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La Stampa-Alle private gli esami sono finiti

SCUOLA ELIMINATE LE PROVE DI IDONEITÀ. LA NORMA IN UNA "NOTA ESPLICATIVA" DEL MINISTERO Alle private gli esami sono finiti [FIRMA]Raffaello Masci ROMA I bambini che frequentano una scu...

07/02/2006
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La Stampa

SCUOLA ELIMINATE LE PROVE DI IDONEITÀ. LA NORMA IN UNA "NOTA ESPLICATIVA" DEL MINISTERO

Alle private gli esami sono finiti

[FIRMA]Raffaello Masci
ROMA
I bambini che frequentano una scuola materna o elementare non statale e non paritaria (e cioè di quelle assolutamente private) non dovranno più fare l'esame di idoneità alla fine di ogni anno, come accadeva fino ad ora. Il sistema pubblico, quindi, prende per buono il servizio scolastico fornito da queste scuole, senza ulteriori indugi, equiparandolo - di fatto - non solo a quello delle scuole paritarie (cioè quelle private riconosciute dalla Stato) ma perfino a quello delle statali.
C'è una legge di nuovo conio che prevede questo? No. Ma la regola vale lo stesso in quanto è contenuta in una "nota esplicativa" (numero 777 del 31 gennaio scorso) con cui il Ministero dell'Istruzione, attraverso il direttore generale per gli Ordinamenti scolastici Silvio Criscuoli, fa sapere che da "una interpretazione logico-sistematica della normativa di riferimento" si può desumere questo criterio che, pertanto, va applicato. E amen.
Certamente da un punto di vista formale il professor Criscuoli avrà ragione. Da un punto di vista politico, però, la cosa è quantomeno sorprendente, perché sta a dire che lo Stato rinuncia di fatto ad un controllo sistematico sul servizio scolastico fornito da soggetti che non hanno presentato credenziali di sorta. Per dirla brutalmente, anche i diplomifici più discutibili potranno allestire scuole materne ed elementari senza l'onere di sottoporre i propri allievi ad una verifica di idoneità, che resta vigente - invece - solo per la scuola "paterna" (cioè quella allestita con istitutori privati in casa) pressoché residuale se non inesistente.
I sindacati della scuola sono insorti, così come i partiti di opposizione.
"Nell'attuale stato di confusione e fibrillazione in cui versa la nostra scuola - ha detto il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima - ci mancavano soltanto le "interpretazioni logico-sistematiche" peraltro del tutto prive di riscontro normativo sulla materia specifica per aumentare caos e disorientamento".
"È evidente - ha aggiunto il il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini - che in questo modo si cancella un altro elemento di garanzia per i ragazzi che frequentano le private, e le loro famiglie, e viene meno una funzione di controllo della qualità da parte del sistema pubblico. Tutte le volte che in una circolare si trovano frasi del tipo "...sulla base di una interpretazione logico-sistematica della normativa di riferimento..." c'è da aver paura per il rispetto del diritto e delle regole".
Ma la cosa spaventa anche la politica, dal momento che a Camere in fase di chiusura si modificano, con una "nota" amministrativa, norme contenute in un Decreto legislativo.
I ds, attraverso la senatrice Chiara Acciarini, hanno parlato di "liquidazione" dell'istruzione primaria: "Avevamo annunciato il discount dell'istruzione - ha detto la parlamentare piemontese - ma ora siamo alla liquidazione totale dell'istruzione primaria, ovvero delle ex elementari. Siamo di fronte a una palese violazione della nostra Costituzione in materia di diritto all'istruzione. Da tempo denunciamo la volontà del ministro di annacquare la differenza tra scuole paritarie e scuole che paritarie non sono perché non garantiscono caratteristiche di qualità, rigore, pari accesso".
Anche il responsabile scuola dei Verdi, Mauro Bulgarelli ha accolto con sgomento la decisione ministeriale: "Viene così eliminata ogni forma di controllo e di garanzia nei confronti dei ragazzi che frequentano le private. A questo punto è evidente che se il Centro sinistra non vincerà le elezioni politiche la scuola italiana è destinata una deriva inarrestabile".


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