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La sfida di Profumo: decreto dopo le elezioni

Università. Firmerà la riforma delle borse di studio

22/02/2013
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il manifesto
Il decreto sul diritto allo studio si farà. Come quello che anticipa i test di accesso alle facoltà a numero chiuso a luglio del 2013, e a primavera nel 2014. È l'ultima sfida del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo agli studenti, e ai presidenti delle regioni, a poche ore dalla fine della legislatura.
Nel lungo elenco di progetti per la scuola del futuro fatto ieri dall'inquilino uscente di Viale Trastevere, il decreto sul diritto allo studio è quello più importante. Il provvedimento contro il quale si sono mobilitati gli studenti in tutto il paese dovrebbe essere approvato, nella conferenza Stato-Regioni del 28 febbraio. «L'obiettivo è fare un contratto con gli studenti - ha detto Profumo - Se qualcuno vuole far arenare questo provvedimento significa che non crede al diritto allo studio. Io questa responsabilità non me la prendo».
Il portavoce nazionale degli studenti di Link, Luca Spadon, è incredulo: «Il ministro di un governo dimissionario da un mese e mezzo, sostenuto da una maggioranza che non esiste più, firma un decreto di questa portata il giorno tre giorni dopo le elezioni politiche? Ci chiediamo con quale legittimità possa farlo. Mettiamola così: se venisse confermata questa intenzione ci adopereremo prima e dopo il 28, per bloccarlo». Il decreto stabilisce tre scaglioni Isee (15mila-17mila euro; 17001-19mila euro; 19.001-21mila euro) per accedere alle borse di studio. Per gli studenti è un modo per discriminare i fuorisede. «Questo ministro non ha nessun titolo per firmare il decreto sulle borse di studio- sostiene Michele Orezzi dell'Udu - Quello sui test è formalmente approvato, spetterà al prossimo governo capire che è una follia anticipare le prove a una settimana dalla fine dell'esame di maturità. Sul secondo, quello sulle borse di studio, Profumo può agitarsi quanto vuole, ma avrà bisogno della firma del Ministro dell'Economia Grilli, oltre che del parere degli studenti del Cnsu e della conferenza Stato-Regioni». Quello del ministro sembra tuttavia un aut-aut. «Se Profumo vuole firmare con un governo dimissionario da mesi, dopo le elezioni politiche, probabilmente ha perso il senno o ha perso per strada la definizione di democrazia. Per un intervento di questa portata c'è bisogno del consenso di tutti perchè incide sulla vita degli studenti. Anticipando i test di ingresso all'università Profumo ha dimostrato che non gliene importa granché. Cercheremo di ostacolarlo in tutti i modi possibili». ro. ci.

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