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La Stampa-"Apertura" di Rutelli, il centrosinistra non ci sta

IL LEADER DELLA MARGHERITA: "NON CANCELLEREMO LE RIFORME DEL CENTRODESTRA" "Apertura" di Rutelli, il centrosinistra non ci sta ROMA Francesco Rutelli continua nella tattica di smarcars...

04/08/2004
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La Stampa

IL LEADER DELLA MARGHERITA: "NON CANCELLEREMO LE RIFORME DEL CENTRODESTRA"

"Apertura" di Rutelli, il centrosinistra non ci sta

ROMA
Francesco Rutelli continua nella tattica di smarcarsi dal suo schieramento politico, assumendo posizioni "eccentriche" come quelle contenute in un'intervista pubblicata ieri dal "Corriere della Sera": se il centrosinistra andrà al governo, non cancellerà le riforme del centrodestra. "Non si può seminare nel Paese l'incertezza permanente sul futuro", è la tesi del leader della Margherita che ha suscitato l'ira dei suoi alleati e anche di un'ala del suo partito, quella che fa capo ad Arturo Parisi.
Per Rutelli, inoltre, il nuovo Presidente della Repubblica dovrà essere eletto con il metodo che portò Ciampi al Quirinale, al fine di garantire al Paese un Capo dello Stato "che sappia continuare a interpretare il ruolo di garante". E poi un affondo nei confronti di Rifondazione comunista: "La Margherita sarà rispettosa delle proposte del Prc ma non ne accetterà i condizionamenti". La risposta di Fausto Bertinotti non si è fatta attendere: quella di Rutelli è "una piattaforma neocentrista che non piacerebbe al popolo delle opposizioni". Secondo Bertinotti, infatti, "è lontana e in contrasto non solo con una diversa posizione politica all'interno delle opposizioni, ma con tutte le migliori esperienze sociali e di movimento che hanno contribuito ad aprire le crisi nel sistema politico berlusconiano".
Caustico Oliviero Diliberto sull'affermazione di Rutelli per il quale bisogna sperimentare alcune riforme della destra. "Ma si tratta di un esperimento di genocidio - sostiene il segretario del Pdci - perché se si attueranno la riforma della scuola e la legge Biagi un paio di milioni di cittadini verranno consegnati alla macelleria sociale. Quelle riforme vanno abrogate". Sì, gli ha fatto eco Gavino Angius, il 90% delle leggi della Casa delle libertà va abrogato. Il capogruppo dei Ds al Senato parla di "leggi vergogna da cancellare dai nostri codici". Per non parlare poi, aggiunge l'esponente della Quercia, delle politiche economiche e sociali ("siamo al disastro!") e della riforma Moratti ("siamo alla controriforma!"). E conclude: "Invece di dividerci in dibattiti inutili, dobbiamo continuare l'impegno politico di costruire l'unità del centrosinistra". Ad attaccare Rutelli c'è anche Fabio Mussi del correntone Ds, il quale fa osservare che gli italiani voteranno il centrosinistra solo se rappresenterà "una chiara e nitida alternativa alla politica, alla cultura e all'ideologia della destra".
Le reazioni a Rutelli, fa notare Epifani che però non entra nel merito delle questioni, "confermano quanto avevo detto a proposito della necessità che il centrosinistra faccia subito un programma". Il problema è che "siamo ancora lontani da un programma non perché non si sia fatto nulla ma perché su aspetti decisivi non ci sono ancora punti di vista condivisi".
Nella Margherita lo stupore arriva dall'ala prodiana che due giorni fa alla direzione del partito si era scontrata con Rutelli e Marini sul regolamento del tesseramento. Per approvare il quale è stato invertito l'ordine del giorno della riunione che prevedeva al primo punto le questioni politiche. Alla direzione Rutelli non aveva fatto cenno ai temi che hanno scatenato la polemica. "La linea politica della Margherita va discussa negli organi di partito", sottolinea Franco Monaco. E infatti l'esponente vicino a Parisi ricorda che proprio ieri era stato sollecitato un dibattito sulla situazione politica, invece è prevalsa la discussione sul tesseramento. A reagire sul merito delle questioni è stata Rosy Bindi, per la quale Rutelli ha ragione quando dice che gli italiani hanno bisogno di certezze. "Ma devono essere certezze buone - aggiunge l'ex ministro della Sanità - che offrano garanzie sui diritti della persona, sulla qualità della formazione, sul futuro dei giovani, sulla dignità della vecchiaia. Non mi pare che le riforme avviate da Berlusconi offrano queste certezze. Abbiamo invece sperimentato scelte dannose per il paese". Del resto, spiega Bindi, il bipolarismo che auspica Rutelli, non c'è ancora: "Lo dimostra il modo in cui la maggioranza ha concepito la funzione di governo, chiudendo qualsiasi spazio al contributo dell'opposizione".\


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