnanti di sostegno. Soprattutto - prosegue il leader dell'Ulivo - non c'è un euro da spendere, dopo che Tremonti ha detto no al Ministro dell'Istruzione. L'unica riforma che si vorrebbe portare avanti è la insensata e distruttiva devolution di Bossi. La dichiarazione generica di Berlusconi suona come il tentativo di rabbonire il ministro Moratti, che è rimasta abbandonata a se stessa".
Raffaello Masci


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