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La Sentenza: scuola, accorpamenti da rifare

«Dobbiamo almeno recuperare - dice Menga - i 54 posti di direttori di segreteria. È uno spreco di risorse umane che si doveva evitare».

10/06/2012
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GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

di ANTONELLA FANIZZI

Il segretario provinciale della Flc-Cgil, Claudio Menga, tuona: «Gli accorpamenti a mille alunni sono illegittimi». Il provveditore Giovanni Lacoppola gongola: «Lo avevo detto, il piano di dimensionamento doveva essere rinviato». L’assessore regionale al Diritto allo studio, Alba Sasso, che quel piano lo ha firmato, è soddisfatta per la vittoria politica, eppure è cauta: «Non è il momento di fare passi avventati. Invito le comunità scolastiche, operatori e famiglie, a stare tranquilli. Qualsiasi decisione sarà presa dopo un confronto con i sindacati, con l’Ufficio scolastico regionale e con gli enti locali».

Sta di fatto che la sentenza della Corte costituzionale rischia di pregiudicare il regolare avvio dell’anno scolastico. Con il dispositivo 147 depositato ieri, i giudici delle leggi hanno bocciato una parte della manovra estiva del 2011 varata dal Governo Berlusconi. Sono stati accolti, seppur in maniera parziale, i ricorsi presentati dalle giunte della Puglia, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia e Basilicata. La Consulta ha così dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 19, comma 4, del decreto legge 98 del 2011, poi convertito nella legge 111/2011, nella parte che fissava l'obbligo di unificare in istituti comprensivi le scuole dell'infanzia, le elementari e le medie che dovevano contare almeno mille iscritti.

L’Alta Corte ha perciò affermato che la competenza in materia è delle Regioni e non dello Stato. Respinti invece i ricorsi sul comma 5: le scuole con meno di 600 alunni non hanno diritto a un proprio dirigente, quindi avranno un preside da condividere con un altro istituto.

Cosa sta per accadere? Nessuno dei protagonisti è in grado di fornire risposte. In quest’ultimo anno soltanto nella provincia di Bari sono nati 42 istituti comprensivi. Non senza polemiche. Le comunità scolastiche hanno difeso con i denti la propria indipendenza, opponendo a ragioni ispirate a logiche di risparmio - sugli stipendi dei presidi e dei direttori delle segreterie - i valori di una istruzione di qualità che ha come punto di forza la continuità didattica. La battaglia è stata condivisa dalle famiglie e, in alcuni casi, dai Comuni. «I sindaci di Acquaviva, Conversano, Casamassima, Gravina, Giovinazzo, Altamura, Triggiano, Mola di Bari, Modugno, Polignano, Rutigliano, Ruvo, Terlizzi - ricorda Menga - hanno avuto il coraggio di posticipare le fusioni, come suggerito dal nostro sindacato».

Ad esclusione di questi tredici, in tutti gli altri Comuni del Barese, invece, sono state cancellate decine di direzioni didattiche e scuole medie autonome per favorire la nascita degli istituti comprensivi con classi di materne, elementare e medie.

Persino la Regione ha fatto da mediatrice, dando il via libera alla fine un piano a lungo contestato. «Non potevamo non rispettare una legge dello Stato - spiega l’assessore Sasso -. La sentenza, che in parte ci ha dato ragione, ma che non è stata ancora pubblicata, arriva in un momento in cui gli organici sono stati determinati. Siamo comunque aperti al confronto e non escludiamo alcuna possibilità».

Rimescolare le carte è però pericoloso. Ogni scuola, in base alle iscrizioni raccolte, ha formato le classi. Il numero di docenti da assegnare a ogni istituto è stato stabilito. La Flc-Cgil ha le idee chiare: «Dobbiamo almeno recuperare - dice Menga - i 54 posti di direttori di segreteria. È uno spreco di risorse umane che si doveva evitare».
 


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