La Stampa: “Basta con le gite all’estero”
Dal 2010 i nuovi «viaggi di istruzione»
Ragazzi, viaggiate italiano»: costa di meno, è meglio, e - soprattutto - è un modo per rafforzare la coesione nazionale in questi tempi grami. E’ un po’ questo il senso del «protocollo di intesa» sui viaggi di istruzione (le «gite scolastiche») che ieri hanno firmato i ministri Sandro Bondi (Beni culturali) e Mariastella Gelmini (Istruzione).
La decisone è stata preso nel quadro delle iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia che cadranno nel 2011. L’idea è di sollecitare i giovani a conoscere e studiare il proprio paese, ma la formula - una volta tanto - non è né pedante né libresca, anzi, si tratta di un’esperienza «autogestita» dai ragazzi.
Funziona così: entro la prima settimana di marzo i due ministeri lanceranno il concorso «viaggio alla scoperta dell’Italia»: un link verrà installato sui siti Internet di entrambi i ministeri e quella sarà la piattaforma di organizzazione dei viaggi. I ragazzi che si apprestano a organizzare le gite scolastiche (del 2010, perché per quelle di quest’anno è troppo tardi) troveranno su questi link una quantità di materiali di documentazione relativi ai vari itinerari possibili, proposti dagli enti locali, dal Touring Club, dalle aziende di promozione turistica, ma anche dalle singole scuole con testi originali prodotti da loro stesse.
L’intento è suscitare nelle classi (130 mila sono coinvolte in gite scolastiche ogni anno) degli interessi per aree del paese meno note di quelle tradizionali (Roma, Firenze, Venezia eccetera). A quel punto è previsto un «gemellaggio» tra due classi di due zone diverse d’Italia: ciascuna proporrà all’altra di conoscere la propria zona e fornirà, oltre all’organizzazione dell’ospitalità, anche itinerari, libri e documentazione. Dietro ogni viaggio di istruzione, dunque, ci sarà un lavoro di ricerca storica, artistica, di cultura materiale, gastronomica e altro, e i ragazzi si dovranno cimentare anche con gli aspetti organizzativi del viaggio.
Realizzata la gita, sullo stesso sito si potranno pubblicare i reportage. Ogni anno i due ministeri premieranno le migliori iniziative di «viaggio gemellato», sia attraverso finanziamenti mirati che con una serie di incentivi per libri, alberghi, trasporti eccetera.
«L’Italia è un Paese che non si finisce mai di scoprire» ha sottolineato Bondi, che ha sollecitato la collaborazione a questa iniziativa da parte degli enti locali. «Nel momento in cui si approva il federalismo e si valorizzano le differenze - ha aggiunto il ministro Gelmini - c’è un importante anniversario per l’Unità Italia. Questa concomitanza rende attuale l’interrogativo “cosa significa essere italiani” e l’intesa di oggi contribuisce a dare una risposta». L’ambizione del progetto, quindi, è essenzialmente culturale e civile, ma anche gli aspetti economici non possono essere trascurati in questo frangente sfavorevole: ogni famiglia - infatti - spende, in media, 290 euro per mandare un figlio in gita, e questa somma lievita fino a 348 se si va all’estero. Quando si resta in Italia, invece, difficilmente si superano i 200 euro a persona, perché il viaggio costa di meno e i ragazzi si accontentano di ostelli spartani e agriturismi fuori mano