La stabilità del personale misura base per la qualità della scuola
di Francesco Sinopoli-segretario generale Flc-Cgil
Quando pensiamo alla scuola, in questa fase movimentata della vita politica italiana, non possiamo fare a meno di dire che essa ha bisogno di cura, vicinanza, rispetto, direi di attenzione amorevole. Categorie che non abbiamo remore a richiamare dal momento che esse sono mancate nel comportamento di chi ha agito sul piano politico in questi ultimi decenni: tagli a personale e tempo scuola, riforme talvolta definite epocali ma che invece hanno portato, per fortuna senza riuscirci pienamente, alla deformazione del nostro sistema di istruzione. Non vogliamo ripercorre la via crucis che dalla Moratti passando per Gelmini fino alla Buona scuola essa ha dovuto percorrere. Ancora ne subiamo le conseguenze e anzi alcuni cascami della buona scuola attendono di essere definitivamente cancellati dalla normativa vigente.
Stabilità dell'insegnamento, di direzione e del servizio amministrativo: è la prima misura alla base di ogni obiettivo di qualità nel processo pedagogico-didattico. Pervicacemente non si vuole capire che, senza la continuità di rapporto didattico assicurato dallo stesso docente nei vari cicli scolastici, di direzione assicurata dallo stesso Dirigente nella guida degli Istituti, di conduzione amministrativa assicurata dal medesimo Dsga e personale Ata, non vi è qualità nella didattica.
E invece una certa, stolida, demagogia, di chi non ha per nulla a cuore la scuola pubblica, scambia le nostre richieste di stabilizzazione del personale come sanatoria. Non è affatto così: la normativa europea (stabilizzare dopo tre anni di contratti a temine), le necessità di personale che abbia serenità di condizione lavorativa, lo stesso buon senso impongono di avere una scuola con personale reclutato regolarmente ogni due anni, in grado di progettare il percorso didattico nel medio lungo periodo e di stabilire una relazione pedagogica che è il sostrato su cui si può costruire una didattica solida e creativa. E il medesimo discorso vale per la direzione delle scuole e delle segreterie: queste ultime sono scoperte in misura inaccettabile nonostante i nostri continui appelli. Infine dovrebbe far riflettere il fatto che quest'anno siano rimaste scoperte oltre il 50% delle 53 mila cattedre destinate alle immissioni in ruolo e che per la prima volta nella storia vengono esaurite anche le graduatorie Ata. Ecco perché è urgente che venga messo sul binario operativo il decreto legge per indire i concorsi riservati per docenti con tre annualità, compresi i facenti funzioni di Dsga.