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La Spending review sbarra la strada alle utilizzazioni

Prende piede l'ipotesi che l'amministrazione opti per l'ordinanza al posto del contratto

14/08/2012
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ItaliaOggi

 


di Carlo Forte  


L'entrata in vigore della nuova disciplina del trattamento dei docenti in esubero collide in parte con le disposizioni contenute nell'ipotesi di accordo sulle utilizzazioni. E siccome i contratti non possono più derogare le leggi, la strada per giungere alla sottoscrizione definitiva del contratto, già irta di ostacoli, adesso è tutta in salita.

Oltre tutto finché le operazioni di mobilità annuale rimangono in stand by, si ferma anche tutto il resto: immissioni in ruolo e supplenze. Perché la mobilità annuale precede in ogni caso le operazioni di assunzione (si veda l'art.2 del decreto sulle immissioni in ruolo di quest'anno). Dunque, l'ipotesi dell'ordinanza prende piede ogni giorno di più. Sempre che l'amministrazione non decida di dare ultrattività all'ordinanza dell'anno scorso. Ipotesi a dire il vero di dubbia legittimità, ma che sembrerebbe tutt'altro che improbabile. A meno che il contratto sulle utilizzazioni non venga firmato a stretto di posta. L'intoppo è rappresentato fondamentalmente dall'art. 1 della legge 15/2009 (che modifica l'art. 2 del decreto legislativo 15/2009). Che preclude ai contratti collettivi la possibilità di derogare le norme di legge. E quindi, se in un contratto c'è una clausola che collide con una disposizione di legge, l'effetto è che la clausola difforme è nulla e viene automaticamente sostituita dalla disposizione di legge con la quale appare in contrasto. Resta il fatto, però, che questa operazione, in concreto, non è semplice da realizzare. E quindi, per evitare di passare la patata bollente agli uffici periferici delle amministrazioni, con il rischio di interpretazioni non univoche, il legislatore, all'art. 40 del decreto legislativo 2001, ha introdotto una sorta di rimedio preventivo. Vale a dire: il previo controllo del ministero dell'economia e del dipartimento della funzione pubblica circa la compatibilità economica degli accordi integrativi e sulla conformità degli stessi alle disposizioni in vigore. Dunque, un meccanismo perfetto, sulla carta, che però perde efficacia se la procedura di controllo non rispetta i tempi utili per i procedimenti. Ed è proprio quello che sta accadendo per le utilizzazioni e le assegnazioni. Da una parte il ministero dell'istruzione ha impiegato più di un mese solo per predisporre la relazione di accompagnamento e l'invio dell'ipotesi di accordo al mineconomia e alla funzione pubblica. E poi ci si è messo anche il D.L. 95, convertito in legge dalla camera il 7 luglio scorso. Il provvedimento, infatti, prevede che i docenti in esubero incollocabili (i cosiddetti Dop) debbano essere utilizzati anche sulla base del titolo di studio e a prescindere dal possesso dell'abilitazione. E fin qui nulla quaestio, perché la normativa sulle utilizzazioni ha sempre previsto questa cosa (anche se gli uffici periferici sono sempre stati riluttanti a darvi attuazione). Ma se la ricollocazione secondo il titolo di studio non funziona, la legge ora prevede l'utilizzazione sul sostegno ( anche senza titolo di specializzazione, purché l'interessato abbia fatto almeno un corso di formazione specifico). E se nemmeno questa ipotesi funziona, l'utilizzazione su spezzoni. Infine se anche queste tre ipotesi non dovessero funzionare, la legge prevede che il docente debba essere utilizzato, al bisogno, per le supplenze, come se si trattasse di un supplente temporaneo. Queste previsioni collidono apertamente con quanto previsto nell'ipotesi di accordo sulle utilizzazioni e, quindi, il testo non passerà indenne al vaglio di via XX settembre e di Palazzo Vidoni. Oltre tutto, trattandosi di novità assolute, è ragionevole ritenere che gli organi di controllo potrebbero avere bisogno di un po' più di tempo, per gli approfondimenti necessari alla stesura dei rilievi del caso. E ciò rischia di far saltare tutte le scadenze relative alle operazioni di avvio dell'anno scolastico. Che dovrebbero necessariamente concludersi entro il 31 agosto prossimo.

 


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